Castello di Spessa

IL NOSTRO GIUDIZIO

Wine, golf and more…

Nei miei ultimi viaggi-racconto in Friuli mi mancava Capriva del Friuli come località, e quindi oggi eccomi qua in visita a un’azienda che vi consiglio vivamente di visitare, dove potete trovare tutto, ottimi vini, parte ristorativa, camere, campo da golf e tanta bellezza.

Devo dire che Capriva del Friuli per me ha sempre avuto un significato speciale, perché da qui nel 1965 partì un vino, autoctono, che trasformò l’intera concezione del vino bianco italiano. Sto parlando del Tocai – allora aveva il suo nome originale – di Schiopetto, che “ritornando dai suoi studi in Germania e Francia” scopre e applica l’utilizzo della tecnologia nel processo di vinificazione e tutti i metodi per rendere sempre più eleganti i vini prodotti fino ad allora, quindi da questo luogo parte la rivoluzione del vino bianco Friulano e italiano.

Fatta questa doverosa premessa, dall’azienda che oggi visito ho delle aspettative importanti, e devo dire che sono state ampiamente ripagate con dei vini bianchi splendidi, figli del territorio e di un’idea precisa che li unisce con quel modello a cui accennavo prima del 1965, freschezza, godibilità, verticalità, spessore, finezza, fragranza, sono passati più di 50 anni ma quello stile è più che mai attuale e contemporaneo.

Castello di Spessa è una struttura storica a Capriva, nel cuore del Collio Goriziano, formata da un’azienda vitivinicola con quasi 100 ettari di vigneti di proprietà e da una Residenza d’Epoca immersa nel verde di un vasto parco secolare, dotata di Spa, ristoranti e un Golf Country Club.

La storia del Castello di Spessa

La storia del Castello di Spessa è lunga e complessa, risalente a un primitivo avamposto romano di avvistamento del III secolo d.C. poi passato ai longobardi, il castello venne probabilmente fondato attorno al Duecento e per secoli fu dimora della nobiltà friulana. Vi si avvicendarono i Dorimbergo, i Rassauer e i Della Torre Valsassina. Questi ultimi, che vantavano una discendenza da Carlo Magno, ne rimasero proprietari per oltre 300 anni. Fu proprio il conte Luigi Torriani ad accogliere a Spessa nel 1773 Giacomo Casanova, il quale ne apprezzò i vini, definendoli nelle sue Memorie “di qualità eccellente”. Numerosi gli altri ospiti illustri come Lorenzo Da Ponte, il celebre librettista di Mozart, e, nel ‘900, i Marescialli Diaz e Cadorna.

Qui la storia s’intreccia alla viticoltura: con le uve provenienti dai vigneti del Castello di Spessa, si produceva vino sin dal XIII secolo e nel ‘500 già vi si coltivava la Ribolla Gialla, come attesta un documento di vendita del 1559. Le storiche cantine di invecchiamento sono sotterranee e si trovano su due livelli: il primo risale al periodo medievale; il secondo, scavato più sotto, a 18 metri di profondità, è ricavato da un bunker militare realizzato nel 1939 che, con una temperatura costante a 14°, è ideale per la conservazione e la maturazione dei vini. L’attuale aspetto neogotico del castello è frutto di un ampio intervento otto-novecentesco, che si deve all’architetto triestino Ruggero Berlam.

I filari di Castello di Spessa.

La storia recente del Castello di Spessa ha inizio nel 1987 con la famiglia Pali che acquista il castello e viene creata l’azienda vitinicola a partire dal nucleo dei vigneti preesistenti. Da questa data, Loretto Pali, Friulano doc, membro di una di un’importante famiglia di imprenditori nel settore del mobile, decise di seguire la sua passione e dall’87 investe incessantemente nell’azienda e nel territorio, portando avanti la sua idea di qualità e dinamismo che ha come ultimo capitolo l’ampliamento e l’ammodernamento della cantina di vinificazione situata a Cormons, a pochi chilometri dal castello.

La cantina e la famiglia Pali

Castello di Spessa possiede circa 100 ettari vitati di proprietà, così suddivisi: 28 ettari, a corpo unico, sulle colline della DOC Collio. Qui i vitigni coltivati sono: Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Ribolla Gialla, Friulano, Merlot e Pinot Nero; circa 70 ettari, a corpo unico, nella pianura della Friuli DOC Isonzo. Qui i vitigni coltivati sono: Pinot Grigio, Sauvignon, Ribolla Gialla, Friuliano, Chardonnay, Merlot e Cabernet Sauvignon.

