Passione Gourmet Specogna e Rocca Bernarda - Passione Gourmet

Specogna e Rocca Bernarda

Vino
Recensito da Angelo Sabbadin

Un binomio indissolubile

Per capire la maestosità di questo Cru dei Colli Orientali sito nel comune di Premariacco consigliamo a tutti di salire fino al Castello e osservare quanta bellezza si vede: da lassù si possono apprezzare i vigneti sottostanti baciati dal sole in quello che è, a tutti gli effetti, un anfiteatro. Il Castello della Rocca Bernarda, inizialmente feudo del patriarcato aquileiese, con la sua bellezza cinquecentesca, è situato nel mezzo di un vasto parco degradante sul colle che si sviluppa attorno a rigogliosi vigneti. Grazie alla dedizione e competenza di Gaetano Perusini venne sviluppata su queste colline la coltivazione dell’uva da vino Picolit che nel corso degli anni acquistò fama in tutto il mondo.

La visita da Specogna ha avuto molti significati, il principale era capire l’importanza di avere i vigneti in quello che è un Cru, infatti Cristian Specogna esordisce dicendo “ci tenevo a portarvi quassù per ammirare questa visuale e mostrarvi le straordinarie peculiarità di questa parte dei Colli Orientali del Friuli perché è solo qui che si vedono quali sono le macro-caratteristiche più importanti di questo areale al confine fra Colli Orientali e Collio Goriziano”.

Abbiamo la grande fortuna di essere in mezzo fra montagna e mare, tra Alpi ed Adriatico, in 50 km si passa dagli oltre 2.000 metri al mare: questo, dal punto di vista climatico, è una grande fortuna perché durante il giorno porta ad avere l’influenza più mite da Sud, che garantisce temperature ottimali per lo sviluppo e la maturazione della pianta e del frutto; durante la notte, invece, si incanalano i venti freschi dalle montagne che portano a grandi escursioni termiche, con le oscillazioni maggiori di tutta la regione. In fase di maturazione riusciamo ad avere anche 20 gradi di escursione termica tra giorno e notte: potete immaginare, dunque, quanto tutto questo sia straordinario per la viticoltura di qualità, in primis per avere più complessità aromatica, poi per l’acidità, da cui deriva una certa propensione alla longevità.

Detto dunque dell’escursione termica, una delle prerogative di spicco di Rocca Bernarda, l’altro aspetto determinante è la ventilazione. Qui, essendo aperti a 360 gradi, c’è vento tutto l’anno, anche nelle stagioni intermedie, primavera e autunno, il ché permette di non avere ristagno di umidità sul suolo e sulla pianta, e dunque meno problemi di muffe. Nel periodo di maturazione, poi, è determinante nel portarla avanti di circa 2-3 settimane. Maturazioni perfette, dunque, enfatizzate dal regime biologico che costituisce un aiuto naturale contro muffe e marciume.

Terzo aspetto determinante è il suolo, la famosa Ponka o Flisch che contraddistingue queste colline, quindi un terreno di origine sedimentaria marina che si è formato quando si alzarono le Alpi e qui si formò un oceano poco profondo che, coi secoli, portò ad avere una stratificazioni di varia natura, dai sali minerali delle acque provenienti dalle rocce che si sgretolavano e  i gusci delle specie marine che vivevano in queste zone, che hanno portato alla formazione di questo terreno a strati alternati di marne e arenarie, con la marna che, essendo un’argilla calcarea, è ricca di nutrienti e dona al vino un imprinting di sapidità e salinità tipiche di queste parti.

L’azienda

L’avventura della famiglia inizia nel 1963 col nonno, originario delle Valli del Natisone, che emigrò in Svizzera per lavorare in acciaieria dove rimase cinque anni prima di rientrare in Friuli. Passando per queste zone con due amici rimase colpito dal luogo e decise di investire i risparmi per comprare un appezzamento, da cui partì tutto quanto. I primi anni si trattava di un’azienda di sussistenza per la famiglia, si coltivavano cereali, allevava bestiame e si faceva viticoltura; poi, anno dopo anno, ci si accorse che il vino veniva bene: subentrò così in azienda il padre Graziano che affinò il lavoro, ma oggi è la terza generazione, con i fratelli Cristian e Michele, che la superficie vitata è arrivata a 25 ettari per una produzione di circa 100-120.000 bottiglie annue, esportate in 40 paesi. “Il nostro intento anno dopo anno è quello di migliorare in termini di qualità la produzione per fare capire al mondo la potenzialità di questo territorio, conoscere ogni centimetro della nostra collina per poterlo valorizzare al meglio.

L’azienda è in regime biologico e crediamo fermamente in queste pratiche, abbiamo bandito totalmente la chimica che, ricordo, quando veniva usata passeggiando fra i vigneti bruciava la gola, e un odore sgradevole rimaneva addosso: era chiaro che dovevamo bandirla totalmente. Il vino, oggi, persegue un concetto di salubrità, di genuinità, di salvaguardia del territorio, e difatti quello che più stupisce è la vitalità della vigna, il ritorno degli insetti, degli animali come mai visto prima. Da sfatare, poi, il mito che con il biologico si perda produzione: assicuro che in molte zone le rese son uguali  a prima e a volte anche di più. Quest’anno in collina abbiamo usato 0,8 kg di rame per ettaro e il limite del bio è di 4 kg.

La cura e la dedizione di Cristian e suo fratello si percepisce benissimo nei vini, la cui massima potrebbe essere quella di non lasciare niente al caso: sono i piccoli accorgimenti, i dettagli, curati sia in vigneto che in cantina, a fare la reale differenza, e difatti i vini sono tutti in grande forma: due aggettivi per descriverli? Eleganza e  personalità.

La Degustazione

Identità Friuli Colli Orientali Bianco 2020

Proviene da vecchia vigna degli anni ’50, blend di 70% friulano che dà corpo e struttura, 15% di ribolla che aiuta nella freschezza e nell’acidità, e 15% di malvasia che dà complessità aromatica, un uvaggio vero e proprio, le uve vengono raccolte contemporaneamente, fermenta e affina in rovere dove riposa per un anno, e poi un ulteriore anno in bottiglia prima di uscire sul mercato, quindi il 2020 è di prossima uscita. Il vigneto poggio su un suolo con elevata percentuale di calcare e marne grigie che tendono a sviluppare le sensazioni sapide, saline.

Un vino affascinante, di concentrazione, di morbidezza che incontra queste parti saline e sapide che donano equilibrio. Le prime prove di questo vino risalgono al 2005, la prima annata uscita sul mercato è stata la 2011, dopo recensita. Il progetto delle selezioni nasce da viaggi nelle grandi zone vinicole del mondo di Cristian, e dopo il confronto con grandi vigneron, ha avuto ancora di più la consapevolezza di valorizzare il territorio, ecco che è partito lo studio di ogni singola zona e singola vigna, quindi prove, vinificazioni di nascosto, raccolte in notturna. Questo percorso ha portato alla nascita di questi vini, dopo 4-5 anni di tentativi hanno cominciato a prendere forma in concreto, quindi vanno oltre, come fosse un progetto di vita.

Oro liquido alla vista. Aristocratico l’olfatto, intenso, travolgente. Ottime le note tropicali, pesca, melone, ananas, limone candito, confetto, marzapane, fiori gialli, tocco affumicato e tostato. Caldo, cremoso, un po’ contratto ancora, si avverte di avere di fronte un vino dalla grande finezza ed eleganza. Scia fresco-sapida-salina notevole. Finale molto persistente con note dolci e fumè. 91/100

Vino non ancora in commercio che consiglio di mettere in cantina e dimenticare qualche anno. Il vino successivo, Identità 2011, dimostra che 10 anni di affinamento lo hanno notevolmente migliorato, non portandolo ancora alla massima evoluzione, ma ha ancora alcuni anni di crescita.

Identità Venezia Giulia IGT 2011

Oro fuso luminoso sul calice. Note calde, intense e fragranti di frutta gialla, pesca, susina, melone, ananas intercalate da note rocciose, di pietra focaia, smoky. Un bouquet intenso e complesso che profuma di Friuli, di queste colline. Caldo, cremoso, vellutato, materico. Mette in mostra ottima acidità e lunghezza, finale teso e minerale. Vino immenso che dopo 10 anni ha raggiunto maturità e complessità regalando grandi emozioni. 94/100

Sauvignon Blanc Duality 2020

Duality nasce dall’unione di 2 vigne differenti, piantate con 2 cloni diversi, uno di origine francese della zona di Sancerre e un biotipo tipicamente italiano. Le 2 vigne sono posizionate ai lati opposti della collina, una vigna è esposta a nord-est bassa collina, una zona fresca e ombreggiata che fa prevalere la parte acida e le note balsamiche, l’altra vigna è a sud-ovest alta collina, una zona con temperatute più alte, dove c’è concentrazione, con maturazione più importante, quindi la dualità nasce proprio da questo, 2 vigne agli opposti che si uniscono a cercare equilibrio. Il vino subisce un anno di affinamento in rovere e uno in bottiglia. La proporzione delle 2 vigne può variare a seconda dell’andamento climatico. Un altro aspetto sono poi i suoli, la vigna a Nord ha la particolarità di avere molti minerali, quarzite, silicio che sul Sauvignon ha una buona influenza. Entrambi i 2 impianti hanno 45 anni di età di media.

Gli eleganti profumi arrivano precisi e sfaccettati: ananas, uva spina, ribes bianco, mela granny smith, tocco vegetale di salvia, timo, ortica. Fragrante, fresco, piacevole, si stende sul palato con classe e disinvoltura. Vino di grande beva, ottima la persistenza. 92,5/100

Pinot Grigio Riserva 2019 non filtrato Friuli Colli

Proviene da vigna degli anni ’60, alta collina, molto ventilata, fondamentale per il pinot grigio che ha un grappolo stretto e compatto, questo consente di arrivare alla maturazione ottimale del vinacciolo, qui si fa la fermentazione alcolica “spontanea” e malolattica con le bucce, circa 2 mesi di macerazione, seguono 2 anni di affinamento parte rovere e parte bottiglia. Specogna ha sempre avuto dal 1963 in produzione un ramato, anche in anni in cui andava il bianco carta.

Nel profumo caldo e intenso prevale la ricchezza del frutto, buccia di mela rossa, melograno, nespola, mandorla, fiori gialli, dolce tostatura, note affumicate. Un bouquet sofisticato e complesso. Caldo, ricco, dinamico, tannino e freschezza lavorano in sinergia per dare un ottimo equilibrio. Ottima la persistenza. 91/100

Oltre Friuli Colli Orientali doc rosso 2019 non filtrato

Un vino nato dalla passione per i 3 rossi autoctoni friulani: refosco dal peduncolo rosso, pignolo, schiopettino. Affina in rovere piccolo per 18-24 mesi. Rubino scuro e concentrato. Al naso porge complessità e maturità con note calde di marasca, mora, prugna, humus, fungo, sottobosco, liquirizia, tabacco dolce, cacao e una scia finale di pepe nero e menta. Caldo, ricco, cremoso, dinamico, tannino vivace che si inserisce bene nella calda materia del vino. Ottima persistenza. Finale con tocco di tabacco e mentolato. Un vino appagante, pieno e deciso. 91/100

Malvasia Friuli Colli Orientali 2021

Paglierino con intense sfumature oro. Esordio intriso di note di frutta tropicale, ananas, melone,  tocco vegetale di fieno, tè verde, pietra focaia. Sul palato vivace, si fa apprezzare per la freschezza e salinità. Buona la persistenza. 91/100

Pignolo 2015 Friuli Colli Orientali non filtrato

La sua presenza in Friuli risulta essere risalente a diversi secoli fa. La sua origine: le vigne dell’Abbazia di Rosazzo. Poi venne dimenticato dalla storia e dagli uomini… a causa delle sue basse rese e della sua sensibilità alla malattia dell’oidio che lo fecero sfavorire a varietà più resistenti e produttive. Ma poi, grazie alle indicazioni di Walter Filiputti si ritrovarono le ultime due viti superstiti, dalle quali si ripropagarono le nuove piante dal 1978. E questo grande vino riprese il suo cammino. La vite di Pignolo desidera terreni marnosi, asciutti e ben esposti a Sud. L’uva è ricca in tannini, offre alte concentrazioni zuccherine e ottimo colore. Il vino è uno dei grandi rossi d’Italia, potente e dalla personalità fortissima. E’ capace di invecchiare con nobiltà oltre i 20 anni. Macerazione di circa 10 giorni sulle bucce e svolgimento della fermentazione alcolica. Il vino viene poi fatto affinare per il 50% della massa in botti di rovere da 500 litri mentre il restante 50% affina in barrique di rovere da 228 litri; Il periodo di affinamento è di circa 60 mesi e successivamente si passa all’ imbottigliamento (senza filtrazione).

Rubino molto intenso, trama aromatica accattivante di amarene, prugne, more, violetta, note scure di humus, sottobosco, mentolato, spezie, caffè, cuoio conciato. Sul palato si fa apprezzare per essere caldo, materico, il tannino vivace è presente ma di ottima finezza, slanciato e fine, ottima la persistenza. Tabacco e note speziate nel finale. 93/100

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