Passione Gourmet Ottocentodieci - Passione Gourmet

Ottocentodieci

Ristorante
via S. Bernardino 24, Sannazzaro de' Burgondi (PV)
Chef Rigels Tepshi
Recensito da Fiorello Bianchi

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Cucina di carattere e gusto.
  • Parte dolce curata e originale.

Difetti

  • Un piatto con problema di cottura e sapidità.
Visitato il 01-2022

Napoli-Lomellina

Ottocentodieci sono i chilometri che separano Sannazzaro, località dove si trova l’hotel Eridano, con bistrot, pizzeria e ristorante annesso, da Napoli, città d’origine dei proprietari della struttura. Ottocentodieci è la punta di diamante, il ristorante di fine-dining, affidata al giovane chef, Rigels Tepshi, arrivato in Italia dall’Albania quando era piccolissimo. Importante esperienza al Trussardi alla scala, come capo partita con Luigi Taglienti, poi sous chef con Roberto Conti; poi, ancora, dopo un’esperienza con Antonio Guida al Seta, approda come chef a Sannazzaro. Qui Rigels, questi ottocentodieci chilometri di distanza, li azzera avvicinando la cucina campana a quella della Lomellina, lavorando, con una bella tecnica, sulla concentrazione del gusto.

Il viaggio

Esistono due menù degustazione, oltre alla carta, il primo, più breve, dedicato completamente alla Lomellina, il secondo è invece “Ottocentodieci“: un viaggio di avvicinamento e di inclusione in un mondo di sapori intensi e decisi, facilmente decodificabili e sicuramente apprezzabili da qualsiasi tipologia di clientela.

La partenza è proprio nel segno della sapidità, con una millefoglie di patate con conciato romano, risotto con castelmagno e soia, spaghetti di Gragnano con due R, chiaro omaggio alla cucina campana. Un ragù napoletano servito sia come sugo sia come portata con il pezzo di carne, accompagnato da una fetta di pane “cafone”; peccato che la sapidità del piatto sia decisamente borderline e la cottura della pasta sia troppo al dente.

Il leit motiv generale del percorso è comunque quello di una cucina di carattere e di gusto con delle sorprese, che evidenziano un lato più elegante e delicato, seppure incisivo. È il caso dell’astice con midollo, salsa di champagne e dragoncello che ricorda decisamente la cucina di Antonio Guida, e della sogliola in crépinette, polvere di limone nero e brodo di mortadella: cottura perfetta ed un intrigante gioco di sapori. Interessante anche la parte dei dessert, gestita dal giovane e promettente Alessandro Moretto, molto curata e originale negli accostamenti come nel gelato ai friarielli con zucca e nocciola, sempre nella logica dell’accomunare prodotti campani con quelli locali.

È questa la strada che, pensiamo, possa essere ulteriormente sviluppata nel creare connubi sempre più originali e innovativi: le potenzialità ci sono, la tecnica pure e il percorso degustazione può ulteriormente decollare. Il team nel complesso è molto giovane, sia in cucina sia in sala e ha tutte le carte per fare sempre meglio.

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