Valutazione
Pregi
- La leggerezza incredibile della frittura.
- La simpatia della gestione familiare.
- Il prezzo ragionevole rispetto a locali comparabili.
Difetti
- il dessert, inadeguato al livello del ristorante.
Tra le esperienze da non perdere in Giappone c’è quella di un pranzo in un ristorante di tempuraLa tempura è un piatto tipico della cucina giapponese a base di fritto misto di molluschi, crostacei e verdure. Gli ingredienti vengono intrisi, prima della frittura, in una pastella di farina di riso, acqua gasata e ghiaccio.... Leggi “serio”.
E se a Tokyo questo vuol dire 7 Chome Kyoboshi, già proposto su questi schermi e con le sue tariffe da paura, a Kyoto si traduce in questo Kyoboshi: qualità comparabile per la tempura, inferiore nel cadre e in ciò che tempura non è, ma a un terzo del prezzo.
Il cuore dell’esperienza, la successione di una ventina di divini bocconi, è, infatti, lo stesso e consente anche a chi entra in questo piccolo locale di resettare i propri parametri in materia di frittura.
Il ristorante è alla terza generazione e il giovane chef, Toshinori Sakakibara, è affiancato dalla madre e dalla moglie nel servizio ai sei fortunati che avranno trovato posto e che saranno coccolati per l’intera durata della serata (un paio d’ore benissimo spese).
L’offerta prevede un menù unico che spazia tra terra e mare proposti come tempura: leggerissima, la crosta croccante come difficilmente si può immaginare, racchiude la materia fritta esaltandone gli aromi. Unico accompagnamento il sale, lavorato fino a renderne la consistenza simile a quella dello zucchero a velo, e il limone, posti in due ciotoline; la terza ciotolina che vi sarà fornita contiene invece daikon grattugiato, da mangiare tra una portata e l’altra.
Gli ingredienti sono tutti di ottima scelta e la sequenza non ha sbalzi; si procede con gran gusto tra mini toast di gamberi e ginkgo nuts, carote in guisa di filo telefonico (divertissement bello quanto buono) e fagiolini in equilibrio miracoloso, per chiudere con la patata dolce da immergere nel cognac e nello zucchero, una ghiottoneria memorabile.
Buonissima anche la chiusura del “salato” con la soave zuppa di riso in cui immergere i gamberetti fritti.
Accompagnamento a base di shochu o birra, anche se per i più francofili non mancano un paio di champagne, serviti però solo in bottiglia intera (con i ricarichi usuali da queste parti).
Peccato per il dessert, un gelato di vaniglia con liquore di caffè piuttosto anonimo e servito direttamente dopo averlo preso dal frigorifero, che c’impone una piccola penalizzazione di punteggio a un’esperienza che, comunque, consigliamo caldamente.
Al commiato, la consueta gentilezza nipponica si fa qui ancor più cordiale, grazie alla naturale simpatia di questa famiglia che ricorderete a lungo.
L’ingresso del locale. Attenzione, insegne solo in giapponese.
Il maestro all’opera.
Il sale.
Il daikon.
Toast di gamberi. Si capisce che qui si fa sul serio…
Il pesce è una specie di piccolo merluzzo, il risultato è encomiabile.
Mini baccelli di soia.
Gambero (ci sarà portato a più riprese).
Seppia.
Carote. Occasione per una divertente gag con il cuoco che finge siano cavi telefonici e poi si schermisce ai nostri complimenti.
Peperoncini verdi.
Alga nori (da mangiarne a pacchi).
Radice di lotoÈ il rizoma (fusto sotterraneo) di una pianta acquatica dell'Asia meridionale e dell'Australia, che cresce in stagni e acquitrini. Simile a un tubero e dalla consistenza che ricorda la rapa bianca, viene tagliato a fette e consumato crudo, cotto al vapore, saltato in padella, fritto, utilizzato in zuppe o minestre, farcito di karashi (miso di senape) e fritto, oppure in... Leggi, tenace e croccante, davvero notevole.
Anguilla con castagne.
Ginkgo nuts, bello spiedino.
Coreografica presentazione per un pesciolino azzurro di commovente intensità.
Merita la copertina questa composizione di fagiolini in equilibrio precario. Croccantezza a iosa.
Mini pannocchia.
La patata dolce…
…zucchero e cognac, per un picco di gourmandise.
Senza pickles i giapponesi non sanno stare.
Riso finale con piacevole contrasto di texture (e gamberi dal sapore intensissimo).
Piccolo passo falso. Un locale di questo livello merita di più.
Buonasera, osservando sia questa che la descrizione di 7 Chome Kyoboshi noto che le materie prime utilizzate sono quasi le stesse (gambero, peperone, seppia, patata dolce...). Come per il sushi, anche i maestri di tempura hanno percorsi molto simili riguardo la natura degli ingredienti utilizzati? Credete valga la pena provare entrambi i locali (sembra che quello di Tokyo sia più elegante e "pulito", ma sono curioso di sapere da voi se è così)? Quanti locali visitati in Giappone descriverete ancora? Grazie
Il 7 chome è l'apice, per cotture e qualità, rispetto a questo Kyoboshi. Le cotture, non perfette come in evidenza anche nelle foto, e quanto prima affermato ci hanno fatto propendere per due valutazioni differenti. Noi abbiamo fatto 3 locali di tempura differenti, per prezzo e qualità, ma se tu hai un ridotto numero di ristoranti da provare ti consigliamo di sceglierne uno. Viceversa non credere, ma l'apparenza inganna. Sfumature differenti le trovi, eccome. I ristoranti che pubblicheremo, come citato nell'introduzione che abbiamo scritto che trovi a questo link https://www.passionegourmet.it/2013/10/27/il-sol-levante-a-tavola/, saranno circa una 30ina.
In realtà gli ingredienti utilizzati non sono proprio uguali: basterebbe indicare abalone, funghi Matsutake e melone per spiegare almeno parzialmente le differenze di prezzo (sono ingredienti che hanno costi mostruosi anche al mercato). Certamente il percorso è analogo, ma le differenze possono essere sostanziali