Robuchon au Dôme

VALUTAZIONE

Cucina Classica

18/20

PREGI
Un ristorante con la R maiuscola.
La cucina di Joel Robuchon nella sua massima espressione.
La carta dei vini imponente.
Un incredibile rapporto qualità/prezzo a pranzo.
DIFETTI
Attenzione alle estremità appuntite delle baguette…

Gola e purezza in un’atmosfera di impareggiabile sfarzo. Il quartier generale di Joel Robuchon, oggi, è in Cina.

Macau. Porto franco. La vita scorre tra casinò e alberghi di lusso, giochi d’azzardo, affari, denaro e un cuore coloniale portoghese.  Il Grand Lisboa è l’albergo/casinò più grande al mondo, tanto pacchiano quanto lussuoso, con la sua forma a corona con piume, che svetta su tutta la skyline della città.

Nella cupola dell’edificio, al quarantatreesimo piano, c’è quella che, probabilmente, è la più preziosa ed esclusiva insegna di Joel Robuchon, ormai un vero e proprio brand di altissima ristorazione.

Un ristorante a 238 metri di altezza con vista a 360 gradi su Macau. Un lampadario gigante a strapiombo sulla sala fatto con 131.500 pezzi di Swarovski, sculture, dipinti e mobilio di pregio. Nella cantina riposano più di 16.800 etichette.

Non il massimo della sobrietà, ma qui davvero non c’è nulla che non abbia a che fare con l’opulenza nella sua più inequivocabile accezione.

Completano il quadro, un bravissimo pianista che suona “live” durante il servizio ed un personale di sala amichevole, premuroso e inappuntabile.

Una cucina di levità e sostanza, tra Francia e Oriente in mirabile affinità

In cucina officia Julien Tongiurian, esperienze al Laurent e a Le Meurice prima di lavorare all’Atelier Saint German e poi come chef de cuisine all’Atelier tristellato di Hong Kong. Un professore. A sua disposizione ci sono gli straordinari ingredienti provenienti dal Giappone (che qui arrivano con tempistiche irrisorie rispetto ai prodotti europei) trattati con rigoroso rispetto innestando la purezza nella classicità francese.

L’esperienza gastronomica risulterà sontuosa nei sapori e nell’equilibrio degli stessi, con allunghi che rimarranno impressi nella memoria e una valorizzazione dell’ingrediente difficilmente migliorabile. Una esperienza consistente in termini lipidici, ma dalla disarmante digeribilità conclusiva.

Nel suo complesso potremmo definirla semplicemente sublime, assaggiando ad esempio una bisque profonda e corroborante; o una salsa al wasabi e un intenso dashi che ci immergono nell’atmosfera di un ryokan di Kyoto. Immancabile il celeberrimo purè griffato dal Maestro; una canard di consistenza e cottura magistrali, coccolata tra una salsa alle ciliegie e una manciata di grani di pepe straordinariamente aromatici. E il palato non si stanca mai. Francia e Oriente, in splendida affinità nel Robuchon pensiero. Gola e purezza.

E poi c’è la pasticceria, o meglio il reparto pasticceria e lievitati che da solo vale il viaggio. Varietà di pane dall’assoluta fragranza, alternate ad espressioni di arte bianca di altissimo livello. La scelta dal carrello dei dessert potrà mettere in difficoltà nella scelta: per qualità e varietà delle creazioni esposte.

Non c’è atelier che tenga e, nonostante il valore effettivo del pasto, al Dôme l’esperienza può essere anche paradossalmente conveniente grazie ai “piccoli” menù del pranzo, in grado di regalare momenti indimenticabili per una cifra poco meno inferiore a 100 euro per commensale.

C’est magnifique!

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Picture of Leonardo Casaleno

Leonardo Casaleno

Avvocato di professione e appassionato cinefilo, il suo cammino è stato segnato fin dalla giovane età da un sorprendente incontro con una passatina di ceci sulla via di San Vincenzo: un momento che ha acceso in lui un profondo culto per il cibo. Oggi sfugge con entusiasmo alla monotonia quotidiana per andare alla ricerca di tavole tradizionali o innovative che siano, purchè autentiche e capaci di sfamare la sua curiosità gastronomica. Nutre un altro grande amore per i viaggi che si manifesta in modo spontaneo: prenota un ristorante, quindi pianifica l’itinerario.

1 Comments

  1. Anonymus 1 ha detto:

    In fondo una forte certa invidia la fate voi di Passione Gourmet…..nel caso tu Leonardo ,viaggi possibilmente x lavoro poi può anche essere x piacere queste sono cose tue ^ _ ^ no l’invidia è legata al fattore restaurant non 1 a caso nello specifico ma in quel di Joel Robuchon per molti anni consecutivi il migliore chef del mondo ,..qui 6 a Macau location del posto situata a 240 metri d’altezza 3 stelle micheline e altre amenità , parli del lampadario di sala che poco mi interessa ma qui fa molta scena e descrivi i piatti dello chef Julien come poesie , interessante il cannellone di salmone con avocado e caviale , bella l’anatra con ciliegie e pepe Sechuan ma soprattutto notevole la piccola pasticceria finale ….è proprio vero l’esperienza in un 3 stelle almeno una volta nella vita si deve fare,magari risparmiando soldo su soldo godendo di qualche meravigliosa bottiglia di vino buono…….voi lo fate spesso ma ne condividete l’esperienza 1 pò con tutti Grazie anche questa volta .

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Cucina Classica

18/20

PREGI
Un ristorante con la R maiuscola.
La cucina di Joel Robuchon nella sua massima espressione.
La carta dei vini imponente.
Un incredibile rapporto qualità/prezzo a pranzo.
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Attenzione alle estremità appuntite delle baguette…

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