Passione Gourmet Luca Leggero - Passione Gourmet

Luca Leggero

Vino
Recensito da Serena Sparagna

Il territorio di Villareggia

Villareggia è un comune di circa mille anime, una manciata di case dal tetto spiovente tutte in stile Monopoly e sparpagliate come biglie. Le coordinate geografiche la collocano nel Canavese, quel bottone di terra tra il Piemonte e la Val d’Aosta, più precisamente nella Serra d’Ivrea e il corso inferiore della Dora Baltea da Mazzè sino alla confluenza con il Po.

Il Canavese è l’anfiteatro morenico di Ivrea e le Alpi Graie, è quasi interamente fertile, ben irrigato e intensamente coltivato con cereali e foraggi. Al contrario, la regione delle vaude, posta sul lato orientale del conoide della Stura tra questo fiume e il torrente Malone, è povera d’acqua e in parte incolta. Questa vasta area, che si inclina dolcemente dalle Alpi verso il Po, è delimitata da pendii ripidi verso la pianura ed è attraversata da numerosi torrenti che formano una serie di solchi divergenti. Il suolo, composto da materiali detritici di varia grossezza portati dalla Stura, ha subito un processo di disgregazione meteorica, trasformandosi in una sabbia rossiccia chiamata ferretto. Le colline dell’anfiteatro morenico di Ivrea, che ospitano 12 laghi tra cui i maggiori sono quelli di Viverone e Candia, sono estremamente pittoresche. Tra i prodotti di queste colline, il vino passito di Caluso è particolarmente rinomato.

Luca Leggero 

Questo preambolo è senza dubbio funzionale alla narrazione, per capire il progetto di Luca Leggero. Classe 1990, cresce tra i filari, un grande classico. Ma che succede prima? È il nonno di Luca, segretario locale di Coldiretti, ad instillare nel nipote la passione per la viticoltura. Per il sedicenne è tutto un gioco e uno scoprire mistico di pigiature, fermentazioni e affinature. Una sperimentazione che gli permette negli anni di avviare la sua azienda vinicola nel 2014 trasformando una sfrenata passione in progetto di vita. 

Un progetto enoicamente eroico (e viceversa) che affonda le radici nella storia del territorio. La zona del Canavese, oggi nota soprattutto per la produzione dell’Erbaluce DOCG, è riconosciuta come la culla di una varietà di uva Nebbiolo chiamata picotendro o Picotener (dal picciolo o peduncolo tenero). A partire dalla fine del Settecento, questa varietà non solo era apprezzata per la sua alta qualità, ma rappresentava anche un elemento di pregio e orgoglio per l’agricoltura di Villareggia.

Il vino

Luca da attento conoscitore della genesi del territorio, si rende conto che produzioni storiche e pregiate come il Nebbiolo canavesano e l’Erbaluce di Caluso necessitano di innovazione per rinascere. La filosofia del progetto si basa sulla produzione di vini pregiati, con chiare qualità organolettiche rappresentative del territorio, ma anche sostenibili, soprattutto dal punto di vista ambientale, rivoluzionando le teorie e le pratiche agricole adottate negli ultimi 50 anni.  

Tutti i vigneti vengono potati rigorosamente sia in primavera che in inverno, seguendo il modus Simonit e Sirch, ossia quel metodo che accompagna le viti a felice vecchiaia. Luca Leggero non si avvale esclusivamente di un approccio empirico ma anche di base scientifica. Secondo una ricerca svizzera, le piante di 40-50 anni manifestano un maggiore equilibrio, che consente loro di tollerare meglio gli effetti del cambiamento climatico. In particolare la prolungata mancanza di acqua, rispetto alle viti più giovani, portando a produzioni di qualità superiore. 

