Gaggan
Valutazione
Pregi
- Un interessante topos nella cultura gastronomica indiana
Difetti
- Uno stile non proprio personalissimo
Bangkok è una realtà gourmet in grande fermento. Da qualche anno a questa parte si è assistito ad una inarrestabile ascesa di cuochi e ristoranti in cui contaminazioni occidentali – fortunatamente ancora non così influenti come a Singapore e Hong Kong – si scontrano con il grande fascino della cultura alimentare locale, dando vita ad un terreno fertile per nuove proposte gastronomiche.
Gaggan è considerato da molti opinionisti e frequentatori abituali (inclusa la famiglia reale thailandese) il miglior ristorante della città e dopo la nostra esperienza abbiamo la conferma che la cucina di Ferran Adrià ha influenzato i cuochi di tutti i continenti del mondo.
Il bel ristorante dello chef nato a Calcutta Gaggan Anand conserva un certo fascino, per la location in primis (è ospitato in una bellissima casa coloniale in teak bianco), ma anche perché è probabilmente l’unica tavola al mondo a reinterpretare in maniera divertente una cucina – quella indiana – tutt’altro che di moda, dando lustro agli effetti ludico scenici della cucina molecolareQuesta cucina è oggi materia scientifica che mette in evidenza ed utilizza in cucina alcune tecniche e meccanismi basati su reazioni chimiche che trasformano un alimento, senza l'utilizzo di sostante chimiche o additivi. Ferran Adrià è il massimo esponente di questa forma/scuola di gastronomia. La Cucina Molecolare Spagnola, a seguito di "El Bulli" di Adrià ha segnato un vero e proprio... Leggi.
Sebbene questa, definita “Progressive Indian”, non brilli per originalità a livello di tecnica, è comunque concettualmente valida. Anand è l’unico chef indiano nonché il secondo asiatico ad aver lavorato nel team di ricerca di El Bulli e, sebbene non riesca a fare a meno delle tecniche moderniste, è riuscito comunque nell’apprezzabile intento di pensare ad una visione nuova della antica tradizione culinaria indiana risaltandone le più importanti qualità come il dosaggio al millimetro di spezie e aromi. Alcune (ma non tutte) elaborazioni centrano in pieno l’obiettivo prefissato presentando una ben definita carica gustativa. L’ostentazione del divertimento e dell’effetto scenico accompagna tutto il menù, a partire dagli amuse bouche in cui fanno la loro comparsa sferificazioni e contenitori edibili, per finire con la preparazione – eseguita direttamente davanti al commensale – del dessert finale, tra sifoni e spugne.
Non esiste una carta delle pietanze, ma solo tre percorsi degustazione, tutti abbastanza ampi.
Nel menu India Reinvented, da noi scelto in alternanza ad altre proposte vegetariane, ci sono momenti in cui si riesce a viaggiare con la mente tra profumi e sapori inconfondibili della cucina indiana, sorprendentemente integrati ad ingredienti a più ampio raggio di geolocalizzazione come maiale iberico o capesante norvegesi.
Il dato inconfutabile è che Gaggan Anand, ad oggi, a Bangkok è una star. Vedremo però nell’imminente futuro quali sensazioni potrà suscitare verso una clientela più occidentale e la critica che conta ad Hong Kong, dove sta per aprire una succursale all’interno del Landmark Mandarin Oriental.
L’incipit del nostro percorso si rivelerà già la parte migliore dell’intera cena: “Streets eats from India”: sequenza che parte dallo Yogurt chaat, reinterpretazione sferica del papdi chaat, tipico cibo da strada di Mumbai. Gusto esplosivo, concentrato e definito tra diversi ingredienti,
noccioline alla paprika da mangiare direttamente con la bustina di plastica commestibile,
la deliziosa variazione di patate: liquide e croccanti,
si conclude con un altro classico dello street food indiano: pani puri, ma al cioccolato bianco.
Una prima cocente delusione arriva con il poco esplosivo “Explosion”, differente reinterpretazione del precedente assaggio, conosciuto anche come Golgappa. Ma il sorbetto di lattuga nella siringa e l’involucro di patate piccanti contenente una crema di yogurt sono davvero poco concentrati nei sapori.
