Un vino leggendario
Chi ha ancora Sassicaia 1985 in cantina possiede un vero tesoro, non solo per le elevate quotazioni della bottiglia ma perché si tratta di un vino veramente straordinario. Recentemente, nel novembre scorso, grazie alla generosità di un amico, ho avuto modo di assaporarne nuovamente qualche bicchiere.
Sassicaia è oggi uno dei più conosciuti ed apprezzati vini italiani non solo nel Bel Paese, ma in tutto mondo. Quando a metà degli anni ‘40 il Marchese Mario Incisa della Rocchetta intraprese la sua avventura nella vinificazione di un taglio bordolese in una zona come la Maremma – allora sconosciuta dal punto di vista vinicolo – decise di piantare in Tenuta San Guido alcune barbatelle di Cabernet provenienti non dalla Francia, come si potrebbe pensare, ma dalla tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino.
Il terreno sassoso della Tenuta, detto “Sassicaja” già nell’ottocento, assomigliava a quello della zona di Graves (ghiaia) di Bordeaux. Dapprima la produzione rimase circoscritta al consumo familiare, fino al momento in cui a metà degli anni ‘60, venne presa la decisione di aumentare la produzione anche per il pubblico. La distribuzione fu affidata al nipote di Mario, il Marchese Piero Antinori, il quale decise di avvalersi della consulenza dell’enologo di casa Antinori, Giacomo Tachis, per la vinificazione delle uve della Tenuta. La prima annata di Sassicaia disponibile al pubblico fu la 1968. Negli anni seguenti la vennero apportate delle migliorie: trasferimento in locali a temperatura controllata, la sostituzione dei tini di legno con i tini di acciaio per la fermentazione, mentre per l’affinamento vennero introdotte le barriques, sia francesi che di Slavonia. All’indomani della scomparsa del marchese Mario nel 1983, il figlio Nicolò cominciò a condurre la Tenuta con il supporto di Giacomo Tachis, che continuò nella sua veste di consulente fino al 2010.
Dal 2013 Sassicaia possiede una DOC dedicata: si è infatti staccato dalla DOC Bolgheri (di cui era sottozona dal 1994, anno di nascita della DOC) ed è diventato una DOC autonoma “D.O.C. Bolgheri Sassicaia”, applicabile solo agli ettari vitati della Tenuta San Guido che oggi sono circa 85. Sassicaia attualmente è un blend di 85% Cabernet Sauvignon e 15 % Cabernet Franc.
Veniamo al protagonista, Sassicaia 1985, il cui blend fu 70% Cabernet Sauvignon e 30% Cabernet Franc. Gli ettari vitati da cui provenivano le uve erano una trentina, distribuiti sui tre terreni storici della tenuta San Guido: la vigna Castiglioncello, di 1,5 ettari a 340 metri di altitudine, Sassicaia di Sotto, di 13 ettari a 80 metri di altitudine, e appena più su l’appezzamento Aianova di 16 ettari.
L’annata 1985 è considerata all’unanimità leggendaria, per molti addirittura la migliore. La sanità delle uve e la buccia spessa permisero un’elevata estrazione di sostanze polifenoliche e una magistrale vinificazione, consentendo di produrre, nel 1985, un capolavoro destinato a durare nel tempo.
Il colore è rosso rubino intenso con riflessi granati. Il calice sprigiona un profumo intenso e complesso. Sullo sfondo di goudron e spezie dolci emergono sentori di more, mirtilli e cioccolato fondente. In bocca il vino è voluminoso, ricco, strutturato e controbilanciato da un’acidità che dona freschezza. È un vino stratificato, che evolve nel bicchiere. I fini tannini provenienti sia dalla buccia dell’uva che dal legno delle botti sono perfettamente integrati e levigati, lasciando in bocca una piacevole sensazione di velluto. Il finale è lunghissimo con un retrogusto di liquirizia.
credit foto copertina e paesaggio: tenutasanguido.com
Sarebbe il mio anno di nascita... Ottima annata :) Sapreste indicarmi dove si può acquistare questa bottiglia? Grazie e cordiali saluti