Passione Gourmet Petra - Passione Gourmet

Petra

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

Petra è un’immagine arcaica, calata sul territorio a simbolo della casa del vino

È così che Mario Botta vent’anni fa concepiva la sua prima cantina.

Petra è l’uomo che deve rimanere nel paesaggio rurale in rapporto con la terra

Questo territorio, la Val di Cornia, ha già accolto in passato influenze di mondi lontani: all’inizio dell’Ottocentro Elisa Baciocchi Bonaparte, sorella di Napoleone, principessa di Lucca e Piombino, venne a produrre vino nel bosco di Montioni, non distante da Petra, facendo arrivare le prime barbatelle francesi, le basi degli attuali Cabernet Sauvignon e Merlot. Dunque si segnava un territorio, non solo perché da Bolgheri in giù, fra mare e colline etrusche, le terre sono ancora oggi vocate alle vigne del taglio bordolese coi suoi Supertuscan, ma anche perché una prima donna ha creato la storia avvincente di un viaggio al femminile. 

E sono proprio queste le parole che ci aprono il mondo di Petra, la cantina voluta dalla famiglia Moretti con il padre Vittorio, che ha prestato la sua esperienza di imprenditore delle costruzioni a quella del vino, ma soprattutto dalla volontà della figlia Francesca ispirata da un viaggio a Bordeaux del 1988. Così dalla Franciacorta (Bellavista e Contadi Castaldi), l’attuale CEO di Terra Moretti Vino e Distribuzione, Francesca Moretti venne in Toscana, proprio come Elisa Bonaparte, a cercare una zona di produzione di vini rossi in quel di Suvereto.

Nel 1997 parte dunque il cammino progettuale, poi arrivano i lavori iniziati nel 2001 e completati a primavera del 2003 con l’inaugurazione della nuova cantina, capolavoro d’architettura contemporanea di Mario Botta; solo se vista dal vero questa scultura nella vigna rivela le sue magiche proporzioni e rimane per sempre nella mente.

I primi 38 ettari vitati erano attorno all’antica cantina, oggi residenza estiva di famiglia, altri 65 sono davanti all’edificio nuovo, tutti sempre raccolti a mano. Rio Torto, in fascia costiera e Montebamboli in provincia di Grosseto completano gli appezzamenti per un totale di 105 ettari vitati. Queste vigne distaccate sono più giovani e destinate alla linea Belvento, con in etichetta disegni di animali del territorio e del mare. Vicino alla nuova cantina si trovano le varietà Merlot e Cabernet Sauvignon; il Sangiovese è presente maggiormente nella collina sovrastante. Le altre varietà coltivate sono Syrah, Viognier, Vermentino, Grenache, Ansonica, Ciliegiolo. Nel mezzo della tenuta, fra l’edificio storico e la cantina progettata da Botta, c’è un lago alimentato dal pozzo e dalle acque piovane con pannelli fotovoltaici in superficie che ruotano seguendo l’orientamento solare. Una sorta di zattera galleggiante-girasole che produce ben il 40% dell’energia di cui la cantina necessita.

Petra oggi ha quasi il 70% del personale femminile ed è 100% biologica con la conversione seguita dall’agronomo Ruggero Mazzilli; la vigna è stata curata da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch e nel 2014 sono stati messi in produzione i vini bianchi con l’arrivo dell’enologo Giuseppe Caviola, l’etichetta ha adottato definitivamente il simbolo dell’edificio di Botta alla maniera degli Château francesi. Il nome Petra deriva dalla pietra della collina, i terreni dentro cui è scavata parte della cantina. Sono rocce di composizione scistosa, strati di argille intervallati da altri calcarei e parti minerali fra cui il ferro delle colline metallifere. La linea produttiva persegue il rispetto della varietà dei vitigni fondendo la potenza di queste zone all’eleganza e alla biodiversità del territorio.

All’ingresso della cantina, sotto la scala simbolo dell’unione fra la terra e il cielo, si apre il sipario delle vetrate e come uno spettacolo si svela la sala delle cisterne; il cuore produttivo dell’edificio è illuminato sapientemente dall’alto con feritoie di luce intervallate da grandi travi di legno lamellare che segnano il ritmo di tutta la parte superiore, divisa su due piani che includono un laboratorio di analisi, prima di entrare nel sottosuolo ove si trovano le botti per l’affinamento e i magazzini di stoccaggio delle bottiglie.

