Valutazione
Pregi
- I prezzi contenuti
Difetti
- Il cinque-sei-sette-e-otto errori
Metti un venerdì a cena con la famiglia, una serata di quelle che non vuoi passare in casa, ma in cui non gradisci nemmeno dover rischiare di privarti del tuo rene più sano.
Anche senza chiamare in causa i soliti tristi luoghi comuni, è matematico che uscire a cena in più di due persone, a meno di accettare livelli qualitativi sotto il minimo della decenza, è sempre più impegnativo per quanto concerne l’aspetto economico.
Se proprio non si vuole rinunciare al piacere di un bel ristorante in compagnia, ma nemmeno separarsi dal sopracitato rene, il ristorante Cristian Magri a Settimo Milanese potrebbe essere una valida soluzione. Il sito web parla chiaro, è possibile scegliere un menù degustazione di cinque portate a 30€ oppure cenare alla carta a non più di 40€, anche impegnandosi a dovere.
Potrebbe, perché durante la nostra visita abbiamo dovuto constatare che la cucina sta attraversando un vistosissimo momento di stanchezza, e nonostante il numeratore “prezzo” resti fortemente allettante, rapportandolo al denominatore “qualità” il risultato purtroppo mostra un triste segno meno.
Praticamente quasi tutti i piatti portano in dote errori più o meno palesi di esecuzione e di concezione, fino ad arrivare a casi al limite della piacevolezza. E’ bene precisare che l’asticella dell’aspettativa, a fronte del limitato impatto economico, non fosse posta particolarmente in alto, ma nonostante questo la sufficienza è risicatissima, e mantenuta soltanto perché in questa fascia di prezzo i competitor sono alcuni all-you-can-eat e gran parte delle trattorie, e salvo alcuni sporadici fortunati casi il livello medio resta di poco superiore.
Certo è che altri sono i tempi del Cristian Magri di Corsico, o di quello che fa lustro di esperienze da Aimo e Nadia, da Cracco-Peck e come Executive Chef al Savini. Durante la nostra visita tutto questo know-how, con nostro sommo dispiacere, è rimasto riposto nel cassetto della memoria, purtroppo chiuso a chiave.
Triste constatare come, nonostante la sala non fosse piena ma tutt’altro che vuota, lo chef Magri fosse stato l’unico cameriere ad effettuare servizio in sala, e che guardando all’interno della cucina (a vista) fosse possibile osservare al lavoro un (1) solo affaccendatissimo ragazzo.
Grazie anche alle nostre precedenti visite siamo certi si tratti solamente di un periodo decisamente sottotono, ma visto che il conto resta il medesimo dei momenti migliori, non possiamo non evidenziare la situazione. Speriamo di tornare a raccontare a breve il ritorno del ristorante a livelli del passato, più consoni al nome che porta.
Il benvenuto dalla cucina. Bacio di dama salato buonissimo, crema di ceci dall’ambigua consistenza, chips molto salate.
Selezione di salumi Marco d’Oggiono, gnocco fritto e la nostra giardiniera.
Nonostante la provenienza di tutto rispetto, non una parola sui salumi, nemmeno sulla tipologia. Risulteranno comunque tutti buoni escluso il cotto, troppo asciutto. Buono lo gnocco fritto, giardiniera che mortifica totalmente il gusto originario delle verdure in favore dell’aceto.
Il pane a lievitazione naturale. Servito caldo, non salato anzi, quasi un pan brioche. Purtroppo la fragranza svanisce con la diminuzione della temperatura al tavolo.
Terrina di coniglio, pistacchi e ristretto di Marsala.
Terrina un filo asciutta ma gustosa, ottimo il ristretto al Marsala; purtroppo però la quantità farmaceutica di quest’ultimo fa sì che finisca alla seconda forchettata.
Ravioli di carciofi, asparagi e vongole.
In realtà il piatto in carta recita “Ravioli di branzino, asparagi e vongole”, veniamo avvisati in seguito all’ordinazione che, per problemi di fornitura, il branzino è rimpiazzato dai carciofi.
Non comprendiamo il nesso tra i due ingredienti, ed infatti il risultato resta incomprensibile. Come ci resta incomprensibile la scelta di chiamare “ravioli” dei contenitori di ripieno da mezzo metro quadro cadauno.
Cotoletta orecchia di elefante con patate fritte, scalogni e pomodori.
