Antica Osteria Cera, chef Daniele e Lionello Cera, Lughetto di Campagna Lupia (VE), di Roberto Bentivegna

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16/20

PREGI
DIFETTI

390

Recensione Ristorante

Alle volte ci sono locali che vengono discriminati per i più svariati motivi. Diciamoci la verità, tra noi gastro-girovaghi ci sono dei razzisti del palato mica da ridere. Una delle discriminazioni più frequenti (e mi metto anche io in pole position) è legata al fatto che il tal ristorante (ma può valere anche per il cinema o la musica) piaccia a tutti. La cosa ci mette indiscutibilmente sul chi va là: vedere nel parcheggio sfilate di Ferrari o Porsche dei cummenda o degli imprenditori di turno ci mette i brividi, non dite di no. E’, non sempre, ma spesso, un errore madornale.
E’ vero, c’è chi va in un determinato ristorante perché fa fico, perché è uno status, e probabilmente l’Antica Osteria Cera è frequentata da molti di questi avventori. Ma a Lughetto di Campagna Lupia ci si può venire anche perché si mangia da Dio.
Mi è piaciuto tantissimo questo ristorante.
Racchiude in pieno quegli ingredienti tanto cari ai nostri amici “gommati” e non mi stupirei infatti di vederlo presto tra i bistellati italici: lunga tradizione familiare, grande lavoro di “svecchiamento” della tradizione, servizio attento. Perso da poco il capostipite Luigi “Rino” Cera in un tragico incidente, la saga continua con i figli Daniele, Lorena, Lionello e sua moglie Simonetta.
Si sta bene a questa tavola e non solo per una qualità del pesce di livello siderale o per una mano leggera che è attenta a non soverchiare tutto questo ben di Dio. Si sta bene perché è una di quelle cucine che si presta a modulazioni di frequenza, che può essere apprezzata tanto dal palato di primo pelo quanto da quello più hard-core. Adoro questi locali e in Veneto ce n’è almeno un altro su questa lunghezza d’onda. Li adoro perché hanno trovato la formula magica per coniugare le esigenze di ristorazione con l’alta cucina, per avvicinare più fasce di clientela alla grande qualità.
Per godere di questa tavola non bisogna per forza accorgersi dell’abile mano nell’uso delle erbe, o degli accostamenti mirati ed eleganti, e questo è per me un grande pregio. E’ la tavola per tutti, che darà soddisfazioni diverse a seconda di quello che si cerca.
Al tavolo vicino al mio si sono fatti portare ostriche, fritto e tiramisu e li ho visti godere come dei caimani. Senza tanta pippe.
Altri tavoli avranno invece goduto del favoloso contrasto tra la morbidezza del pesce crudo e l’aromaticità della salsa di pistacchio. Democraticamente, la tavola non conosce discriminazioni.
Prendiamo il “Colori del Mare, scaletta di dodici crudi”:
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qui c’è il mercato, ma c’è anche tanto di Cera , in una delle interpretazioni migliori sul crudo che io abbia mai mangiato. Tradizione e innovazione fuse in un sol colpo, in una fotografia bellissima del nostro Paese.
Uno per tutti: Sfoglia di sgombro con pomodoro e burrata.
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La sfoglia è di polenta e mi ha fatto ritornare indietro di anni, quando da bambini si aspettava con ansia che la polenta rimasta nelle pareti del paiolo si seccasse e diventasse croccante come una patatina. Eccola qui, il prodotto più nordico di tutti a nozze con pomodoro e burrata. Tradizione e modernità, nord e sud insieme, in una unione che credo non dispiacerebbe neanche al Senatùr.
Dall’alto in basso e da sinistra a destra, come se si leggesse un libro, le altre chicche di questo piatto da non perdere…
Nature di “selvaggio” con aneto e caviale Beluga
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Tartare di tonno con senape in grani
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Canocchie al sale di Maldon con pappa al pomodoro e Scampi all’olio e limone, erba cipollina
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Lamine di calamaro ai profumi di Sicilia: che potenza!!!! E’ come ficcare il naso nella Sicilia intera
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Astice blu con lenticchie nere
Filetto di tonno con olio alla nocciola, rafano e crescione
Lasagnetta di Sanpietro all’acqua di mare
Mazzancolla con erbe aromatiche e frutta
Capelli d’angelo di seppia con battuta di molluschi, succo di capperi
Sfoglia di sgombro con pomodoro e burrata
Pane burro miele e alice salata

