Valutazione
Pregi
- La professionalità di Marta in sala.
- Gli sfarzosi e originalissimi interni.
Difetti
- L’impostazione della cucina un po' datata.
- Dessert davvero basici.
Cucina di pesce “terragna” all’ombra dell’Arena
Un locale storico di singolare bellezza ed eleganza. Questa è l’Osteria Fontanina a Verona, a pochi metri dal suggestivo scenario di Ponte Pietra. In posizione un po’ defilata rispetto al centro città , ma poco importa.
È questa una delle mete favorite di una clientela – in gran parte straniera – che qui ritorna sempre, incantata dal lusso di un’accoglienza elegantemente informale, di una cucina italiana e di territorio non priva però di un tocco internazionale, di una carta dei vini con oltre 700 etichette con cui, senza badare a spese, ci si può divertire assai.
Bellissimi gli interni, sfarzosi, dove i tavoli sono separati da bottiglie e casse di vino, specchi, sculture, quadri e addirittura arazzi posizionati un po’ dovunque in un disordine perfettamente studiato. Tutto trasmette un’idea di lusso ma anche di “casa”. L’effetto è po’ quello di mangiare a casa di un ricco, disordinato signore, appassionato di antiquariato. In estate, poi, è possibile mangiare sotto un bel pergolato con vista su uno degli angoli più pittoreschi della città.
L’Osteria è gestita dalla stessa famiglia, i Tapparini, da quasi 40 anni. Oggi il timone della cucina è nelle mani di Nicola, in sala la moglie, Marta, perfetta nell’accoglienza informale ma inappuntabile.
Nonostante i grandi classici della Fontanina siano il brasatoPreparazione di carne cotta lentamente con vino, spezie e brodo. La lunga cottura del brasato privilegia le parti fibrose associate ai muscoli dell’animale, rendendole morbide e succulente.... Leggi all’Amarone, il Nuvola ’99 (tecnicamente un uovo croccante al tartufo ndr.) o gli agnolotti, piatti in carta ormai da 20 anni che la clientela più affezionata desidera sempre ritrovare, la grande passione di Tapparini è il pesce al quale è dedicato un percorso di degustazione.
Sapori compositi di terra e di mare
Piatti in cui la materia prima non è quasi mai presentata in purezza o esaltata come ingrediente assoluto a rievocare il gusto del mare ma è sempre accompagnata da ingredienti di terra che ne diventano co-protagonisti.
Si veda – per fare qualche esempio – l’uovo di quaglia nel Sandwich veneziano, un piatto interessante che ha il solo limite di non essere tecnicamente agevole da mangiare. E poi la frutta fresca e secca che accompagna le capesante, la crema di broccoli che accompagna un delicatissimo baccalà: tutti piatti di impostazione molto classica, costruiti più sulle assonanze che sui contrasti.
Una cucina che ha il pregio, insomma, della concretezza ma che ci è sembrata di impostazione un po’ datata, a cui senz’altro gioverebbero un pizzico di freschezza e di acidità in più e una maggiore attenzione per l’ingrediente, a volte non adeguatamente valorizzato a causa di una certa ridondanza.