Un prontuario di stereotipi sulla cotoletta: eccessivamente unta e dal sapore di burro, con panatura spessa e instabile, salatura a singhiozzo, patate fritte molli e pomodorini freddi. Un calvario anche raccontarla.
DolceBirra… Nocciole e birra.
Spuma di birra addensata (presumibilmente da una bionda, quindi amarissima e con residui di carbonica) su uno zabaione ed una sorta di torta alle nocciole sbriciolata. La grassezza dello zabaione amplifica la sensazione amara e la carbonica causa un notevole pizzicore su lingua e palato, praticamente una crema alla birra. Nocciole disperse nella battaglia amaricante del cucchiaino.
Unico punto a favore di questo dessert la persistenza: mi ha tenuto compagnia fino alla mattina successiva. Potremmo per questo arrivare a definirlo Social.
Vista la tradizione pasticcera di Magri (e la pasticceria, che divide i locali con il ristorante), un dessert del genere fa doppiamente male.
Decisamente lo stato in cui preferiamo la birra, quello liquido. Da una carta esile ma comunque curiosa abbiamo scelto questa. Anzi, la nostra scelta è ricaduta su due birre di Teo Musso, ma stavano insieme al branzino…
Da solo in cucina (mancava qualcuno ?), con la sala mezza piena, il ragazzo è stato "strepitoso", e non è una battuta, avrebbero potuto invertire i ruoli e magari sarebbero arrivate 2 parole sui solitamente notevoli Marco D'Oggiono... A vista, oltre la cucina, sono per caso stati avvistati, destinazione altri tavoli, un risotto con osso (degustazione) e/o una costoletta modello senza elefante (che vedo in carta)...dall'aspetto... Grazie, bella rece Marco 50&50
Marco, te lo dico in totale simpatia e senza faccine ambigue, ma se 50 e 50 deve rappresentare la divisione percentuale fra frasi comprensibili e, diciamo, esageratamente ermetiche, sei stato decisamente ottimista nella scelta del nick. Un saluto!
È la quarta migliore battuta del 2013 che incasso volentieri, se ti sembra tutto senza senso aspetta la fine del quinto capitolo poi tutto apparirà più chiaro. Marco 50&50
non a caso nel quinto canto vengono puniti i lussuriosi :D
siamo in trepidante attesa.
Di piccoli, graziosi, tortellini romagnoli me ne faccio 2 piatti al giorno, il 50%, quello comprensibile a colazione, questa, forse, si è capita Marco 50&50
Né piccolo, né grazioso né, ahimè, piatto.. una delusione continua.
Mi scuso con il Signor Pellegri, anche se non ho trovato risposte, alle mie incomprensibili ma garbate domande indirette riguardanti la sua, ribadisco bella rece. Qualcuno volò... cercando di pungere ma trovò un... nido... e si punse, finse di non capire il sesto senso, sperò in una facile ironia a senso unico e dovette chiedere a Jack perchè stava diventando tutto troppo difficile...pensare che avevo incassato, per educazione, una prima palla alla quale avrei potuto rispondere ad occhi chiusi senza tastiera, lui adesso sta ancora cercando il filo wireless Marco 50&50
Mi pare che tu stia esagerando, scaldandoti inutilmente e scendendo oltretutto nella tristezza di giocare con i nomi delle persone (l'ultimo specialista che ricordo dirigeva il Tg4). Non ho nessuna intenzione di fare sul serio. Ho fatto una battuta che evidentemente, educazione a parte, ti ha punto sul vivo, e di questo, lungi dall'essere soddisfatto, mi dispiaccio (senza per questo mutare idea sulla questione di fondo). Ora però basta con l'esibizionismo da palestra (oltretutto, nella risposta a Walter, già non mi stavo più riferendo a te). E lo dico, come dal primo intervento, senza astio alcuno, quindi evitiamo questi toni da sfida all'Ok Corral digitale.
Guarda che il primo ad ironizzare sui nomi sei stato tu, ho incassato il tuo sarcasmo ma hai insistito, da parte mia possiamo sotterrare la tastiera di guerra, anzi ti offro una pizza, volentieri. La mia scrittura, o la questione di fondo, è effettivamente in pericoloso equilibrio precario ma, astener si perditempo, traduco volentieri. La pizza puoi non accettarla, vedremo, speriamo non debba dirti : che compassione gourmet Marco 50&50 Inviato da iPad
Mai rifiutato una pizza, neanche quando trattasi di mazzata. Non inizierò certo ora, e non certo per questioni di sola golosità. Quando preferisci, volentieri. (ad ogni modo giova ricordare la differenza fra Nick e Name).
