The Quarantine’s Club – Americano
Americano
Ed eccoci a parlare di un cocktail che è spesso considerato il fratello minore del Negroni ed invece ne è, a tutti gli effetti, il padre. Uno dei protagonisti dell’aperitivo all’italiana, quindi un simbolo tricolore nel campo della mixology, nonostante il nome: ecco a voi l’Americano.
Italianità, dicevamo, perché gli ingredienti necessari all’Americano sono – appunto – tipicamente italiani. Bitter Campari, di Milano, e Vermut, di Torino. Fermandovi qui, nel bicchiere avrete un Milano-Torino. Aggiungendo al drink del ghiaccio e della soda, ecco il vostro Americano. Proprio perché realizzato con soli tre ingredienti, e senza alcuna attrezzatura dedicata, l’Americano è un cocktail molto semplice da realizzare a casa. Può però non essere così semplice realizzarne uno di alto livello, data l’ampia variabilità qualitativa degli ingredienti.
Il ricettario IBA consiglia la miscelazione on the rocks di 30 ml di VermouthIl vermut, o vermutte, oppure vermouth, in grafia francese e vèrmot in quella piemontese, è un vino liquoroso aromatizzato creato nel 1786 a Torino. È riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale italiano ed è un ingrediente primario di numerosi cocktail. Il vermut si beve soprattutto come aperitivo ed entra nella composizione di molti cocktail, tra quali famoso è il Martini ma... Leggi e 30 ml di Bitter, completati da uno splash di soda, mezza fettina d’arancio e scorza di limone. Tenendo in considerazione che l’Americano è un aperitivo, per di più dal grado alcolico contenuto, qualora abbiate dei bicchieri tumbler abbastanza ampi potete tranquillamente realizzarlo con 45 ml di Vermouth e 45 ml di Bitter, così che l’aggiunta di soda sia effettivamente solo un top, non correndo il rischio di diluire eccessivamente il drink colmando il bicchiere.
Il nostro intento era quello di realizzare un Americano dal profilo meno amaro del classico, preferendo una maggior complessità e una più ampia stratificazione aromatica. Abbiamo quindi utilizzato 45 ml di Vermouth Carpano Antica Formula e 45 ml di Bitter BBB DiBaldo. Il top lo abbiamo fatto non con la soda ma con dell’acqua frizzante, è fondamentalmente la stessa cosa. Ci raccomandiamo solo, come già fatto con il French 75, di utilizzare dell’acqua ben frizzante ed aperta per l’occasione: noi abbiamo usato l’acqua frizzante per antonomasia, la Perrier. Ultime raccomandazioni: ricordate di mescolare (con delicatezza) il tutto, per evitare che l’acqua rimanga in superficie e i primi sorsi siano troppo diluiti. Infine, importantissimo, non dimenticate il garnish classico dell’Americano: la mezza fetta d’arancio e la scorza di limone, tassativi.
Varianti
Come già accennato in apertura, sebbene molti pensano siano la stessa cosa, un’alternativa all’Americano è il Milano-Torino. Diciamo “alternativa” e non “variante” perché in realtà il Milano-Torino è il cocktail che ha dato i natali all’Americano. Nei salotti borghesi della prima metà dell’800 era consuetudine consumare Vermut liscio, e con i primi esperimenti di mixology si provò a miscelarlo al Bitter: ecco quindi il Milano-Torino, con bitter milanese (il Campari) e i vermut torinesi. Solo in seguito, con l’aggiunta del ghiaccio e della soda (“alla maniera degli americani” dicono alcuni, “in omaggio a Primo Carnera, detto l’americano” dicono altri) eccoci giungere all’Americano per come lo conosciamo oggi. Una vera e propria variante dell’Americano è invece il Negroni, ma è questo un discorso che non possiamo certo esaurire in due righe. Gli riserveremo pertanto uno spazio dedicato.
Twist
Se già realizzare un ottimo cocktail classico non è cosa banale, per ottenere un twist convincente, in grado se non di migliorare quantomeno di valorizzare o denotare un determinato aspetto di un classico, la faccenda si complica parecchio.
Abbiamo quindi chiesto aiuto a una bartender d’eccezione, Carlotta Linzalata del Casa Mago Cocktail Lounge (il cocktail bar di Magorabin a Torino), per realizzare, ovviamente sempre a casa, un twist sul classico Americano.
Carlotta ci ha raccontato una delle sue variazioni sul tema, nello specifico composta da:
– 40 ml di Vermouth rosé
– 30 ml di Bitter
– 10 ml di Sherbet al pompelmo
– 2 gocce di Bitter al pompelmo e calendula
Sotto la sua guida – e grazie alle sue ricette – ci siamo divertiti a realizzare in casa sia lo sherbet sia il bitter: vediamo come.
Sherbet
– 1 pompelmo (ma lo si può fare con qualsiasi agrume)
– 200 g di zucchero bianco
Per questa preparazione sono necessari la buccia del pompelmo, il succo e lo zucchero. Rimuovere la buccia dal pompelmo, privandola dell’eccesso di albedo. Tenere il pompelmo sbucciato in frigorifero. In un contenitore unire la buccia tagliata a pezzi grossolani con lo zucchero; coprirli e tenere per 48 ore a temperatura ambiente, ricordandosi di mescolare il tutto un paio di volte al giorno. Trascorsi i due giorni rimuovere le bucce del pompelmo, e aggiungere il succo del pompelmo spremuto fresco fino a disciogliere completamente lo zucchero. Filtrare con un colino a maglie fini e conservare in frigorifero.
Bitter
– 150 ml di distillato base
– 1 pompelmo
– 3 g di fiori calendula
– 1.5 g di radice di genziana
Per realizzare un bitter tipicamente si utilizza un distillato neutro, ad esempio una grappa bianca. Noi abbiamo usato 150ml di Prime Uve Nere, per sfruttare le sue note maggiormente vinose rispetto a un distillato bianco, e meglio armonizzarsi al Vermouth con cui andremo poi a miscelare il cocktail. Versiamo quindi il distillato in un contenitore, andiamo quindi a mettervi in infusione la scorza di un pompelmo, questa volta senza rimuovere l’eccesso di albedo, che in questo caso ci serve a enfatizzare la nota amara. Abbiamo poi aggiunto i 3 g di calendula e i 1,5 g di genziana, che abbiamo pesato con una bilancia al decimo di grammo. Attenzione a non esagerare con questi ingredienti, in particolare con la genziana, potrebbero essere nocivi: qualora non abbiate come pesarli, acquistateli già pesati in erboristeria. Coprire infine il contenitore e lasciare il tutto in infusione per 3 giorni. Dopo tre giorni abbiamo filtrato il bitter, prima grossolanamente con un colino a maglie fini, poi con un filtro da caffè americano. Così filtrato e conservato in un contenitore ben chiuso, il vostro Bitter potrà durare a lungo.
L’assemblaggio del cocktail resta il medesimo dell’Americano classico: in un tumbler misceliamo on the rocks 40 ml di Martini Rosato, 30 ml di Campari, 10 ml del nostro Sherbet e tre gocce del nostro Bitter. Dato che lo sherbet è alquanto dolce, abbiamo usato il bitter Campari per la sua marcata nota amara. Aggiungete più o meno gocce del bitter al pompelmo, estremamente amaricante, a seconda di quanto volete mitigare la dolcezza finale del drink. Completate con un rametto di rosmarino fresco.