Passione Gourmet Alex ristorante Lecce Alessandra Civilla - Passione Gourmet

Alex

Ristorante
Via Vito Fazzi, 15, 73100 Lecce LE, Italia
Chef Alessandra Civilla
Recensito da Giampiero Prozzo

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Uso delle materie prime rappresentative del Salento con un accenno al gioco ed alla estrosità.
  • Il posto centrale ma al riparo da tutto.

Difetti

  • Qualche incertezza quando si tratta di caratterizzare maggiormente un piatto.
  • L'illuminazione dei tavoli nel giardino.
Visitato il 08-2018

Cucina al servizio della materia prima, non senza gioco e guizzo creativo

Una cucina salentina moderna, i cui piatti  valorizzano le risorse di un territorio ricchissimo, ma spesso trascurato. Grafiche eleganti, qualche suggestione orientale, un bel giardino, una carta robusta sulla Puglia vitivinicola ma che sconfina piacevolmente anche molto lontano, ed infine un conto giusto. Alex da qualche anno ha cambiato le mura, spostandosi a ridosso della porta Napoli, uno degli ingressi del centro storico di Lecce, ed ha cambiato chef, con Alessandra Civilla che comanda in cucina con lucida e sapiente fermezza.  Alessandro Libertini, patron di quelli di che si impegnano a seguire tutti gli aspetti del ristorante, è rimasto e non ha certo cambiato filosofia. Anzi.

Ancor prima che di territorio, quello che si propone qui, è la cultura salentina della tavola. Così o che si scelga la degustazione o si distilli dalla carta, il percorso infilerà tutte le tradizioni di questa terra alternandone visioni ora familiari, talvolta moderne, infine più audaci, non tralasciando il fattore sorpresa o del gioco, altra deriva dell’amore della chef per la cucina giapponese che contamina alcune preparazioni.

Puglia, Giappone e molto altro in un mix geografico intrigante

Per cominciare c’è la frisa scomposta, con le licenze del pomodoro secco e dell’acqua di pomodoro,  c’è il tonno con la sua ventresca, ad ornare il nigiri e il katsuobushi condito con l’aioli. Nel cestino dei pani ci sono taralli e puccia così come il panino al curry ed alla curcuma. La grande qualità dei crudi che seguono faranno preferire lo strepitoso gambero con il solo olio al mandarino ed il sarago con la lievità del pomodoro in composta, alla triglia ed allo scampo viceversa soverchiati da un olio al curry e  fragola il primo,  alla aggressione del tabasco il secondo. Scampo che poi torna protagonista nel tagliolino, con il suo corpo dolce e suadente ed una stracciatella acidata dal limone che avremmo voluto ancor più deciso.

Tecnica in vista nell’esercizio del risotto, un Aquerello al nero di seppia con uova di salmone e plancton molto salini e quella nota spiazzante del baccalà in carpaccio con gli umori della terra di un tè al pino. Diverte infine la presentazione di triglia, fave e cicoriella, piatto di grande piacevolezza, dove al posto della classica campana in vetro per l’affumicatura, si viene dotati di un bisturi monouso per il taglio della pellicola che sigilla il piatto.
Si chiude per un buon ricordo con un carosello di dolcezze ancora una volta a rintracciare citazioni, memorie e divertissement. Fegato di pescatrice in salsa yakitori con fico bianco e cipolla caramellata,   stecco di cioccolato fondente a celare il cuore piccante di nduja per ribadire sino in fondo che con la tradizione ci si può anche divertire.

La galleria fotografica:

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