Passione Gourmet Cosimino, Porto Cesareo (LE). Di Carlo Cappelletti.

Cosimino

Trattoria
via Cosimo Albano, Porto Cesareo (LE)
Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

  • La carta dei vini, in relazione al luogo e alla tipologia di locale.

Difetti

  • Locale un po' chiassoso, anche all'esterno, con i tavoli molto vicini.
Visitato il 08-2011

Disclaimer per la valutazione. Oramai è una moda piuttosto diffusa quella di chiamare “osteria”, “trattoria”, “locanda” un locale (anche di recente apertura, senza la scusa del “si chiamava così già prima) che tutto è fuorché ciò che dichiara di essere. All’opposto ci sono luoghi che, pur essendo a tutto fatto ristoranti, perpetrano un’idea di cucina assai tradizionale e territoriale. I ristoranti marinari appartengono spesso a quest’ultima categoria, con la loro cucina che ammoderna con molta parsimonia piatti che, con le dovute distinzioni di materie prime e qualche specificità locale, appartengono un po’ a tutta Italia. Sapendo scegliere, o avendo maturato negli anni posteriori sufficientemente adiposi, non è impossibile mangiare davvero bene in questi posti, e poiché la cucina che vi si incontra non è né classica nel senso gourmet, né creativa, quando il conto è (relativamente alla materia ittica) contenuto e si trovano sul litorale non mi pare sbagliato dar loro rilievo ed inserirli nel novero dei nostri locali cipollati e non in quelli numerati. Dopo questa premessa è giusto lasciare il dovuto spazio al racconto di questo ristorante di ampie dimensioni, collocato all’interno dell’hotel Falli (5 euro di multa per ogni battuta che farete, allego Iban alla fine della scheda), una vera e propria macchina da guerra che in un lunedì sera d’agosto ha servito, con un rapporto camerieri/tavoli abbastanza basso, un numero impressionante di coperti con un’attenzione tutt’altro che scontata. L’ampia carta snocciola più o meno tutto lo scibile marinaro, dai crudi ai cotti, molluschi, crostacei, primi di mare, fritti e pesciozzi al chilo (in genere 50 onestissimi euro, 80 per gli scampi) cucinati nei modi usuali, con in più ovviamente il minimo sindacale per chi è stato trascinato qui dagli amici ma detesta il pesce. La carta dei vini è anch’essa tutt’altro che disprezzabile, per la buona scelta e per i lodevoli ricarichi. Peccato che nell’occasione abbia voluto provare un vino che non avevo mai assaggiato e che avevo adocchiato in altre carte come soluzione francofona ma salvaportafogli, e che alla fine avevo sempre finito per cassare. Ecco, dovrei sempre fidarmi dell’istinto (o mandare prima un sms a chi di dovere…). Ovviamente niente entratine né cazzabubbole di sorta, si entra in tackle marinato con delle alici, carnose e marinate a dovere,

per proseguire con un assaggio di crostacei, di piccola pezzatura ma pregevoli, con il limone che per fortuna mi uccide solo un gambero lasciando immacolato il resto,

ed un must pugliese, i frutti di mare crudi, dove persino le piccole ostriche hanno il loro perchè.

Al capitolo primi, come spesso accade, troviamo preparazioni con basi piuttosto spesse tenute però nei limiti dell’accettabile da una concentrazione buona ma non eccessiva e da un uso moderato, per la tipologia di locale, di grassi. Ecco quindi i discreti gnocchi con vongole e gamberi

e gli ottimi cavatelli con calamaretti, cozze, vongole e gamberetti.

Lodevole il fatto di proporre, fra le fritture, una versione “turistica” con pesce surgelato, a prezzo davvero competitivo, ed una scelta di fritture di pesce fresco locale, ovviamente dal costo più elevato. Fra queste ultime scegliamo con soddisfazione quella di calamari. Pezzettoni belli grossi e carnosi, sapore intenso, frittura accettabile, anche se non all’altezza della materia prima.

Lsta dei dolci a mio modo di vedere incompleta, con sorbetti, semifreddi e spumoni, capisco l’estate ma non c’è nulla per chi non ami i dessert freddi. Di buona fattura lo spumone con nocciola e pistacchio (non sappiamo se autoprodotto), ma facciamo presente questa lacuna.

Apprezziamo quindi il fatto che ci sia chi, pur facendo grandi numeri, riesce a tenere comunque alta l’attenzione sulle preparazioni (i gradi di cottura delle paste ad esempio erano davvero perfetti). Pare che il pesce lo peschino da soli con una barca di proprietà. Non ci stupirebbe se fosse realmente così, soprattutto visto il conto finale.

4 Commenti.

  • giancarlo3 Novembre 2011

    mantenendo la mia promessa.....caldeggio un passaggio da "Lu Cannizzu" prossima volta, quello sul lungomare pero', vero monumento di Porto Cesareo. ciao

  • Carlo (TBFKAA)3 Novembre 2011

    e' aperto anche d'inverno (occhio che d'inverno arrivo alle 6-6 e mezza :-) )?

  • Alessandro Pellegri4 Novembre 2011

    ...in merito al vino, la mezza delusione può essere dovuta al fatto di esserti confuso con il Comte Lafon, oppure eri consapevole fosse il Lafond? L'assonanza potrebbe trarre in inganno...

  • giancarlo7 Novembre 2011

    non ne sono sicuro. di sicuro e' aperto il ristorante nella piazza interna. pero' alle 18 stanno ancora aprendo i frutti di mare...:-)

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