Tra libertà e destino
La storia di Federico Curtaz, originario della Val d’Aosta, inizia in Piemonte, dove fin da giovane subisce il fascino del Monferrato, luogo in cui i nonni erano proprietari di vigneti di Barbera e l’anima di cantina imprimeva il suo primo segno. Dopo gli studi in viticoltura ed enologia, la passione per il vino lo porta, nel 1983 e per i quindici anni successivi, a lavorare con Angelo Gaja. Seguiranno poi varie esperienze all’estero, dove affina l’intento di dare vita a vini che sappiano rispecchiare i luoghi da cui provengono, e che ne conservino tutte le prerogative. Fino al 2007, anno in cui con entra in contatto con Roberto Silva e Silvia Maestrelli e diventa socio della loro azienda, Tenuta di Fessina, in Sicilia.
La terra etnea seduce Curtaz al punto che, nel 2014, inizia un’avventura a proprio nome, dalla gestione dei vigneti alla produzione di vino, sviluppando e coltivando una propria ricerca sui vitigni autoctoni. L’amore per la Sicilia risiede proprio nelle sue caratteristiche, nella varietà di suoli, ambienti e climi che generano vini di carattere e personalità. È la Sicilia stessa che si manifesta nei vini, a partire dal Nero d’Avola Ananke, passando per Il Purgatorio, un Etna rosso, per l’Etna bianco Gamma fino all’Etna bianco superiore Kudos.
Il primo dei due rossi, Ananke, prende il nome dalla Dea del destino e come tale vuole essere traccia e riconoscimento dello stretto legame tra Federico e il vino. Un legame che parte dalle sue origini e che trova fioritura nella libertà di permettere a ogni vitigno di esprimersi al meglio e, allo stesso tempo, nella libertà del produttore di lasciarsi guidare dalla propria sensibilità nel comprendere la vocazione del luogo. Ne derivano Il Purgatorio, un rosso da uve di vecchie vigne del sud dell’Etna, un Nerello Mascalese che porta come nome l’antica contrada da cui proviene; il Gamma è un Etna Bianco DOC da uve Carricante che, come il simbolo, suggerisce la dilatazione della percezione del tempo in compagnia di un buon bicchier di vino; dallo stesso vitigno nasce il Kudos, rappresentato nel nodo che ne delinea la prima iniziale, e dall’idea stessa del legame con il vino, con un luogo, con la storia familiare e con una saggezza coltivata nel tempo.
La Sicilia è per Federico Curtaz il pretesto e lo splendido teatro di un’impresa sia professionale che esistenziale: un motore che lega tra loro passato, presente e futuro, unendo la storia privata e personale dell’uomo a quella pubblica e collettiva dell’Uomo.