Antica Trattoria del Gallo
Valutazione


Pregi
- La cotoletta e i cannoncini alla crema.
- Una grandissima carta dei vini.
Difetti
- Il costo elevato dei dolci.
Un bel luogo, un servizio professionale, una fornitissima cantina e un’ottima materia prima. Ci sono tutti i presupposti per contrassegnare l’Antica Trattoria del Gallo di Gaggiano come uno dei più goduriosi e piacevoli indirizzi regionali votati alla cucina di tradizione. Oltre alle (nostre) parole, parlano i fatti, anzi, parla il pubblico che affolla da un po’ di tempo questa tavola, specie nel fine settimana. Merito del bravo Paolo Reina al quale bisogna riconoscere di aver fatto un grande sforzo per rendere la sua “trattoria” un crocevia di prodotti di altissima qualità. Gli ambienti caldi e familiari sono quelli di un’affascinante casa addossata al Naviglio Grande, ad una decina di chilometri da Milano, raggiungibile attraversando i paesaggi verdi e le secolari risaie a sud-ovest della capoluogo lombardo.
Reina ha rilevato l’esercizio negli anni novanta dalla storica famiglia Gerli, che sin dal 1870 e per qualche generazione aveva trasformato il Gallo in una delle più rinomate trattorie del nord.
Con l’avvicendamento, la nuova proprietà ha apportato pochi cambiamenti rispetto alla precedente gestione, familiare all’epoca come oggi, con l’aggiunta di un cordiale servizio di sala impostato più da ristorante di livello che da semplice trattoria. Molte cose vengono fatte direttamente in casa: ovviamente il pane e la pasta, ma anche il burro salato e la pasticceria.
Poi ci sono alcuni piatti culto da non perdere, come il famosissimo pollo alla diavola, da una storica ricetta tramandata dalla famiglia Gerli, che, dopo una cottura di trenta minuti in abbondante olio sotto una pressa, acquisisce una consistenza croccante, asciutta ma anche succulenta. Un piatto semplice ma suadente. Anche alla cotoletta, proposta sia battuta sia alta, è difficile chiedere di più, con una carne fantastica e una frittura asciuttissima. Un’esecuzione difficilmente migliorabile.
Si chiude con gli storici cannoncini alla crema (espressa e calda), altro grandissimo esempio di tradizione gastronomica milanese eseguita in maniera esemplare.
Certo è che i prezzi, soprattutto quelli dei piatti principali, sono un po’ più alti della media, ma i prodotti utilizzati hanno un’incidenza importante sull’esperienza complessiva. Qualche euro in meno per i dessert però non guasterebbe.
Inoltre, c’è il rischio di farsi tentare da una carta vini la cui consistenza farebbe invidia anche a molti stellati, una lista completa, lievemente ricaricata, che strizza l’occhio anche al biodinamico e propone una bella selezione di champagne.
Il cliente ritorna al Gallo perché si trova bene, si diverte e si fa prendere per la gola da una cucina territoriale e tradizionale, quindi golosa, ma capace di evitare anche i tipici appesantimenti della cucina lombarda. E’ bellissimo anche il dehors che durante la bella stagione regala una romantica atmosfera.
Gli antipasti sono all’insegna della semplicità: crostini di baccalà mantecatoRicetta tipica veneziana a base di baccalà (stoccafisso come viene chiamato in tutto il resto d’Italia eccezion fatta per il Veneto) che viene montato con la sua acqua di cottura, aglio, olio extravergine di oliva e prezzemolo tritato. Il baccalà mantecato viene servito comunemente tiepido o freddo con polenta morbida, fritta o tostata.... Leggi cotto nel latte e condito con pepe e olio extravergine.
Insalata di carciofi e Castelmagno, di stagione.
Molto buona l’insalata russa in cui spicca la consistenza croccante delle verdure e la sapidità dei capperi di Pantelleria.
Il pane è invece un po’ deludente
La tradizionale trippa di foiolo in umido con fagioli di Saluggia è forse un po’ troppo saporita, ma si rivelerà piacevolmente digeribile.
Piacevoli gli gnocchi di patate e stracotto di coda di bue.
Peschiamo qualcosa dalla Francia.
I piatti principali sono tutti di grande livello, a cominciare dal capocollo di maiale Iberico: viene utilizzato un taglio tenerissimo (a proposito di materia prima di spessore, il taglio è fornito da Joselito) con purea di patate e peperone arrostito.
Coscia d’oca confit, con purea di zucca e mostarda di Voghera. Eccellente.
Poi arriva il turno dei cult: la “Costoletta alla milanese” in versione alta, lasciata internamente rosa, di rara morbidezza,
e l’ottimo pollo “al mattone”.
Il tutto accompagnato dalle patate fritte a fette del Gallo, asciutte e, come recita il vademecum del locale, “non adatte a chi pensa siano industriali”.
Un bel pinot noir.
La meringa con crema al pistacchio e cioccolato è un bel dolce.
Cosi come la storica torta di pere con cioccolato caldo.
Ma il vero superstar è il cannoncino alla crema, con una pasta friabile e caramellata il giusto (scongiurato il pericolo attaccamento al palato) e una crema calda che crea dipendenza. Qui si rischia, seriamente, che il colesterolo prenda il largo.
Interni.
Altra saletta.
Qualche prodotto della dispensa.
Ingresso.
Ottimo,molto invitante! TMC