Passione Gourmet Gironia Riserva 2015 Biferno Doc, Cantine Borgo di Colloredo -

Gironia Riserva 2015 Biferno Doc, Cantine Borgo di Colloredo

Vino
Recensito da Gianluca Montinaro

Il Molise che esiste

Il buffo refrain sul Molise, che ‘esiste’ e ‘non esiste’, cela – almeno dal punto di vista che ci riguarda, quello gastro-enologico – una questione che riguarda l’anima della regione più ‘sfuggente’ d’Italia: forse la meno compresa, certo la meno nota. Una regione molteplice nella quale convivono le belle spiagge che affacciano sull’Adriatico mare e le alte montagne dell’entroterra, ove in inverno addirittura si può praticare lo sci alpino. Questa estrema differenza di paesaggio, unitamente alle differenti comunità che l’hanno nei secoli abitato (marinai, contadini, pastori…), ha generato una tradizione culinaria assai variegata. E di notevole interesse, almeno nelle sue espressioni più fini. Alcune valide trattorie ne sono interpreti. E un paio di insegne ne rappresentano il vertice gourmet (fra esse va senza dubbio segnalata la notevole Locanda Mammì, ad Agnone, la città delle campane e dei confetti). La questione alla quale si faceva cenno riguarda proprio la capacità dei molisani di far evolvere i propri variegati usi regionali verso un linguaggio di più ricercata eleganza, tralasciando inutili pesantezza e valorizzando per contro ciò che di unico questa terra offre, secondo tecniche e modi che guardano ai gusti e alle esigenze dell’oggi.

Anche nel mondo del vino il Molise sta facendo passi in avanti

Benché con la sua Tintilia (un’uva autoctona di lontana origine spagnola) non sia ancora riuscito a proporre una etichetta di incontestabile livello superiore (il problema è duplice: da una parte le caratteristiche dell’uva, dall’altra le ancora imperfette tecniche di vinificazione), con altri vitigni alcuni buoni risultati sono già stati raggiunti. Nell’ambito della Doc Biferno (la cui produzione è ammessa in Molise nella provincia di Campobasso, a una altezza massima di 500 metri, da uve Trebbiano, Bombino e Malvasia per i bianchi, e Montepulciano e Aglianico per i rossi) troviamo, per esempio, un’ottima etichetta: il Gironia Riserva prodotto da Borgo di Colloredo.

La cantina, gestita dalla famiglia Di Giulio (significativamente di origine abruzzese…), sorge a Campomarino, non distante dal mare, su leggeri pendii, e le sue vigne, coltivate con metodi rispettosi, il più possibile a basso impatto ambientale, godono di un microclima assai favorevole.

Gironia Riserva 2015 Biferno Doc

Prodotto da uve Montepulciano (80%) e Aglianico (20%), il Gironia Riserva 2015, nasce da viti piantate oltre una ventina di anni fa, a una altitudine di 110 metri sul livello del mare, su un terreno a forte componente argillosa (elemento da tenere bene a mente) e di medio impasto. Vendemmiato nella prima decade di ottobre, passa due anni in botti di rovere francese, sviluppando un fine bouquet aromatico e una bella struttura, muscolosa ma non pesante. Nel bicchiere il Gironia si presenta di un rosso rubino impenetrabile (il colore pare quello del Durone di Vignola ben maturo), con quasi un che di tenebroso nel punto ove la sua massa è maggiore. Facendolo roteare, e guardando la doppia caduta degli ‘archetti’, ci si rende subito conto della struttura alcolica e, soprattutto, polialcolica. Al naso si esprime più con eleganza che con potenza: i varietali delle due uve – che possono facilmente scivolare nel ‘rustico’ – appaiono ben domati dall’affinamento in legno. A predominare è la dolce speziatura, a base di vaniglia e liquirizia, con un finale che si allunga sul cioccolato, su note di confettura e di frutti rossi maturi (amarena e prugna su tutti), sostenuto da una piacevole punta di torrefazione e di etereo. In bocca il Gironia entra con suadente piacevolezza. Si percepiscono subito la sensazione calorica e pseudocalorica, seguite a ruota da una freschezza modulata con capacità, anche a fronte di un tannino dalla setosità sin troppo impercettibile. A fronte di tanta morbidezza e rotondità il vino – e il rischio potrebbe esserci… – non appare però ‘cotto’: tutt’altro. L’acidità si esprime con destrezza invidiabile, accompagnando il sorso sul centro della lingua e sostenendolo, con persistenza, in fine di bocca senza cedimenti. L’unico appunto che si potrebbe muovere al Gironia Riserva 2015 riguarda forse l’espressione minerale che appare un po’ troppo ‘monodimensionale’, espressione di quell’argilla su cui cresce la vigna.

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