Spaghettino freddo con crudo di mazzancolla, triglia, calamaro, alici, salsa di pistacchi di Bronte: voluttuosi
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Tavolozza del mare…cappasanta, vongole, triglia,scampi, mazzancolle, calamaro e piovra: e che maionese!
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Mezzi paccheri con frutti di mare, pomodoro, olive taggiasche, origano di Pantelleria:
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se dovessimo votare un piatto simbolo per i 150 della nostra Amata, questo se la giocherebbe bene.
Tagliolino di grano arso con acquapazza di triglie, scorfano e canocchie
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Con posata di ordinanza per spazzolare a dovere tutto il condimento (foto in onore del gdf)
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Sanpietro con salsa di pane, carciofi viola, vongole e prosciutto crudo San Daniele:
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pesce correttamente non salato vista la presenza del prosciutto. Non sono attenzioni da poco.
Scampi di “coccia” al sale:
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materia materia materia con questi scampi di 2 etti l’uno.
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Direttamente dal mercato di Ancona che è, assieme a quello di Chioggia, il pusher di riferimento per i Cera. Ogni tanto bisogna gratificarsi anche con questi piatti “ignoranti”:-)
La posata giusta al momento giusto.
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Alla voce dessert, quando ti aspetteresti un fisiologico calo, ti arrivano due-tre sberle mica da ridere. Merito del giovane Michael Trolese ( e spero di non sbagliare il nome), pasticcere autoctono che sa il fatto suo.
Crema fredda allo zenzero, granita al miele di castagno, sabbia di cacao, mango e lime
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Succo di pompelmo rosa con gelato al rosmarino, fragole all’aneto e granita di lime
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Il giusto modo per finire un pranzo come questo, con due dessert freschi e acidi con i sapori primari ben in evidenza.
Ma visto che noi spesso siamo senza ritegno, non ci siamo voluti tirare indietro davanti al “Tiramisu di Nonna Silvana” con cremolata al cioccolato e caffè:
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altra iniezione di discreta libidine anche se avrei preferito una dosatura inferiore di caffè.
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Piccola pasticceria al livello di tutto il pranzo
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Il macaron al frutto della passione, degno dei nostri miti parigini
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La carta dei vini è ottima, anche questa modulata sulle diverse esigenze delle variegata clientela, tra grandi nomi e chicche da scovare. Il personale è preparato e simpatico.
Nulla è regalato ma nulla può essere considerato caro.
C’è tutto insomma. Venite e provate.
Anche se non avete la Ferrari, a noi interessa di più la cilindrata gastrica.

Il compagno di molti viaggi, sempre splendido, anche nella versione 2006.

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il pregio : chiunque voglia fare paragoni tra i ristoranti di pesce italici, deve passare anche da qui.
il difetto : il prezzo è importante, da ristorante iper-blasonato.

Antica Osteria Cera
Via Marghera 24
30010 Lughetto di Campagna Lupia
Tel: +39.041 51 85 009

Chiuso domenica sera e lunedì
Menu degustazione: 130 e 150 euro
Alla carta: 120 euro

http://www.osteriacera.it

Visitato nel mese di Aprile 2011

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Roberto Bentivegna

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22 Comments

  1. Andrea ha detto:

    Grande voglia di andarci quanto prima !
    Una curiosità, qual è l’altro ristorante a cui si fa riferimento nella recensione ?
    Grazie.

  2. Mario Aprea ha detto:

    E’ di sicuro un posto interessante che andrebbe provato ma forse è un tantino fuori budget per le persone comuni come me…

  3. leo ha detto:

    Rob, parlavamo proprio di questo ristorante la scorsa settimana di ritorno da un (molto) soddisfacente pranzo in Piemonte.

