Acquolina
Valutazione
Pregi
- Un giovane Chef di sicuro talento e spiccata personalità officia nel pieno centro di Roma.
Difetti
- Il dolce, non a livello del salato.
Anabasi e Catabasi
Uno dei salotti più interessanti di Roma, dall’estate del 2021, ha riaperto i battenti in maniera permanente e definitiva. Ed è una gran bella notizia perché al timone della cucina c’è Daniele Lippi, un giovane Chef dalle idee chiare e con personalità e tecnica per metterle in pratica. Fa parte della scuderia di Paolo Troiani, un nome che a Roma ha forgiato diversi giovani di valore, non ultimo il compianto Alessandro Narducci, il precedente Chef di Acquolina, prematuramente scomparso in un tragico incidente nel 2018, e l’ottimo Giulio Terrinoni. Daniele Lippi dopo l’apprendistato decennale al Convivio Troiani ha affinato le proprie qualità in diversi stage da maestri assoluti come Enrico Crippa e Yannick Alleno, che hanno arricchito con evidente profitto il bagaglio di esperienza nonché la crescita di un professionista che, al momento, si accredita come titolare di una delle tavole più interessanti di Roma.
Il suo menù principale “Anabasi Catabasi” rappresenta, già nella suggestiva e letteraria evocazione, efficace dichiarazione di intenti che rende pienamente l’idea del saliscendi di sensazioni che, in un continuo e costante intreccio di rimandi e sollecitazioni, vede congiungersi efficacemente peculiarità di mare e quelle di terra. Comunione che non si realizza attraverso semplice e consueto accostamento, surf and turfL'espressione "surf and turf" fa riferimento ai piatti in cui si combina la carne rossa con il pesce o i frutti di mare; "surf", navigare, richiama infatti l'ambiente marino, mentre "turf", manto erboso, allude ai pascoli del bestiame. Tipica della cucina americana, dove il piatto più famoso è la coda di aragosta con filet mignon, è una combinazione spesso adottata... Leggi, di carne e pesce, ma instaurando un vero e proprio dialogo tra loro dall’esito assai produttivo. Il tutto con sensibilità e originalità non di poco conto e in un ambiente elegante e ovattato che, pur essendo nel pieno centro di Roma, permette di godere dell’esperienza con la dovuta tranquillità.
Fermentazioni, acidità e trompe-l’oeil
Se il buongiorno si vede dal mattino allora gli amuse bouche rappresentano già promettente biglietto da visita non solo per la loro fattura ma per come esprimono, compiutamente, la volontà di solleticare diversi registri gustativi. L’utilizzo calibrato di fermentazioni, gradienti di acidità e composizioni di sapori si accompagna a presentazioni formalmente interessanti che non disdegnano persino qualche piccolo trompe-l’oeil. È il caso della Ricotta, costituita di latte di mandorla, che funge da degno comprimario ai ricci o del Fungo cardoncello che sostituisce felicemente la lumaca di mare grazie alla sua texture e allo squisito fondo e caviale delle lumache stesse.
Più in generale ogni piatto persegue un disegno che non si risolve nella bidimensionale esaltazione di questo o quell’ingrediente quanto, piuttosto, in preparazioni che, attraverso più composite stratificazioni, rendono l’esperienza assai soddisfacente. Sintomatico il Crudo di ricciola che si arricchisce delle sfumature di una soia di lenticchie che nappa felicemente il piatto insieme alla dolcezza, invero assai modulata, del cachimela e del regale foie gras. Solo il dolce, un’ode quasi banale al cioccolato, stona per stile e diversa leggerezza con un percorso che ha lasciato la piena percezione di un talento da seguire con attenzione.
La Galleria Fotografica:
Ingresso. Sala. Ottima batteria di amuse bouche: sandwich di mela verde con tartare d’anatra e maionese alle alghe – hunan di zucca con testa di maiale e maionese alle alghe – cono di pomodoro con concentrato di pomodoro, ricotta di bufala ed alici marinate – foglia di lattughino con hummus di pistacchio e caviale di aringa – wafer di chips di patate con baccalà mantecato e gel di cipolle rosse – tartelletta ai lamponi con foie gras e tartufo nero. Ricci e ricotta (fatta con latte di mandorla cagliata con acqua di mare) accompagnata da focaccia con farina di polenta. Pane con farina di ghianda. Crudo di ricciola con carpaccio di cachimela, foie gras, olio alle nocciole, soia di lenticchie (lasciate fermentare per nove mesi con aggiunta di aspergillus oryzae) e farro. Triglia in carpaccio con misticanze aromatiche (da mangiare direttamente dal mandarino) – consommé di triglia e aglio. Triglia alla brace con cuore d’anatra, salsa di anatra e mandarino caramellato. Linguina con gamberi rossi di Mazara del Vallo, peperone crusco, paccasasso sott’olio (finocchietto di mare), polvere di urfa biber (peperoncino turco). Tortello con farina di grano arso ripieno di cremoso di mascarpone, pane croccante e alici marinate, consommé di colatura di alici e agrumi. Gioco di consistenze: fungo cardoncello cotto alla brace (stessa consistenza di una lumaca di mare) crema di radici di prezzemolo, olio al prezzemolo, fondo di lumache di mare e caviale di lumache. Anguilla cotta alla brace (come se fosse una costoletta di maiale), misticanza, salsa alle spuntature. Sorbetto di mela cotta e mostarda. Supreme di piccione alla brace farcita con scampi, foglie di bieta, fondo di piccione, ribes e corallo di scampi. Consommé di scampi con tortello di piccione. Sorbetto al melograno, spuma di mandorle e amaretto di Saronno, crack sugar al cioccolato bianco e semi misti. Cacao crudo: Ganache di cioccolato temperato e sorbetto al cioccolato – Biscotto al cioccolato con crema alle nocciole – Cremino al cioccolato. Acqua di cioccolato da bere alla fine. Un signore a tavola. Petit four. Servizio del caffè. Tavolo con motivo marino. Interni.
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