Villa Crespi
Valutazione
Pregi
- La qualità dell'esperienza nel suo complesso.
- Una cucina comprensibile e adatta a tutti.
Difetti
- Una certa leggera staticità nell'offerta.
I motivi per raggiungere il lago d’Orta sono molti e tutti rispettabilissimi: il bellissimo e rilassante paesaggio con i suoi scorci deliziosi e malinconici, la quiete quasi irreale, la voglia di allontanarsi per qualche ora o, meglio ancora, per qualche giorno, dal caos della vita cittadina, ma il motivo principale, quello che da anni spinge orde di gastro strippati verso il lago d’Orta, e Orta San Giulio in particolare, è principalmente un altro.
E questo motivo è la gola, il vero motore che spinge il cervello e, naturalmente, il corpo tutto a raggiungere questo ameno paesino e sedersi di nuovo, oppure per la prima volta, alla tavola del ristorante Villa Crespi, capitanato dal Bud Spencer della cucina italiana, quel Tonino Cannavacciuolo, gigante buono che, grazie alle ormai numerose apparizioni televisive è diventato un personaggio familiare nelle case degli italiani, amato trasversalmente da grandi e piccini per quel suo aspetto burbero, ma nello stesso bonario e pacioccone.
Ma Antonino Cannavacciuolo è soprattutto un grande chef che è riuscito a creare in pochi anni un’oasi di benessere e di buon gusto, in grado di non sfigurare al confronto con le grandi maison mondiali.
La cucina di Cannavacciuolo è da sempre caratterizzata da una forte commistione fra il Nord ed il Sud Italia, una cucina semplice all’apparenza, basata su elementi di assoluta qualità, lavorati il giusto per esaltarli senza nasconderli.
I sapori sono sempre netti, le cotture ineccepibili, lo stile di cucina è facilmente riconoscibile, quasi una firma.
I piatti sono spesso caratterizzati dalla morbidezza, dall’equilibrio, dalla presenza di elementi lattici, pochi spigoli ed acidità poco accentuate.
Uno stile classico ma mediterraneo fino al midollo, un viaggio tra le tradizioni del Nord e del Sud, un viaggio che parte dai ricordi e dalla memoria dello chef fin ad approdare ai giorni nostri e ad altre latitudini, portando con sé i profumi ed i colori dell’infanzia. Piatti colorati, vivaci, profumati dal basilico e dalle erbe aromatiche.
Pochi azzardi e tanta concretezza, sono il pregio di una cucina che rassicura, coccola e si adatta ai gusti dei più per un’altra sua caratteristica peculiare: la comprensibilità.
Un doveroso plauso va riservato anche a tutta la macchina organizzativa di Villa Crespi, a partire dall’accoglienza fino ad arrivare alla sala, una delle migliori della penisola, passando per la cantina dal respiro internazionale, fino ad arrivare al bar e, naturalmente, alle camere, eleganti ed accoglienti che completano un offerta di altissima qualità, da consigliare senza incertezza alcuna.
Il buon viaggio di Antonino Cannavacciuolo: una lunga serie di stuzzichini, quasi una dichiarazione di intenti. Gnocco fritto al grano arso, burrata e prosciutto San Daniele.
Friselle con pomodorini marinati, rocher di yogurt e nocciole, macaronE' un dolce francese a base di meringhe colorate, ottenuto da una miscela di albume d'uovo, un pizzico di sale, farina di mandorle, e zucchero a velo. Il macaron è comunemente farcito con crema ganache, marmellata o creme a base d’uovo.... Leggi al fegato grasso.
Il cestino del pane vario, ma stranamente un po’ gommoso e poco fragrante.
I grissini, sottilissimi e croccanti.
Un ottimo polpo alla plancha come benvenuto della cucina.
Scampi di Sicilia alla pizzaiola, acqua di polpo: la summa della cucina di Canavacciuolo, grande materia prima, freschezza, semplicità, immediatezza.
Linguine di Gragnano con calamaretti spillo, salsa al pane di segale: un altro grande classico, sempre molto goloso, tecnicamente impeccabile, ottima la salsa che spinge alla scarpetta.
Triglia, melanzana e guazzetto di provola: la triglia è cotta alla perfezione e di grande qualità, la salsa dona morbidezza e rotondità al tutto.
Suprema di piccione, fegato grasso al grue di cacao, salsa al Banyuls: una delle migliori variazioni sul tema che si possano trovare lungo lo Stivale.
Guancia di manzo, maioneseLa maionese (dal francese mayonnaise o dal catalano maonesa) è una salsa madre, cremosa e omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. Si tratta di un'emulsione stabile di olio vegetale, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento). La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e... Leggi di nocciola, terrina di patate e broccoli: un piatto poco incisivo e quasi interlocutorio, nessuno degli elementi riesce a rendere stuzzicante un piatto ben realizzato, ma niente di più.
Il ricco carrello dei formaggi.
Bicchierino di cioccolato bianco ananas e cocco.
Mango, carote, mela verde e sedano: un dessert fresco e piacevole dopo una degustazione piuttosto impegnativa.
Il duo sfogliatella e babà, naturalmente di altissimo valore.
La pralineria finale.
Per quanto riguarda la mia visita di quindici giorni fa esperienza negativa per cucina, servizio e camera (suite).
Sarebbe bello sapere da Gianfranco cosa non ha funzionato. Io pranzai oramai circa 4 anni fa e tutto fu perfetto ma alcune portate (mi ricordo insalata liquida ad es) che proprio non mi hanno lasciato nulla. Al contrario lo spaghettino ancora me lo ricordo e anche le entreeè, così come la cortesia ed il servizio. Però nessuna punta da fondoscala per me nella sua cucina. Roberto
Ah, la soggettività! A me è successo il contrario, ho trovato memorabile l'insalata liquida, mentre lo spaghetto mi ha lasciato così come mi ha trovato.
Il gusto è chiaramente soggettivo, un baccalà salato e io mangio sapido, e una salsa dei plin con evidenti sentori di bruciato, cosa riscontrata da altre recensioni mi sembrano dati oggettivi. Servizio eccessivamente ingessato e cena durata un'ora e quindici minuti, tipo mensa. Suite con acqua Panna come benvenuto e tre scuri mancanti alle finestre. Se uscite dopo la cena e prevedete di entrare dopo mezzanotte vi lasciano le chiavi di ingresso della villa perché c'è solo un guardiano notturno, nessuno alla reception. Non ho idea se la cosa possa influire o meno ma lo chef non era presente, è arrivato, visto da me, alle 21.50.
Io vorrei andarci a luglio per festeggiare il mio compleanno e, di riffa e di raffa, mi costerà quasi mille euro tra stanza e cena (spicciolo più spicciolo meno... ma se campa na vorta sola e chissene); a certi costi e a certe eccellenze le scivolate non esistono, men che meno lo chef non sia presente (non pretendo sia lui a spadellarmi lo spaghettino ma che sia in cucina a supervisionare si!) perche preso da tutto altro: credo sia giusto avvertire il cliente se lo chef sarà presente o meno, considerato che se si va in un ristorante è proprio per assaggiare "la sua mano" e non quella del suo sottopanza (sicuramente bravo e preparato) come si dice a Roma, in quanto il conto finale, di certo non mi verrà scontato...