La sala centrale scavata nella collina prosegue con una vera e propria galleria voluta da Vittorio Moretti, a 35 metri di profondità, con effetti di luce lungo le pareti fronteggiate dalle barrique e sul fondo una estesa sezione del terreno lasciata a vista. Interno ed esterno della cantina sono poi marcati da colonne a forma della vite del torchio. Il mercato di Petra e Belvento è all’80% italiano e la produzione è di 380.000 bottiglie di cui 150.000 per il solo Hebo, 50% Cabernet sauvignon, 40% Merlot e 10% Sangiovese.

Sono 15 etichette di cui 7 di Belvento, tutte monovarietali: Vermentino, Viognier, Ansonica, il Velarosa rosato 100% Grenache, 13%, creato con una macerazione brevissima delle vinacce a freddo, quindi lavorato come un bianco. Poi i rossi Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Ciliegiolo, una linea completa che punta al rapporto qualità prezzo. Con le etichette di Petra si sale di prestigio: ancora monovitigno sono Alto, 100% Sangiovese e Balena, 100% Viognier il cui affinamento è parte in cemento, con una cisterna dall’originale forma a uovo, parte in acciaio e si completa con 6 mesi in legno, oltre a 12 mesi in bottiglia; se ne imbottigliano solo 2000 all’anno, prodotte dalla vigna vecchia denominata appunto La Balena, con una mineralità e freschezza costanti.

Quercegobbe 2016

Con 14,5% vol questo Merlot in purezza è frutto del vitigno piantato nel 1998. Svolge l’affinamento in legno per 18 mesi e oltre 6 mesi in bottiglia; si presenta di un intenso colore rubino. All’olfatto svela una piacevole spinta giovanile ricca di carnosi frutti rossi e sciroppo di amarene, con una delicata nota di prugne disidratate, unitamente a una velata tessitura vegetale di macchia mediterranea e spezie. Al palato rivela tutte le aspettative del Merlot anche nella variante autoctona toscana; ricco nell’insieme, sempre morbido, ingentilito dai tannini del legno, sprigiona sentori di tabacco dolce e cuoio, chiudendo con una dosata freschezza.

Petra Toscana Rosso IGT 2015

Lo possiamo considerare il Supertuscan della cantina: in degustazione il 2015 (attualmente in vendita il 2017), 14,5% Vol. è costituito da 70% di Cabernet Sauvignon e 30% di Merlot; dopo la fermentazione in tini di legno, l’affinamento è al 30% con barrique nuove, le altre di rotazione, per 18 mesi, poi altrettanti mesi in bottiglia. È un vino di grande corpo, a tratti balsamico, decisamente intenso e caldo, all’olfatto ha sentori di ribes nero e mora, oltre a note lievemente resinose e speziate; al palato i vitigni sono in ottimo equilibrio con il Merlot che armonizza il finale, decidamente di lunga persistenza. 

La linea dei rossi di Petra si completa con  Colle al Fico, 100% Syrah, e Potenti, 100% Cabernet Sauvignon.

Angelo di San Lorenzo

Un vino che una nota a parte. Il nome si deve alla località di alcune vigne ritrovate, fra cui Trebbiano, Clarette e Vermentino. È una produzione ridottissima in bottiglie da 375 ml che eredita le botti vecchie lasciate scolme, attivando una fermentazione spontanea con parziale ossidazione. Di questa sorta di nettare lavorato come un Vin Santo, appendendo i grappoli su reti per un essiccamento di almeno tre mesi, il tempo è l’unica strategia. Il risultato è un passito di color giallo ambrato scuro, ricco di profumi dalle sfumature floreali e di frutti a bacca gialla, fino ai fichi disidratati. Al palato è decisamente armonioso e piacevolmente caramelloso, concedendo ancora note di macchia mediterranea e punte amarognole come il miele di castagno, lasciando infine il palato addolcito come fosse frutta candita.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *