Passione Gourmet Belle Epoque Perrier-Jouët in verticale - Passione Gourmet

Belle Epoque Perrier-Jouët in verticale

Vino
Recensito da Orazio Vagnozzi

Un brindisi al 2020

L’etichetta è inconfondibile: l’anemone profilato oro compare sulle bottiglie di Belle Epoque, lo Champagne millesimato della maison Perrier-Jouët che abbiamo scelto per dare il benvenuto al nuovo anno. La degustazione di cui parleremo si rifà a qualche tempo fa, durante l’ossequio milanese al vino che risuona nel nome della Milano Wine Week. Abbiamo scelto di omaggiare il nuovo decennio che si affaccia davanti a noi attraverso un grande classico senza confini, che si è fatto conoscere in tutto il mondo diventando una certezza per tutti coloro che, almeno una volta nella vita, hanno avuto il piacere di bere Champagne: la Belle Epoque di Perrier-Jouët.

La maison Perrier-Jouët nasce nel 1811 per opera di Pierre-Nicolas Perrier e Rose Adélaide Jouët, da cui la realtà prende il nome, e diventa negli anni un nome senza tempo. Sita ad Épernay, la maison vinifica sia vintage che non-vintage cuvée, con una produzione annua che si attesta sui 3 milioni di bottiglie.

La Cuvée Belle Epoque è l’autentica espressione dello stile Perrier-Jouët, cucito sull’eleganza, sulla freschezza e sulla sapidità, senza tralasciare le doti di complessità aromatica ed equilibrio, raggiunti anche grazie all’utilizzo di bassi dosaggi e lunghe permanenze sui lieviti. Secondo Hervé Deschamps – chef de cave della maison – un grande Champagne deve essere sia espressione dello stile della maison che espressione dell’annata e, nel caso dei vini Perrier-Jouët, questo timbro assume sfondi prettamente floreali, eleganti e signorili. L’etichetta, divenuta ormai marchio e simbolo di questo stile delicato, fu disegnata nel 1902 dall’artista di Art Nouveau Emile Gallé: una catena armoniosa di anemoni, che avvolgono la bottiglia e ne comunicano l’ispirazione floreale e naturale.

A condurre questa verticale di sei annate, custodita fra le mura del Park Hyatt di Milano, proprio lo chef de cave Hervé Deschamps, l’uomo che più di tutti conosce i vini di casa Perrier-Jouët e che ci ha accompagnato in questo viaggio alla scoperta del tempo, il tempo della Belle Epoque.

2008

L’annata inizia con il freddo, sia in inverno che primavera. Segue un luglio piovoso e il sole arriva soltanto all’inizio di settembre, rimanendoci per tre belle settimane. Si tratta di condizioni climatiche che hanno favorito l’acidità, ma al contempo anche una buona maturazione.

Colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdolini. Naso di biancospino e susina, pesca e agrumi canditi, virando infine sul pan brioche. La dinamicità di bocca rivela un vino che ha potenza e lunghezza, ma anche eleganza. Grande potenzialità di invecchiamento.

2007

Annata caldissima, molto diversa dalla 2008. Già ad aprile c’erano temperature estive, con fioritura a fine maggio. Ad agosto il grande sole ha portato ad una maturazione molto rapida delle uve. La vendemmia è avvenuta 95 giorni dopo la fioritura, verso l’inizio di settembre.

Colore giallo paglierino tendente al dorato. Il naso è marcatamente di fiori bianchi, fra i quali si distinguono magnolia e acacia, su uno sfondo di bergamotto e cedro candito, pesca e pera sciroppata. la nota di gesso tipica dello chardonnay si lega ad una nota piacevolmente acidula, sfumando su ricordi di mandorla dolce e biscotto. Buon equilibrio tra potenza ed eleganza.

2004

La 2004 è l’annata del miracolo dopo la catastrofe della 2003 (annata in cui ci fu una tremenda gelata alla quale seguirono siccità e caldo torrido: niente chardonnay nel 2003 e, quindi, niente Belle Epoque). La 2004 è da considerarsi l’ annata perfetta. Perfetta l’alternanza di una primavera fresca e del caldo estivo e perfetta la maturità delle uve.

Al naso si riconoscono i tipici segni dell’uva matura, nelle note di miele, frutta candita, pera e zenzero, deviando infine sulle note più asprigne del pompelmo e dell’ananas. In bocca dominano le note dolci di pan brioche, che dipingono un grande equilibrio.

1999

L’anno delle eclissi. Ci fu il sole forte, una buona alternanza tra inverno e primavera freddi ed estate calda, mentre settembre è stato determinato dal sole e dal clima asciutto: era l’anno dello chardonnay.

Colore giallo con riflessi verdolini. Al naso spiccano le note di miele d’acacia, tiglio, pera Williams matura e la connotazione morbida del burro. In bocca l’attacco mostra una buona vivacità e una trama aromatica di torrone. La sua potenza lo rende capace di accostarsi anche alla carne. Potenza che, in questo caso, si traduce anche in lunghezza.

1996

Inverno freddo, seguito da primavera ed estate calde, con luglio e agosto senza pioggia. Le condizioni sono state molto difficili ed era il primo anno in cui si percepiva chiaramente il cambiamento climatico. Il risultato è stato, tuttavia, un’annata eccezionale sia per acidità che per grado (la c.d annata 10/10).

Colore dorato. Note fruttate che sfiorano la marmellata di pesca e di pera, il limone candito, crostata e un velo di appena accennata torrefazione. In bocca ha grande acidità e una nota finemente amarognola. Persiste su un lungo finale di limone. Vino espressivo e di grande carattere.

1982

Note tipiche di una vecchia annata di champagne: note floreali, di the affumicato, caramella mou, pane tostato e fave di cacao. La grande freschezza di bocca cancella la nota ossidativa del naso. Perfetto da accostare ad animelle con funghi.

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