È stato osservato che, nelle viti più longeve di alcuni vigneti italiani, la potatura era caratterizzata da tagli molto limitati, evitando di incidere il fusto o il legno di più anni e concentrandosi invece solo sui tralci di due anni. Questo gioco di forze è alla base del metodo: una vite potata in questo modo non sviluppa calli cicatriziali su grandi ferite, ma riesce a farlo su tagli effettuati su tessuti più giovani.

Una produzione nauturale

La filosofia di Luca Leggero si potrebbe definire uvocentrica. Si tratta della cura millesimale con cui il vino viene prodotto seguendo il bioritmo del terreno per davvero, non per essere (green) politically correct. La cura dei vigneti avviene in cinque passaggi: salvaguardia con il recupero dei terreni, tagli dell’erba controllato e specifico durante ogni fase dell’anno, trattamenti fitosanitari in favore di microorganismi adatti alla lotta biologica dei parassiti, vinificazioni attente e naturali, eliminazione di conservanti e additivi. La chiave di lettura è il rispetto dell’ambiente. È in base a quel rispetto, alla sana lentezza che i vini prodotti diventano storie uniche, racconti non riproducibili ma da cui si può leggere, nemmeno troppo tra le righe, una dedizione e un pensiero che concepisce potature poco invasive in favore del il percorso vegetativo con frutti non alterati da eccessivi trattamenti e dalle più elevate caratteristiche organolettiche.

Per il processo di invecchiamento dei vini, la Cantina utilizza anfore di terracotta e grandi botti di rovere. Le anfore, adatte sia ai vini bianchi che rossi, permettono una maturazione graduale mantenendo gli aromi delle uve e garantendo stabilità e temperatura costante. Le botti di rovere, impiegate solo per i vini rossi, conferiscono delicate sfumature aromatiche del legno, aumentando la complessità e la profondità del vino. Per l’Erbaluce si utilizza solo l’anfora. Luca Leggero seleziona scrupolosamente le botti e monitora rigorosamente l’invecchiamento per assicurare che i vini esprimano pienamente il terroir della zona.

La degustazione

Canavese D.O.C. Nebbiolo Bio “Maura Nen” 2021

È la punta di diamante della produzione del giovane vignaiolo. La massima espressione contemporanea di Picotendro (il Nebbiolo canavese) ha un colore intenso e vivo, molto persistente, seppur in bocca risulti esile, elegante, un vino “freddo” per certi versi. I sentori riportano un frutto preciso e grasso, con sentori di frutti rossi e neri, prugna aspra, che apre a riverberi di piante officinali, balsamiche, come eucalipto e menta finendo con lievi sentori aciduli di agrume dolce, di arancia rossa che chiude un cerchio gustativo virante alla tannicità ma con freschezza e lunghezza inaspettate.

Erbaluce di Caluso D.O.C.G. “Rend Nen” 2021

Erbaluce al 100% elegante, grasso, pieno, ricorda quasi un Timorasso. I sentori al naso rispettano una bocca che si apre con i sentori di melone e cedro nobile, virando attraverso una lieve nota di mandorla pizzuta e note di erbe officinali. La bocca polposa, grassa è ben bilanciata da note salmastre, che donano freschezza e morso croccante.

Canavese D.O.C. Nebbiolo Bio “La Vila” 2022

Splendida espressione di Nebbiolo, con sentori borgogneggianti di lampone, fragoline di bosco, violetta e una punta di terra e erbe officinali che lo rende decisamente elegante e molto fresco e leggero. Un vino di corpo e struttura sottile, elegante e decisamente con una beva inaspettata, veloce e fluida.

Erbaluce di Caluso D.O.C.G. “Turciaura” 2022

Vino fresco, sapido seppur grasso e pieno, ricorda sentori di frutta esotica e miele, dando una dignità ulteriore all’Erbaluce con riverberi e freschezza, nonché corpo, decisamente intriganti. Un vino apparentemente semplice, meno complesso rispetto al suo fratello maggiore, ma in realtà tutt’altro che banale e con una beva e leggerezza davvero sorprendente.

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