La DOC Collio è situata tra i 60 e i 270 metri sul livello del mare; i terreni sono formati da un impasto – detto ponca – di marna e arenaria stratificate di origine eocenica e paleocenica, portate in superficie dal sollevamento dei fondali dell’Adriatico. La ponca è ricca di sali e microelementi e dona ai vini struttura, longevità, bouquet ampio e intenso.

Il Castello di Spessa.

La DOC Friuli Isonzo si presenta come un plateau glaciale dolcemente digradante dalle colline del Collio e del Carso verso il mare Adriatico. Il fiume Isonzo ha una forte influenza su questo territorio per gli spostamenti del suo alveo, le alluvioni, il dilavamento di sostanze organiche, i profondi depositi di ghiaie trascinate a valle dalle acque di scioglimento dei nevai delle Alpi Giulie. I terreni dell’Isonzo sono caratterizzati da un primo substrato ricco di minerali, cui seguono strati di argilla e ghiaia. Questi strati superficiali hanno la caratteristica di accumulare calore durante il giorno per rilasciarlo la notte.

In vigna non vengono impiegati prodotti di sintesi e si pratica l’inerbimento in modo da preservare la microflora e la microfauna. Castello di Spessa produce oggi 400 mila bottiglie provenienti interamente dalle vigne di proprietà.

Loretto Pali ha cercato e voluto a coronamento di tutto il suo progetto un enologo capace di trasferire in bottiglia la sua idea e, lo cerca in un luogo in una regione abituata a produrre vini bianchi eleganti, e lo trova nella persona di Enrico Paternoster, enologo di origine trentine, arrivato nel 2014. Trascorre la sua infanzia in Val di Non e, dopo aver frequentato l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, inizia il suo percorso lavorativo nel mondo del vino, dapprima in Toscana, dove affianca Giulio Gambelli; poi, tornato in Trentino specializzandosi anche nella produzione del Metodo Classico. In quegli anni, conosce e affianca un altro grande personaggio nel mondo del vino: l’enologo Giorgio Grai. Dal 1999, avvia la sua collaborazione con l’Istituto Agrario Edmund Mach di San Michele all’Adige, uno dei più importanti centri di istruzione e ricerca scientifica in campo agrario.

In linea generale trovo i vini bianchi di Castello di Spessa assolutamente contemporanei e legati intimamente a questi luoghi, non manca niente per portare in tavola personalità, profondità, eleganza e voglia di dimostrare la potenzialità di questo territorio. Dal punto di vista aromatico non mancano mai di sorprendere con molte sfaccettature e riconoscimenti, sempre note fresche, croccanti e coerenti con il vitigno. Sul palato sono riusciti a trasferire il vitigno con il suo dna, senza eccessi di densità e alcol, sempre tutto in equilibrio, un calice denso ma snello, contemporaneo capace di passare attraverso numerose preparazioni passando dal pesce, alle verdure, alle carni bianche. Buonissimi anche i rossi che dimostrano che il Friuli è terra di grandi vini, dal delicato Pinot nero agli ampi e voluminosi Merlot e Collio Rosso.

La degustazione

Friulano Rassauer Collio 2022

Proposta aromatica precisa e molto raffinata, toni di melone, pera, pesca, mandorla amara, fiori gialli, erbe aromatiche, limone. Bocca di grande spessore e volume, la materia densa intreccia una vena fresco -sapida- salina da autentico fuoriclasse, con classe ed eleganza. Super vino. 89/100

Friulano Isonzo 2023

Successione aromatica di calde note tropicali, melone, passion fruit, papaya, limone, fiori gialli, tocco agrumato e di mandorla amara. Cremoso e intenso sul palato, struttura rotonda, si sviluppa in orizzontale appagando il palato, buona la scia-fresco sapida. Ottima la persistenza, vino molto piacevole. 88/100

Da questi due vini avevo grandi aspettative perché il Friulano rappresenta il vitigno, il Friuli, quindi chi meglio di lui può portare la bandiera di questo territorio? Aspettative ampiamente superate da entrambi confermando la bontà dei due campioni proposti, sia Isonzo che Collio sono vini di grande stile, capaci di deliziare qualsiasi palato, complimenti.

la cantina di Catello di Spessa.

