L’Aurum

VALUTAZIONE

Cucina Classica

16,5/20

PREGI
Location affascinante.
Classicità contemporanea della proposta.
DIFETTI
Mancanza di chiare indicazioni all’interno del resort per raggiungere il ristorante.

Il filo aureo della buona cucina

Alberto Quadrio è tornato da dove era partito, agli inizi della sua carriera: all’Albereta, con il Maestro Gualtiero Marchesi, per poi fare nuove esperienze, in Italia, da Joia, poi Giappone, dal bistellato Hishinuma, poi Copenhagen al Geranium, ritorno in Italia da Niederkofler e poi un po’ di anni da Ducasse a Parigi. Chiamato in Italia per dare vita al progetto di Cucine Nervi, a Gattinara (cittadina dove è nato), ha poi curato il Portrait a Milano e, ora, ha colto l’opportunità di occuparsi della proposta gastronomica dell’Albereta e, soprattutto, di far nascere questo suo progetto di fine dining, L’Aurum. Da un certo punto di vista una sfida ma forse più uno stimolo, per far conoscere la sua filosofia di cucina, moderna, di impostazione classica, in una ambientazione che è carica di storia per la cucina italiana. Una cucina che risente di tutte le esperienze passate: c’è tecnica, manierismo, geometrie, eleganza, passione e varietà di sfumature e tonalità. L’Aurum come oro, un filo aureo, che lega la buona cucina e omaggia il Maestro per l’utilizzo della foglia d’oro, così come lauro che è la pianta che popola maggiormente il giardino del resort.

Connessioni

Il filo d’oro è, da un certo punto di vista, ripreso anche nel nome del percorso degustazione più lungo, che si intitola Connessioni, con collegamenti e rimandi alla storia del locale, e quindi al Maestro Gualtiero Marchesi, all’utilizzo di materie prime del territorio e all’utilizzo di strumenti o metodi di cottura del passato. La Presse Canard viene qui utilizzata per ottenere una spremuta di arancia, bruciata, a condire una deliziosa pasta fresca, all’uovo, farcita di coscia d’anatra, con il petto d’anatra affumicato presentato come un fiore. La cottura in vescica di maiale, viene qui utilizzata per una salsa alle mandorle e franciacorta con spugnole, estratta di fronte al cliente, per accompagnare un filetto di storione, cotto al burro, ricoperto di caviale e adagiato su un pezzo di nocciola, che porta quel quid in più ad un piatto di grande piacevolezza. Il piatto più interessante del percorso è stata una portata vegetale, con la Zucca Spaghetti protagonista, servita come una pastina, con un formaggino in carta di argento edibile, e un brodo di kombucha e spezie di grande intensità e profondità. C’è un omaggio specifico al Maestro, che, tra i suoi celebri piatti vantava le Achrome, opere d’arte di Piero Manzoni a cui si era ispirato; nello stesso modo in cui il Maestro adagiava sul piatto il branzino o il salmone, noi troviamo un Sedano Rapa che viene lavorato in modo tale da ricordare il lardo. Il sedano rapa è cotto intero alla brace, poi in cottura lenta per un giorno, alla fine marinato con lampone per la caratteristica striatura, pepe e rosmarino per un bel gioco di sapori. Si gioca anche con le temperature con il riso, mantecato con burro alla sardina di Montisola servito con cavolfiore, broccolo, cavolo nero e la stessa sardina, tutti lavorato in azoto. La parte dolci, affidata alla giovane e promettente pastry chef, siciliana, Camila Guarneri, fa scorgere interessanti evoluzioni. Il pre dessert, una Mousse di yogurt, castagne e lenticchie rosse, tapioca al vermouth, tuile di avena e miele, sorbetto di mandarino, pompelmo rosa giallo, gel di agrumi e salsa di cachi, il tutto privo di zuccheri aggiunti o addensanti, presenta una interessante complessità. Un percorso, nel complesso, vario, piacevole sia al palato sia alla vista, una ottima partenza che fa presagire potenziali sviluppi futuri nella direzione, auspicabile, di una cucina dagli spunti creativi sempre più accentuati, che si smarchi dalla impostazione storica e classica del luogo, così come aveva fatto il Maestro.

IL PIATTO MIGLIORE: Zucca e kombucha.

La Galleria Fotografica:

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Fiorello Bianchi

Appassionato viaggiatore e gourmet, alla costante ricerca di esperienze gastronomiche e di piatti superwow, a cui dedica parte del suo tempo libero e dei suoi viaggi. Interessato a scoprire nuovi talenti, amante delle proposte più originali che riescano a stupire e convincere il palato.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

16,5/20

PREGI
Location affascinante.
Classicità contemporanea della proposta.
DIFETTI
Mancanza di chiare indicazioni all’interno del resort per raggiungere il ristorante.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione a 140 e 160 euro, possibilità di scegliere, dai percorsi, due piatti e un dessert a 120 euro

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