Valutazione
Pregi
- Cucina di carattere e gusto.
- Parte dolce curata e originale.
Difetti
- Un piatto con problema di cottura e sapidità.
Napoli-Lomellina
Ottocentodieci sono i chilometri che separano Sannazzaro, località dove si trova l’hotel Eridano, con bistrotBistrot o Bistrò. Piccolo locale tradizionale francese che offre un servizio simile all'osteria italiana. La crescita esponenziale di locali di avanguardia in formato Bistrot (negli anni 2000), prima in Francia come risposta all'alta cucina da Hotellerie e poi in tutta Europa, ha segnato un vero e proprio 'movimento' gastronomico associabile al termine "Bistronomia", da cui deriva l'aggettivo 'Bistronomico' (usato dagli... Leggi, pizzeria e ristorante annesso, da Napoli, città d’origine dei proprietari della struttura. Ottocentodieci è la punta di diamante, il ristorante di fine-dining, affidata al giovane chef, Rigels Tepshi, arrivato in Italia dall’Albania quando era piccolissimo. Importante esperienza al Trussardi alla scala, come capo partita con Luigi Taglienti, poi sous chef con Roberto Conti; poi, ancora, dopo un’esperienza con Antonio Guida al Seta, approda come chef a Sannazzaro. Qui Rigels, questi ottocentodieci chilometri di distanza, li azzera avvicinando la cucina campana a quella della Lomellina, lavorando, con una bella tecnica, sulla concentrazione del gusto.
Il viaggio
Esistono due menù degustazione, oltre alla carta, il primo, più breve, dedicato completamente alla Lomellina, il secondo è invece “Ottocentodieci“: un viaggio di avvicinamento e di inclusione in un mondo di sapori intensi e decisi, facilmente decodificabili e sicuramente apprezzabili da qualsiasi tipologia di clientela.
La partenza è proprio nel segno della sapidità, con una millefoglie di patate con conciato romano, risotto con castelmagno e soia, spaghetti di Gragnano con due R, chiaro omaggio alla cucina campana. Un ragù napoletano servito sia come sugo sia come portata con il pezzo di carne, accompagnato da una fetta di pane “cafone”; peccato che la sapidità del piatto sia decisamente borderline e la cottura della pasta sia troppo al dente.
Il leit motiv generale del percorso è comunque quello di una cucina di carattere e di gusto con delle sorprese, che evidenziano un lato più elegante e delicato, seppure incisivo. È il caso dell’astice con midollo, salsa di champagne e dragoncello che ricorda decisamente la cucina di Antonio Guida, e della sogliola in crépinetteCon Crépinette ci si riferisce ad una preparazione cotta in un involucro composto dalla retina di maiale (omento). Questa membrana sottile, dalla particolare struttura a reticolo e composta prevalentemente da grassi, si scioglie a contatto con il calore insaporendo ed ammorbidendo il contenuto. Nota nella cucina francese, per le polpette di carne d’agnello, trova spazio anche nella cucina tradizionale italiana,... Leggi, polvere di limone nero e brodo di mortadella: cottura perfetta ed un intrigante gioco di sapori. Interessante anche la parte dei dessert, gestita dal giovane e promettente Alessandro Moretto, molto curata e originale negli accostamenti come nel gelato ai friarielli con zucca e nocciola, sempre nella logica dell’accomunare prodotti campani con quelli locali.
È questa la strada che, pensiamo, possa essere ulteriormente sviluppata nel creare connubi sempre più originali e innovativi: le potenzialità ci sono, la tecnica pure e il percorso degustazione può ulteriormente decollare. Il team nel complesso è molto giovane, sia in cucina sia in sala e ha tutte le carte per fare sempre meglio.