Valutazione
Pregi
- La qualità della materia prima, un benchmark a Milano.
- La carta dei vini, vasta, varia e profonda.
Difetti
- I tavoli ravvicinati che non consentono di avere sufficiente privacy tra i commensali.
- I ricarichi importanti sui vini.
- Il costo dell'esperienza complessiva è molto alto.
L’ultima insegna top gamma del Gruppo Langosteria
Era il 2007 quando Enrico Buonocore aprì la Langosteria 10, in via Savona, al medesimo numero civico. Dopo quasi vent’anni quel piccolo bistrotBistrot o Bistrò. Piccolo locale tradizionale francese che offre un servizio simile all'osteria italiana. La crescita esponenziale di locali di avanguardia in formato Bistrot (negli anni 2000), prima in Francia come risposta all'alta cucina da Hotellerie e poi in tutta Europa, ha segnato un vero e proprio 'movimento' gastronomico associabile al termine "Bistronomia", da cui deriva l'aggettivo 'Bistronomico' (usato dagli... Leggi in stile parigino ha avuto una stupefacente mutazione trasformandosi al contempo in una delle più autorevoli insegne del panorama della ristorazione cittadina (e non solo) nonché in una florida azienda capace di perseguire, col tempo, inaspettati traguardi, e fissarsi obiettivi per ulteriori margini di miglioramento.
Oggi il gruppo Langosteria conta ben sei insegne (di cui quattro a Milano, una a Paraggi e una a Parigi), tutte di grandissima affidabilità e piccole – ma tutt’altro che irrilevanti – differenze tra loro. L’ultimo nato, Cucina, a nostro avviso il progetto più ambizioso, condivide le stesse mura dell’insegna ammiraglia.
Gli ambienti, dai torni scuri, hanno luci soffuse e tavoli ravvicinati. A differenza degli altri locali, qui non si fanno doppi turni e vengono serviti piatti di nuova concezione che, in un secondo momento, troveranno spazio anche negli altri ristoranti del gruppo.
Piatti pensati per essere condivisi e crudi eccezionali
La brigata di cucinaPer Brigata di cucina si intende l'insieme di tutto il personale di una cucina professionale, sia operatori qualificati che apprendisti, che opera nella preparazione di vivande per il servizio. Si tratta di un concetto ideato dal grande Auguste Escoffier, come struttura gerarchica organizzata in forma piramidale in cui mansioni e compiti erano rigorosamente distribuiti in ruoli specializzati, separati ma interdipendenti,... Leggi è guidata dallo storico chef Denis Pedron che si aggira anche tra i tavoli per completare alcune portate direttamente davanti ai commensali. Molte preparazioni sono pensate per due o più commensali. I crudi sono il must, come l’eccellente carpaccio di tonno rosso e salsa tonnata e il branzino di Galizia e melanzane perline; tra gli antipasti cotti ricordiamo molto buoni i calamaretti spillo all’assassina, piccanti al punto giusto, mentre tra i primi abbiamo assaggiato gli gnocchi (di patate e cime di rapa) con gamberi rossi e katsuobushiIngrediente molto importante della cucina giapponese. Il katsuobushi si ottiene grattugiando i filetti di tonnetto striato essiccato, fermentato e affumicato.... Leggi. Il piatto principale, lo chateaubriand di cernia nera alla brace presenta una pregiata materia prima ma è leggermente oltre il punto di cottura perfetto, non è improbabile che la cucina abbia ancora bisogno di qualche tempo per terminare rodaggio. Il servizio del piatto, comunque, è impeccabile: per due persone, lo chateaubriand è accompagnato da un purè alla Robuchon, molto goloso, e da verdura di stagione, nel nostro caso dei pak-choi.
Non c’è una carta dei dessert ma vengono serviti, compresi nel costo dell’esperienza, un pre-dessert e un dessert. Nel nostro caso ci sono stati serviti un sorbetto e un’ottima torta della nonna, servita calda. I prezzi sono molto alti sebbene la qualità sia fuori discussione. Degustazione di 6 portate a 150 euro; alla carta si spende qualcosa in meno. Si sale, e di parecchio, con il wine pairing.
Completano il cadre l’imponente carta dei vini, con un focus particolare sugli champagne, una lista di cocktail studiati appositamente e un servizio informale e accomodante.
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