La famigliarità, l’accoglienza e la maturità del Signum dei fratelli Caruso
Sappiamo immaginare poche cose più rilassanti di una lunga e confortevole colazione al Signum: perché qui si stratificano ricordi che poi ti possono confortare per mesi, anche nel grigiore di talune giornate cittadine invernali. Una perla nascosta nel verde di Malfa, a Salina, che si lancia nel mare.
Solo l’anno scorso parlavamo di “esperienza signum” e anche oggi non possiamo che confermare quanto scritto. Una struttura che si migliora di anno in anno e che è certamente una delle migliori destinazioni alberghiere italiane: per il senso di familiarità, per una accoglienza unica da parte di tutto il personale, per la qualità che si concentra in ogni minimo dettaglio.
Le novità del 2021
Un hotel che certamente ha nei suoi punti di forza la proposta ristorativa: si faceva cenno a una colazione maestosa (dal caffè fino alla granita, tutto è eccellente), ma non sono da meno i cocktail di Raffaele Caruso, da gustare mentre il sole colora di rosso il cielo e il mare (il suo Amara Mule è nei nostri cuori), o le proposte del bistrot e del nuovo “angolo” inaugurato in questa stagione 2021, il Carrubo, uno spazio in cui protagonisti sono il fuoco, i prodotti dell’orto e l’ampia cantina sviluppata negli anni dalla passione di Luca Caruso.
Potremmo partire proprio da Luca Caruso, il direttore dell’albergo e della sala del ristorante, per spiegare cosa è oggi il ristorante Signum: un luogo di passioni veraci. La proposta di vino al calice di Luca Caruso è senza dubbio una delle più interessanti che si possano trovare, non necessariamente per blasone delle etichette (per quelle, a volte, “bastano” i soldi), ma per la particolarità delle scelte (spesso vini di nicchia introvabili, da poco più di mille bottiglie l’anno), per le vecchie annate, per la coerenza del percorso, una volta legato al vitigno, un’altra all’altitudine delle vigne, un’altra ancora alle caratteristiche del vino stesso. Una esperienza nell’esperienza che ci sentiamo di consigliare caldamente.
Un altro viaggio
Vino e servizio sono degni compagni di viaggio della cucina di Martina Caruso: una cucina che sta crescendo in maniera visibile. C’è più maturità, più precisione, più concentrazione nei piatti 2021 del Signum.
Il menu di sette portate “Un altro viaggio”, la nuova proposta della stagione, è un messaggio forte e potente: è un biglietto da visita delle Eolie, una sintesi dei gusti e dei sapori di questa terra rivisti dalla sensibilità di una cuoca che ha raggiunto grande consapevolezza delle proprie capacità. Ma ne è riprova anche il grande lavoro di affinamento sui piatti storici, oggi più fini e privi di sbavature.
Una cucina fresca, più confortevole che spigolosa, anche se non rinuncia ad alcuni forti scossoni: è il caso dei mezzi paccheri con la tumapersa o della guancia al cioccolato e limone, piatti intensi, per palati allenati che non ricercano necessariamente equilibrio in un piatto.
La vetta, però, si raggiunge nei piatti che giocano sull’eleganza e sulla finezza, concentrando i sapori degli ingredienti senza sbilanciare la composizione né nel gusto né nelle consistenze. Una cucina moderna, non eccessivamente creativa, decisamente italiana, sicuramente di alto livello tecnico. Dove fare una singola, grandissima esperienza da cliente esterno, o poter mangiare anche più giorni di fila come ospiti dell’albergo.
Una componente coerente con tutto quanto gli gira intorno, in una struttura che, siamo certi, vi entrerà nel cuore.
La Galleria Fotografica:
Bagna cauda ai ricci di mare. Carpaccio di ricciola, garum di alici, olio alle erbe. Murena 2.0 (brodo in gel, limbarda). Pasta in brodo di pesce, pomodoro, mandorle, un po’ piccante con erbe aromatiche. Spaghetto con alici e finocchietto. Ricciola, cicoria, limone e patate. 3.0 (con salsa forte, vegetale e frutta). Gelato al cappero di Salina (molto simile all’impiattamento di un pre dessert di Sultano, forse un omaggio). Caprino Girgentano, scarola, pomodoro confit e quinoa soffiata. I piatti di una seconda cena. Si parte con Gambero rosso di Salina, Bloody Mary, frutta e limone salato, notevolmente migliorato rispetto allo scorso anno. Sgombro confit, zuppa di olive verdi, bufala e capperi canditi. Spatola panata al barbecue, mandorla e “leche de tigre”. Dentice, lattuga marinata, arancia e acciughe. Linguine con latte di mandorla e vongole. Mezzi paccheri con totano, tumapersa e bieta croccante. Tortelli di agnello alle erbe affumicate. Guancia di vitello, cioccolato e limone. Crostata di limone meringato. Karkadè, cannella e vaniglia. Piccola pasticceria. Chardonnay in purezza con 60 mesi sui lieviti. Un grande champagne. Un salto in Mosella… ….per poi tornare alle Eolie, con un progetto di Nino Caravaglio e Paolo Ferretti. Un 2011 di Damijan, di Malvasia, Chardonnay e Nekaj. Kudos di Federico Curtaz, un grandioso vino “di vulcano”. Chenin Blanc 2014 di Thierry Germain. Una delle grandi vignaiole siciliane: Arianna Occhipinti. Extra Brut Camossi 2010. Vini d’alta quota 1….da piante coltivate a 900 metri in Val D’Aosta. Vini d’alta quota 2….l’Etna di Federico Graziani. Favoloso questo Pietracupa 2010. Un bianco straordinario, il migliore assaggio di questa carrellata e non solo. Un trebbiano toscano che strizza l’occhio alla Borgogna, in cui si nota bene lo zampino del mitico Lucien Le Moine. Un Nero d’Avola 2005, una chicca che fa comprendere la longevità di questo vitigno. Qualche immagine del nuovo locale del Signum, il Carrubo. Qualche dettaglio da sistemare, ma la partenza promette bene. Qui si può gustare una straordinaria Parmigiana. Qualche immagine anche della colazione, rigorosamente vista mare. Salmone, capperi e cipolla. Torta. Granita, panna e brioche col tuppo. Un classico siciliano.