Allora mi scuso, non era mia intenzione offendere e solo ora ho capito che nemmeno tu volevi farlo. Per ora ti offro la margherita della pace. Ciao Marco
Gentile Sign.Alessandro Pellegri, certamente le sue competenze sono specifiche e ben più approfondite delle mie. Molto probabilmente lei è capitato da Cristian proprio in un giorno "sfortunato". Trovo tuttavia la sua recensione poco generosa,a tratti perfino sarcastica e senza motivo alcuno. Ho scoperto questo ristorante per caso un anno e mezzo fa. Da allora ho deciso di festeggiare da Cristian diversi avvenimenti legati alla mia famiglia, non ultimo il cinquantesimo dei miei genitori e le assicuro che mio padre è molto esigente a tavola, da bravo cremonese DOC, così come i miei parenti materni del lodigiano, che vendono vino e che hanno contribuito alla nascita dei percorsi enograstronomici in questa zona, sanno bene cosa significhi la "buona tavola". siamo sempre rimasti soddisfatti. Sono arrivata anche senza preavviso diverse volte, portando con me amici e amiche di diverso "tipo". Non ho mai verificato lo scarso livello che lei così dettagliatamente descrive nella sua recensione. Nemmeno ieri sera. Ho mangiato dei gamberi crudi freschissimi accompagnati da frutti di bosco, zucchine e burrata...un piatto davvero eccellente. Ho ordinato il fritto " Non è un Acquario..." che ogni volta lascia me e chi lo ha provato davvero colpiti, non solo certo dalla presentazione, davvero originale, ma soprattutto dalla bontà e dalla leggerezza della frittura. Il gelato croccante al cioccolato con gelato al cardamono infine è ormai una mia "fissa"e credo anche quella di numerosi clienti... Certo ne convengo: non è facile in questa zona far decollare un ristorante del genere e soprattutto un certo tipo di cucina. Il menu fisso deve rispettare in un certo senso anche il contesto in cui si va a collocare e abituare la clientela di questo piccolo Comune, ci sono nata,a qualcosa di "diverso" non è certo facile. la location di certo non aiuta, ma anche su questo so che ci si sta lavorando. Ci vuole tempo... Ma basta chiedere a Cristian cosa vuole inventare per noi e lo troverà sempre disponibile e pronto a stupirla. Inoltre, da semplice cliente, mi consenta di dire che a volte non è importante solo la temperatura del pane , ma anche trovare un servizio accorto, gentile e discreto... io qui l'ho sempre trovato. Sia in ce ne solo per due, sia in tavolate più difficili da gestire. Conosco infine e soprattutto la fatica e l'impegno che Cristian e sua moglie stanno mettendo per far decollare questo tipo di offerta. Il rapporto qualità prezzo poi non è assolutamente cosa facile da garantire, specie in questo periodo. Sia più generoso la prossima volta,quindi: Cristina Magri lo merita, le assicuro. Certo sarcasmo poi non lo merita nessuno ed usare certi toni danneggia anche lei e la sua professione, mi creda.
Chi di sarcasmo campa , di sarcasmo muore . Tutto il resto è noia .
Cara Francesca, non è un problema di generosità ma di obiettività di giudizio. Su Magri e sulla sua nuova avventura avevamo puntato eccome. Su questo stesso sito potrà leggere la lusinghiera recensione precedente uscita a mia firma. Poi ci sono stato altre due volte ed anche io ho avuto netta la sensazione che la cucina iniziava a lasciarsi un po' andare. Il bravo Pellegri con il suo pezzo non fa che fotografare la situazione attuale del ristorante. Cristian Magri resta, ovviamente, un cuoco bravo. Oggi potenzialmente assai migliore del suo ristorante. Comunque, non dubiti, ci torneremo. Ad Majora
E' ovvio , nessuna affermazione spropositata indirizzata alla destinazione finale dell'essere umano in generale . Solamente un modo di dire sentito e risentito piu' o meno condito e abbinatao a salse diverse .