Si ritorna a riscoprire i sapori indiani con la “Alchemist Cake”. Questa volta ad essere reinterpretata è il Dhokla qui riproposta con farina di lenticchie, foglie di curryCon il termine curry in italiano si intende una varietà di miscele di spezie pestate nel mortaio, in uso principalmente nel sud-est asiatico. Le spezie utilizzate possono variare notevolmente e, a seconda di quelle dominanti, possono cambiare il colore e la piccantezza della miscela. In India l'equivalente italiano della parola curry è masala, del quale ne esistono decine di varietà,... Leggi, chutney
Il termine chutney indica una famiglia di condimenti agrodolci più o meno piccanti a base di frutta e/o verdura cotte in uno sciroppo di aceto, zucchero e spezie. Il principale è sicuramente il chutney al mango, ma ne esistono numerosissime versioni, poiché lo si può preparare con qualsiasi tipo di frutta (per quella povera in pectina, si aggiunge un 20... Leggi e gelato al cocco.
Il primo passaggio del menu vegetariano è soltanto soddisfacente: verdure in perfetta tempuraLa tempura è un piatto tipico della cucina giapponese a base di fritto misto di molluschi, crostacei e verdure. Gli ingredienti vengono intrisi, prima della frittura, in una pastella di farina di riso, acqua gasata e ghiaccio.... Leggi con maionese
La maionese (dal francese mayonnaise o dal catalano maonesa) è una salsa madre, cremosa e omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. Si tratta di un'emulsione stabile di olio vegetale, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento). La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e... Leggi vegetale al curry.
Prosegue il nostro India Reinvented con la “Treasure Shells”. Capasanta norvegese, senape, Cognac e panna acida speziata.
Visto che siamo in tema Adrià… Estrella Dam Inedit, birra studiata in collaborazione con lo chef catalano.
“River King”: gambero tigre grigliato in salsa tandoori con infusione di foglie di curry e chutney di mango.
Altra incursione vegetariana: “Down to Earth”. Un mix di verdure e funghi estivi: asparagi, morchelle, carciofi con tuorlo cotto a 62° e chili tartufato. Discreta riuscita ma il tubero latita.
Ottimo e gustoso il “Keema Pav”: panino contenente una tartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi al curry di agnello, con pomodoro disidratato, a ricreare una sorta di ragout.
L’interlocutorio piatto di verdure saltate con spezie indiane.
Di gran livello il “Gunpowder”. Merluzzo fiammeggiato alle spezie thai, polvere di foglie di curry, porridge di riso basmati e zucchero al tamarindoIl tamarindo o "dattero dell'India", è un albero tropicale della famiglia delle Fabaceae, originario dell'Africa Orientale, ma ora presente in aree tropicali asiatiche e dell'America Latina. È l'unica specie del genere Tamarindus. Il tamarindo è utilizzato per l'alimentazione, per scopi ornamentali e anche per le sue proprietà medicinali.I frutti del tamarindo sono commestibili. La polpa dei frutti acerbi è molto... Leggi. Gran bella intuizione.
Delude il “Portuguese Connection”. Pancia di maiale Joselito arrostita con vindaloo e aglio schiacciato.
Il piatto più tradizionale, eseguito impeccabilmente, viene sarcasticamente chiamato “British National Dish”, in quanto è un classico anche nel Regno Unito. Si tratta del pollo tekka masala accompagnato dal naan, tipico pane indiano.
Pre-dessert privo di sussulti. Il “Poor man’s porridge” è una crema di riso e gelsomino, gel di pistacchio e croccante di mandorla; nel momento in cui viene servito i camerieri spruzzano sul tavolo un’essenza di rosa che si rileverà piacevole solo all’olfatto. Eccessivamente stucchevole e poco incisivo.
Al contrario, un grandissimo boccone lo riserva il secondo pre-dessert: “Masala Chai”, ovvero il “tè speziato misto” fatta con tè nero, latte e una miscela di spezie ed erbe indiane, con gelatina alle giuggiole. Ci si ritrova in India.
Per l’ultima preparazione entrano in sala gli chef pasticceri.
Buono ma già visto il dessert: “I Love Chocolate”. 5 tipi di cioccolato in differenti consistenze, mango e sale frizzante.
Una delle salette.
Ingresso alla villa.
Plastica commestibile??? Sarà obulato giapponese, magari...