    Le controindicazioni che avevo e che spiegavo al mio “driver” erano proprio quelle di un alto costo rispetto alla creatività espressa. In Toscana forse riusciamo a mangiare altrettanto bene con una spesa minore quindi la trasferta veneta ci manda più verso i picchi padovani o vicentini 😉

    P.S. ho notato in questo tuo scritto una deriva sararliana: sarà l’aria dei Cera ? 🙂

    • Rob78 ha detto:

      Sararlo è il mio indiscusso mastro di penna. Sarà stato l’influsso dell’aria veneta 🙂
      Il prezzo è importante ma la qualità del pescato e il modo in cui viene trattato lo sono altrettanto. Siamo di fronte secondo me a uno dei migliori ristoranti tema-pesce, la carta vini è notevole….insomma, inutile che ce lo diciamo noi, certe cose si pagano.
      Io, comunque, sono uscito con la voglia di tornare, qualcosa vuol sempre dire (e non sono milionario!)

  4. Cris ha detto:

    Perdonate il materialismo, ma ci mancherebbe altro che a questi prezzi non si mangi bene. Come prezzo siamo a livello dei Top italiani.

    Chi può permettersi senza problemi un bistellato ogni due giorni ok, ma chi deve fare scelte ben precise credo che si orienti prevalentemente su altri lidi.

  5. Grazie per la dedica, fa piacere vedere di tanto in tanto che anche in Italia qualcuno si ricordi di usare il “salsa-cucchiaio” 😉

  6. eleuterio ha detto:

    Belle foto, piatti intriganti e sicuramente eccellenti,
    non mi tornano i conti:

    dal sito un menù siffatto vale 230 EURO

    da aggiungere i 12 euro l’etto degli scampi

    vino, acqua ed ammenniccoli vari

    giusta la definzione prezzo da iper-blasonato
    che sicuramente vale il pranzo

    il”loro” fritto vale 34 euro

  7. Rob78 ha detto:

    “non mi tornano i conti”
    Me lo dice spesso anche il mio commercialista quando gli presento le fatture dei ristoranti 🙂

    A parte gli scherzi, ero con mia moglie quindi i piatti erano per due
    In ogni caso, anche se in preda a un raptus animalesco mi fossi scofanato tutto questo ben di Dio, avrei indicato il prezzo di un pranzo standard (antipsto-primo-secondo-dessert)

    Vedo che l’argomento prezzo appassiona molto 🙂

  8. andrè ha detto:

    vediamo se verrà premito con la seconda stella….

  9. antoniosteinbologna ha detto:

    Sono stato dai lombardi dai veneti dai toscani dai napoletani dai siciliani dai romagnoli ,ma prima che arrivino al livello di CERA ne devono far di strada,non fossaltro per il prodotto che usano (incredibile la qualità) ed il rispetto e la mano che hanno nel trasformarla,non hanno bisogno di usare schiume ,arie ,faccio un gioco di consistenze, di contrasti,di ciliege con le cipolle di cozze cotte nel cioccolato o di bisturi di cui accoltellarti in bocca che se ci scagli perdi l’uso della lingua.Loro sono professionisti veri, gente che sul serio sta in cucina e tutto ha l’aspetto di ciò che si è ordinato.
    La cortesia e la competenza della Simonetta sono uniche,ha tra l’altro sempre una bottiglia che non conosci da farti assaggiare.
    Stavolta con il punteggio non ci avete preso ,merita di stare lassù in alto……

  10. antoniosteinbologna ha detto:

    …….ed aggiungo CERA dà dipendenza!!!!!!!

  11. Elvis ha detto:

    Cera è fantastico.
    Ma per la seconda stella secondo me non ci siamo.
    Rapporto qualità prezzo – anche se si considera il top delle materie prime, il servizio davvero di livello – un po’ sfavorevole.

  12. Fabry ha detto:

    Seconda stella a Cera, meritatissima!!!

    Congratulazioni, ma penso proprio che verrò a farvele di persona…condivido con chi ha scritto che da’ dipendenza!!!

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