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Il Pinot Nero di Weingut Gottardi tra storia e identità

Vino
Recensito da Eros Teboni

Sul sentiero del Pinot Nero

Siamo nella Bassa Atesina, in Alto Adige, a Mazzon, un insediamento che risale all’VIII secolo, di cui è ben nota la vocazione al Pinot Nero, un elemento di spicco dell’economia locale che si genera tra le colline vitate e boscose del Parco Naturale Monte Corno. E’ la culla di una delle più interessanti espressioni del Pinot Nero o Blauburgunder, come viene chiamato in Alto Adige, un vino di nobili origini, da tempo entrato nel cuore dei wine lovers, che nasce in un territorio per certi versi simile alla Borgogna, in virtù del terroir, delle particolari condizioni pedoclimatiche e delle profonde radici enoiche che caratterizzano quest’area. Una frazione che guarda dall’alto la Valle dell’Adige, da scoprire percorrendo il Sentiero del Pinot Nero, la Blauburgunderweg, un percorso enodidattico e culturale, di recente costruzione, per tutti i gradi di allenamento, che tra scorci panoramici e siti storici, si snoda tra le località di Ora, Montagna, Egna, Mazzon, Gleno, Pinzano, attraverso luoghi da scoprire godendosi il paesaggio e vivendone la storia, come Castelfeder, la vecchia Ferrovia della Val di Fiemme, la chiesa di S. Stefano di Pinzano con l’altare tardo- gotico di Hans Klocker, la chiesa di S. Michele a Mazzon, le suggestive rovine di Castel Kaldiff e l’austero Castel d’Enna.

Un’area vocata al vino, come detto, che con il più antico documento esistente sul ‘Pinot Nero di Mazzon’, ci riporta al 1869 e alle pagine del diario di famiglia di Gustav von Gasteiger, proprietario dei masi Schlosshof e Fritzenhof, che annota di aver assaggiato alla stazione ferroviaria di Egna, un pinot nero di particolare pregio, proveniente da un vigneto impiantato anni prima a Mazzon, nei pressi di Schlosshof. Un’area collinare tra i 300 e i 450 m s.l.m., che si confermerà ideale per la coltivazione del Pinot Nero, tanto che anche il docente dell’Università di Vienna, Ludwig Barth von Barthenau, sempre nella seconda metà dell’Ottocento, acquisterà un terreno a Mazzon per impiantarvi filari di Pinot Nero.

Il nobile vitigno, viene allevato prevalentemente a Guyot o a pergola altoatesina, con vendemmie effettuate nella seconda metà di settembre, grazie a un microclima favorevole, a terreni che si compongono di rocce calcaree del Triassico, siltiti rosse e gialle, arenarie, depositi torrentizi e fluvioglaciali. La favorevole esposizione a ovest dei vigneti, il soffiare dell’Ora del Garda e la vigorosa escursione termica tra giorno e notte, dovuta all’incombere benevolo del Monte Corno, caratterizzano produzioni di pregio mai esasperate da alte rese. Un’area con 13 proprietari di vigneti, 12 masi storici del XIV-XVII secolo, 9 vinificatori e 3 cantine cooperative, riconosciuta per la particolare inclinazione al famoso vitigno internazionale, che ogni anno viene celebrato in un’esclusiva competizione enologica, che vede sfidarsi le migliori selezioni e le più accreditate cantine del Belpaese, nell’evento Le Giornate Altoatesine del Pinot Nero, organizzato tra le località di Egna e Montagna.

Esempio di pergola altoatesina
Fonte: Canva

La Cantina

È una storia di famiglia e di passione per il vino e il territorio, quella che lega i Gottardi al Pinot Nero e a Mazzon, frazione di Egna, nell’areale dove si producono alcuni tra i migliori pinot nero d’Italia. Fondata nel 1986 da Bruno e Alexander Gottardi, la cantina immersa nel verde della collina atesina in posizione dominante, è una costruzione solida, dalle linee asburgiche, bianca, con gli scuri rossi e la caratteristica torretta tondeggiante, circondata da un ordine ragionato, fatto di colore e armonia. Un brand che rappresenta la dedizione a un territorio e il calore autentico di una famiglia, che nel 2010, ha scelto di dedicare tutte le energie unicamente al Pinot Nero e oggi è guidata da Elisabeth Gottardi, che incarna la terza generazione. Nove ettari di vigneto nel paradiso del Pinot Nero, esposti a ovest, lungamente soleggiati, distribuiti su 7 appezzamenti, con suoli di rocce arenarie, marne, dolomie, siltiti, circondati dai boschi del Parco Naturale Monte Corno, dove i vigneti di Pinot Nero allevati a Guyot con telai a filo, mettono in campo l’efficace metodo di potatura Simonit & Sirch.

La cantina Weingut Gottardi
Fonte: Weingut Gottardi

Pinot Nero Alto Adige Mazzon 2018 Riserva – Weingut Gottardi

Una riserva maiuscola, decisamente espressiva, tratta dai vigneti più longevi della tenuta, che viene affinata 12 mesi in barrique di rovere, 8 mesi in grandi botti di legno, due anni in bottiglia, prodotta solamente nelle annate straordinarie. Un pinot nero di spessore e di cuore, che metto in tavola quando ci sono gli amici giusti e si cucinano in particolare primi piatti di selvaggina e arrosti, ma anche molto altro. Senza dubbio una delle versioni borgognotte più interessanti del Pinot Nero presenti oggi in Alto Adige, che abbraccia lo stile classico della regione, senza esasperare troppo il frutto e ci parla di tradizione, di pratiche virtuose in vigna e cantina e di saperi trasmessi di padre in figlia. Al naso sentori di erba Luigia, agrumi, pepe, liquerizia, more, spezie fini, legno. Al palato la fragola e il lampone sono dinamici e vivaci, la trama tannica è morbida e setosa, i tannini e l’acidità molto bilanciati, la parte alcolica non troppo spinta, per un sorso di grandissima finezza ed eleganza.

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