Valutazione
Pregi
- Buon rapporto qualità prezzo.
- Si beve bene anche al bicchiere.
- Vista suggestiva.
Difetti
- La strada per arrivarci è davvero impervia.
Prosegue l’avventura di Corrado Fasolato che da qualche anno ormai, abbandonati i fasti della grande ristorazione di albergo (leggi Met a Venezia), riceve i suoi ospiti sulle colline che circondano il comune di Schio, allo Spinechile Resort.
Dove, diciamolo subito, solo un cuoco davvero bravo (e lui lo è, senza alcun dubbio) potrebbe pensare di posizionarsi: qui, in Contrà Pacche, semplicemente non ci si passa per caso, ma bisogna proprio volerci venire. La strada è a dir poco impervia ma, come non di rado accade nella vita, il sacrificio per raggiungere l’obiettivo verrà ampiamente ricompensato. In primis dal suggestivo panorama che si gode dalla parete a vetri della piccola e accogliente sala da pranzo, ma soprattutto dalla cucina di Fasolato, chef di riconosciuto talento e grande creatività.
Una scelta, la sua, sicuramente coraggiosa, dettata dalla voglia di tornare a vivere e a lavorare vicino alla sua Vicenza in una dimensione altra, lontano dai ritmi asfissianti e dalle logiche della cucina di un grande albergo quale era il Met, e ancor prima il Ciasa Salares in Alta Badia.
E anche dal sogno di avere un luogo in cui coltivare personalmente la frutta e la verdura utilizzate per la sua cucina. E qui potrà farlo, dal momento che il ristorante è circondato da oltre 40mila metri di terreno sui quali ha iniziato una ambiziosa e stimolante opera di riqualificazione e coltivazione.
Insomma tutto sembrava giocare affinchè lo chef, lontano, dai condizionamenti di strutture alberghiere di prestigio, potesse trovare la massima libertà di espressione seppure dovendo tenere in giusto conto le nuove necessità gestionali ed economiche. Invocavamo in una precedente recensione la ricerca del giusto equilibrio tra il talento del cuoco incline ad una cucina di grande livello, non necessariamente semplicissima, e la necessità di non disorientare la clientela locale.
Sul punto registriamo con piacere che il ristorante va a gonfie vele nonostante la non facile ubicazione. La sala è perfettamente gestita dalla brava Paola, moglie dello chef, che fa anche da sommelier e che saprà suggerirvi abbinamenti assolutamente non banali.
Fasolato si conferma chef di grande solidità. Tecnica impeccabile al servizio di una spiccata centralità gustativa.
Tuttavia abbiamo avuto l’impressione che in cucina qualcosa si sia fermato, che la preoccupazione di rassicurare il cliente abbia preso decisamente il sopravvento sulla voglia di regalargli emozioni.
E così l’estro del cuoco capace di accostare tanti elementi nel piatto ed uscirne vincitore cede il passo ad una cucina più semplice ed immediata. Vedi il Tiramisu, piatto un po’ piacione, che appartiene al Fasolato che ci piace di meno: quello incline a perseguire “facili scorciatoie gustative”.
Anche i Tortelli di vitello, animelle, capesante, caffè e miele non ci è parso un piatto particolarmente centrato. Impegnativo dimensionalmente, un po’ stucchevole al palato e con l’animellaGhiandola corrispondente al timo umano presente in agnelli e vitelli che scompare con l’avanzare degli anni. Rientra tra le frattaglie bianche, si presenta come una massa spugnosa e va consumata fresca, altrimenti fermenta. La parte commestibile, di forma allungata, si definisce noce e, previa cottura, va immersa in acqua, ricambiandola ogni volta che assume un colore rosato, al fine di... Leggi non al meglio, oltre che non adatto alla stagione in cui è stato presentato.
E poi non possiamo omettere di aver rilevato nel corso delle ultime visite una certa ripetitività sia nelle preparazioni (la Moka ad aprire il pasto, il dessert fantastico ma già presente, identico, nella nostra precedente visita così come il Maialino con finferli e pesche) che negli elementi che le compongono (leggi spume di patata, tempuraLa tempura è un piatto tipico della cucina giapponese a base di fritto misto di molluschi, crostacei e verdure. Gli ingredienti vengono intrisi, prima della frittura, in una pastella di farina di riso, acqua gasata e ghiaccio.... Leggi al nero di seppia, la base di amatriciana con gli scampi).
Anche questo potrebbe essere letto come indice di una certa stanchezza o quanto meno di un periodo di stasi creativa, a cui lo chef non ci aveva abituato. Nulla di così grave, sia chiaro -un momento un po’ così in un percorso professionale ci può stare, eccome- anche perché qui si continua a mangiare più che bene. Resta, certo, il rammarico di non aver visto realizzarsi quel percorso di crescita e di consolidamento che ci sembrava essere assolutamente nelle potenzialità dello chef.
Ma non è detta l’ultima parola e noi allo Spinechile Resort torneremo… questo è sicuro.
Rossini: gambero in tempura, nero di seppia, fragole e prosecco. Un ottimo inizio.
Pizzetta di farina di Maranello con a lato ingredienti da abbinare.
Fagottino di Salmerino. Ottima acidità, piatto molto riuscito.
Tiramisu. Alla base guanciale e cipolla, quindi crema di patate, rosso d’uovo, mascarpone e all’interno uno scampo. Piatto grasso, rotondo, piacione, in cui lo scampo è del tutto sopraffatto dalla base di Amatriciana.
Tortelli di vitello, Animelle, Capesante, Caffè e Miele. Un pò pensante e difficile da mangiare, per forma e dimensione del boccone.
Maialino da latte, finferli, pesche.
Pre-dessert molto buono: Passata di ananas, spuma di yogurt, gelato al whisky, granita di albicocca.
Grande il dessert: Spuma di mascarpone, gelatina di frutto della passione, capperi, olive, pistacchi.
Il difficilissimo mestiere dello chef -patron ovvero lo spacca cervello del cuore o portafoglio? Ovvero., come non riuscire a mettere d'accordo le proprie ambizioni espressive delle idee e piatti di cucina, con quelle legate al rendiconto economico di portare avanti il ristorante :-) dilemma che credo x qualsiasi cuoco finirà solo alla fine del mondo !!!!1 saluto ,ho ripreso a commentarvi...leggervi non smetto mai .
concordo: mi pare che in cucina abbia solo un vero e proprio aiuto e qualche stagista e questo può fare tutta la differenza del mondo. Ho cenato lo scorso anno ma ad eccezione di un piatto di altissimo livello (se non ricordo male scampi, ciliegie e ricotta) non mi sono rimasti impressi grandi ricordi! Rivedendo adesso i piatti ricordo un ' altra versione della "pizzetta affumicata" con gli abbinamenti (a parere mio piatto abbastanza inutile), l' anatroccolo sempre con le pesche e i finferli (probabilmente il maialino regge meglio). Probabilmente lo sbaglio è partire con delle attese troppo alte: era tutto buono e ben fatto però non ho trovato quel guizzo da fuoriclasse che fa la differenza.