Collio Bianco San Serf 2015

Intensi sentori aromatici che aprono con la firma del territorio nelle note di Ponka bagnata, quasi a dire io sono Collio, vira poi verso un frutto maturo, mela, pesca, melone, ananas, cera d’api, miele, curcuma, zenzero candito. Apertura ben bilanciata, formosa, carnosa, bilanciato da efficaci sapidità e freschezza. Grande complessità ed eleganza, super vino. Tutto il Collio in un sorso, senza se e senza ma. 90/100

Sauvignon Collio Segré 2022

Grande impatto olfattivo, intenso che apre con sottili note di polvere da sparo e pirite che intrecciano aromi di litchies, kiwi, uva spina, foglia di pomodoro, salvia, asparago verde, fiori di pesco, buccia di lime e refoli salmastri. Bocca voluminosa e densa, grande materia ma grande raffinatezza, tutto in equilibrio. Molto intensa la persistenza, altro grande vino. 89/100

Collio Rosso SanSerf 2008

Naso scuro e denso di humus, corteccia bagnata, fungo, tartufo nero, pepe nero, ginepro, tostato di caffè, tabacco, cacao con eleganti toni di piccoli frutti sotto spirito a completare il quadro aromatico. Incipit morbido e carnoso, si muove sul palato con eleganza esprimendo energia ed equilibrio, tannini finissimi, grande persistenza. Ottimo finale persistente con rimandi balsamici. 88/100

Merlot Collio 2020

Stratificato al naso, emana aromi di frutti rossi e neri, prugne, more, mirtilli, pepe, ginepro, liquerizia, cannella, note balsamiche e di macchia mediterranea. Bocca delicata e piacevole, snello, contrappone morbidezza, calore a tannini ben amalgamati, tanta freschezza e lungo finale sapido. 87/100

Pinot Nero Collio 2022

Manifesta un naso ben distinto nelle intense sfumature di grafite e goudron che intrecciano note di piccoli frutti rossi, fragoline, more, mirtilli, spezie pepe, ginepro, chiodi di garofano, cioccolatino alla menta. Sul palato pulito e preciso, tannino di pregevole fattura, equilibrato. Ottimo pinot nero. 88/100

Pinot Grigio Joy Collio 2022

Ramato, colore buccia di cipolla, olfatto che va a pescare dal mondo della bacca rossa con fragranti toni di mela rossa, melograno, bocciolo di rosa, buccia di mandarino, pepe rosa. Altro vino con sorso tipicamente denso, ricco, ma con ottima vena fresco-sapida, piccolo accenno di tannino e grande persistenza. 87/100

Pinot Bianco Santarosa Collio 2022

Naso complesso di melone maturo, pera, mela, biancospino, agrume, sottili note fumè. Intenso e cremoso, grande volume gustativo, molto persistente su note fresco-sapide. Chiude persistente in un alternarsi di richiami olfattivi. 87/100

Altro vitigno purtroppo poco valorizzato, di nobile estrazione, dai vini sempre raffinati, di grande classe.

Pinot Grigio Isonzo 2023

Delicato e complesso al naso sulle note aromatiche intense di pera matura, mela, fiori gialli, tocco di cera d’api e miele, cipria, note balsamiche. Ingresso sul palato cremoso, materico e denso, vira poi su un andamento fresco, teso, appagante. Intensa la persistenza. 86/100

Amadeus Brut Metodo Classico VSQ 2019

Deriva da uve Chardonnay (83%), a cui si aggiunge una piccola parte di Pinot Nero. Dopo una vendemmia rigorosamente manuale, le uve vengono pressate delicatamente con una resa del 50%. Il prodotto così ottenuto riposa così per almeno 40 mesi sui lieviti nelle cantine del castello prima di essere sottoposto al procedimento di sboccatura. Piacevoli note di frutta a polpa bianca, pesca, mela, pera, uva spina, note fragranti di pane, pasticceria. Sorso piacevole e fine, esprime volume, verve carbonica, bella tensione fresco- sapida, finale persistente. 86/100

Ribolla Gialla Yellow Hills Collio 2022

Olfatto immediato e varietale nelle delicate note di frutta a polpa bianca, mela, pesca, tocco floreale, cedro, limone, erbe di campo. Bocca intensa, di buon spessore materico, fresco e grintoso, sapido, agilie e persistente il finale. 85/100

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Angelo Sabbadin

Nato e cresciuto a Padova, lavora nei migliori ristoranti della città; alle Calandre sviluppa la sua conoscenza e passione suggellate dal riconoscimento come miglior Sommelier nel 2011 per la Guida de l’Espresso. Il vino è materia articolata e complessa, una passione, vera, un qualcosa che ti rapisce. Da raccontare e trasmettere come emozione. Fondamentale, per scriverne, è ascoltare e capirlo.

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