Da Mauro

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
La qualità del pescato.
DIFETTI
Prezzi sostenuti.

Un porto sicuro nel fascino d’antan della provincia veneziana

Da Mauro a Mirano si trova Mauro Pelosin in persona: la bandana d’ordinanza e il sorriso fiero di chi, tutti i giorni, si destreggia da almeno dieci anni col mercato – e con le stagioni – della vicina Chioggia. Da tempo i pescatori gli riservano, ormai, le pezzature migliori; un’attenzione che è diventata proverbiale, la sua, e che riversa in egual misura anche sul mondo vegetale se è vero com’è vero che, in stagione, da lui si trovano pure le pregiate castraure, ma questa è un’altra storia. 

La storia presente, piuttosto, è un affare di moeche, granseole e conchiglie grandi come una mano e servite crude, ma crude in un modo che saprebbe far capitolare anche il più ritroso tra gli scettici. 

Delle sue capesante con olio e limone, del resto, si parla da almeno dieci anni così come del carpaccio di astice, per dirne uno, oggi in un’urbanissima combinazione coi frutti di bosco. Chiaramente, siffatta sensibilità non potrà esimersi dal proporre  un’accurata scelta di ostriche, scrupolosamente selezionate e ogni volta diverse: nel nostro caso una generosa, nocciolata Royale David Hervé e la Regal OR di Boutrais, più carnosa e vagamente esotica.

Ma gli si farebbe un torto, a questo oste, chef e patron se non si facesse menzione della sua ormai proverbiale arte di combinarlo, questo crudo, con altrettanti elementi attinti dalla flora non solo locale ma anche nazionale e pure foresta, come accade nella tartare di trigliette locali con radicchietto, pomodori siciliani e olive taggiasche, con le puntarelle a rimare nella consistenza coi croccanti, carnosi calamaretti ma pure e soprattutto nelle carambole e nei kiwi gialli – oltre alle più familiari fragole, mirtilli e more – incastonate nel sontuoso, gargantuesco plâteau di gamberi rossi di Sicilia, scampi e astice di Chioggia.

Non manca nemmeno un ossequio, invero servito in primissima battuta, al territorio, con un assaggio di antologico baccalà mantecato alla maniera vicentina e nel taglio del giorno: una piovra di sei kg, sempre dalla vicina e magnanima Chioggia, in elegantissimo spolvero con la Rosa di Gorizia e il sedano rapa. Sempre di stampo territoriale l’omaggio al vicino Trentino con la polenta di Storo a sostanziare un ottimo fritto misto.

Come se non bastasse, da Mauro a Mirano si beve pure assai bene; e scusate se è poco.

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Andrea Grignaffini

Andrea Grignaffini nasce a Parma nel 1963. Dal 1990 inizia a collaborare con Gino Veronelli scrivendo la guida “Buone Cose d’Italia” e articoli sull’Etichetta. Diventa quindi condirettore del bimestrale Spirito diVino, inoltre ha insegnato Metodologia di Degustazione critica presso vari atenei (Parma, San Raffaele, IULM) nei Corsi di Laurea in Scienze Gastronomiche. E’ membro della direzione esecutiva della Guida Ristoranti dell’Espresso e consulente enogastronomico di ALMA dalla sua nascita e dallo studio di fattibilità. E’ co-curatore della Guida Espresso Vini e della Guida Espresso salumi, è stato coautore dell’Enciclopedia del Vino (Dalai Editore). Con libro Nella Dispensa di Don Camillo (Tommasi Editore) si aggiudica il secondo posto al Premio Bancarella Cucina, vince il premio Luigi Veronelli come miglior giornalista, è finalista dell’Oscar del vino 2010. Ha partecipato numerose volte a programmi televisivi in veste di giurato o di opinionista come La Prova del Cuoco, Matrix, Masterchef, Cuochi e Fiamme. Inoltre ha collaborato come aiuto-sceneggiatore con Taodue nella serie televisiva “Benvenuti a Tavola”. Nel 2012 ha curato e ideato il premio Best Italian Wine Awards con Luca Gardini. E nello stesso anno vince il Prix du Sommelier dell'Académie Internationale de la Gastronomie. Collabora con Gazzetta di Parma, Gazzetta dello Sport. E’ finalista premio Bancarella 2016 con il libro Edito da Marsilio il Cuoco Universale. E’ fondatore di Future Cooking Lab spin-off dell’Università di Parma.

1 Comments

  1. giancarlo saran ha detto:

    Un grande. Peccato non fosse in carta il carpaccio d’astice. Libidine pura.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
La qualità del pescato.
DIFETTI
Prezzi sostenuti.

INFORMAZIONI

PREZZI

Alla carta: 100€
Menu degustazione: 90€

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