Passione Gourmet Locande delle Grazie - Grazie - 2021 - Passione Gourmet

Locande delle Grazie

Trattoria
piazzale Santuario 2, 46010, Grazie, Curtatone (MN)
Chef Demetrio Barbato
Recensito da Grazia Di Giannandrea

Valutazione

Pregi

  • Rispetto della tradizione.
  • Rapporto qualità/prezzo complessivo.
  • Intima veranda esterna.

Difetti

  • Sarebbe stata apprezzata una proposta di piatti più adatti al clima estivo.
  • Qualche imprecisione e reiterazione in alcuni piatti.
Visitato il 07-2021

A Grazie il tempo si è fermato

L’orologio sembra essersi fermato a Grazie, in una tanto minuta quanto affascinante frazione di Curtatone (MN). Nel piccolo borgo, raccolto intorno al Santuario delle Grazie, da cui il nome, il negozietto di souvenir si presta anche da parrucchiere o tabaccaio. All’esterno, una sedia e un tavolino, muniti degli apposti strumenti del mestiere, fanno da cornice alle caratteristiche locande presenti a bordo strada, fornendo un’atmosfera quasi ovattata in cui sentirsi viandanti per una sera.

Sulla strada pedonale, protetta da una siepe, c’è la Locanda delle Grazie. Un luogo in cui si assapora la cucina della tradizione mantovana, protetti dalle piante e dall’accogliente veranda resa ancora più intima dalle tende. Coerentemente con l’atmosfera, anche la Locanda delle Grazie sembra aver incapsulato il tempo: la cucina del territorio è sempre fedelmente messa in tavola anche dopo il cambio di gestione, Daniela Bellintani e Fernando Aldighieri hanno infatti passato il testimone a Giuseppe Maddalena e Nicola Reggiani.

Locanda delle Grazie: la tradizione è servita

Seduti al tavolo ci accoglie un cesto con grissini, pane e piccola pasticceria salata come i panini con il cotechino. Un preludio a quello che sarà il menù: generoso e casalingo. La sala, d’altra parte, si dimostra presente, puntuale e discreta. Il cuoco, come un direttore d’orchestra, compone equilibratamente ogni piatto dell’antipasto Luciana, sinfonia dove trovano spazio le sfiziosità tradizionali mantovane: il cotechino si accompagna ai crauti che sgrassano l’insaccato; il luccio in salsa verde viene sdrammatizzato dai capperi; gli immancabili salumi vanno a braccetto con la giardiniera fatta in casa.

Di produzione propria anche la mostarda di mele: moderatamente piccate e dalla consistenza interessante, accarezza senza offuscare la spalla cotta di San Secondo, ben sostenuta dalle spezie. Leggermente stonata la polenta, ricca di amido e dalla consistenza gelatinosa.

I primi piatti sono ricchi e rassicuranti: apprezzati i maccheroncini al torchio con sugo di stracotto, in cui la consistenza della pasta contrasta con la cremosità del ragù, dove il vino rosso presente si sente e alleggerisce, per quanto possibile, il piatto. Altro primo da segnalare è il Sorbir (in dialetto mantovano “a piccoli sorsi”, riferito al vino) di anoli in brodo di cappone, leggermente troppo sapido il brodo ma con l’immancabile aggiunta di Lambrusco secco, a donare acidità al piatto.

Per quanto riguarda i dolci, il cavallo di battaglia del locale è sicuramente lo zabaione, che non si risparmia, orgogliosamente proposto in accompagnamento a ogni piatto, come una festa di fine pasto. Nota di merito per la torta Miascia e la Sbrisolona Mantovana: i due dolci più interessanti poiché più ricchi di contrasti. La prima, nata come dolce di recupero a base di pane e frutta, in questo caso proposta con le mele, si dimostra una scelta azzeccata, nostalgica, vicina ai ricordi dell’infanzia. La seconda, quasi all’opposto, è croccante e di carattere: una punta di scorza di limone aggiunta all’impasto le regala un piacevole tocco d’audacia. Peccato, invece, per il budino al cioccolato amaro, con qualche imprecisione nella consistenza e la nota amara del cioccolato rimasta troppo timidamente sullo sfondo.

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