Hrimnir Ramen
Valutazione
Pregi
- Un indirizzo intrigante e curioso nel cuore di Oslo.
- Servizio cordiale.
Difetti
- Rincari un po’ eccessivi sulle bevande.
Oslo –Tokyo andata e ritorno
Il nesso tra Norvegia e Giappone? Gastronomicamente parlando mai così eterogenee, eppur mai così vicine, come dimostra Hriminir Ramen, avamposto nipponico nel cuore di Oslo, uno di quei locali melting pot dove due culture s’incontrano creando un sodalizio di sapori. A dirla tutta, il suo fautore David Quist non vanta chissà quali trascorsi stellati nelle cucine di mezzo mondo, anzi è un microbiologo americano appassionato di cucina che, folgorato sulla via del ramenIl ramen è un tipico piatto giapponese (ma di origini cinesi) a base di tagliatelle di tipo cinese di frumento servite in brodo di carne e/o pesce, spesso insaporito con salsa di soia o miso e con guarnizioni in cima come maiale affettato, alghe marine secche, kamaboko, cipolla verde e a volte mais. Praticamente ogni località del Giappone ha la... Leggi, ha deciso di apprendere questa antica tradizione da uno dei più celebri mentori in questo campo, Kibomoto San del Ramen Kai di Tokyo.
Ebbene la mentalità scientifica di Quist, applicata alla conoscenza della biodiversità e alle tecniche che la cucina nordica ma di riflesso anche quella giapponese offrono, ha fatto sì che l’offerta di Hrimnir Ramen, sia tra le più innovative, in questo campo, mai assaggiate. Tecniche classiche, consacrate alla realizzazione del ramen, incontrano gli ingredienti misconosciuti del grande Nord atlantico, sferzato da vento, altipiani innevati e burrascose correnti marine.
Tra koji, misoE' un condimento di origine giapponese derivato dai semi della soia gialla, cui spesso vengono aggiunti cereali come orzo o riso, segale, grano saraceno o miglio. È diffuso in tutto l'estremo Oriente, soprattutto in Corea e Giappone, dove svolge un ruolo nutrizionale importante, essendo ricco di proteine, vitamine e minerali. Il miso funge da base per numerose ricette e zuppe... Leggi e shoyu, trovano spazio cuori di balena fermentati, pickels e nuovi kitmchi sperimentali come quello, sensazionale, realizzato con il cavolo di Bruxelles, nerboruto nel lato fermentato ma delizioso e intrigante al palato, oppure l’insalata di patate giapponese con sesamo e uova affumicate di merluzzo. E poi lui, il protagonista della nostra esperienza: il ramen. Alla prova di assaggio in duplice versione nell’hen shoyu ramen con la tipica chashu, tipica e fondente pancia di maiale brasata con una magistrale scorzonera fermentata e cipollotto. Mentre nel secondo assaggio, quello da knock out umamico, il paitan gyokai shio ramen, il più antico delle declinazioni nel mondo del ramen, dove la sapidità è data da un brodo semplicemente salato (senza ausilio di salsa di soia in questo caso rispetto allo shoyu), ma che lascia spazio alla molteplicità di ingredienti impiegati: l’immancabile pancia di maiale, l’uovo marinato nel caffè di soia, topinambur fermentato, aglio orsino, cavolo nero essiccato, cipollotto e gli ottimi noodles
I noodles sono stati creati in Cina più di 4.000 anni fa e grazie a viaggi, migrazioni e commercio si sono poi diffusi anche in altre nazioni, come Corea, Tailandia, Filippine e, ovviamente, Giappone. Si producono con un impasto di farina di qualunque tipo a cui si aggiunge acqua ed eventualmente uova e con cui si creano dei fili di... Leggi, homemade, of course, dell’Hrminir.
In buona sintesi, possiamo dire che ciascuna delle cucchiaiate del ramen di Hrminir spazia negli 8404 km che separano Oslo da Tokyo che, credeteci, non vi sembreranno poi così distanti.
Locale molto interessante che frequento spesso (è praticamente al lato del mio ufficio) che sta cercando con l'asporto di sopravvivere alla pandemia. Se vi capita di ripassare da Oslo vi suggerisco caldamente il ristorante Arakataka e la piccola gemma Hyde (dalla stessa crew dello storico Pjoltergeist), sperando che riescano a riaprire presto. Saluti da Oslo.