Introspettività e gusto
Varcare quella soglia per trovarsi nell’oscurità con solo una scritta al neon che si rivela un’opera d’arte dell’artista concettuale Jonathan Monk, fa da preludio all’esperienza tutta: Until then if not before.
Come sperimentato nelle nostre precedenti visite da Dina, Alberto Gipponi, già studioso e appassionato di sociologia, è oggi un cuoco riuscito, risolto in un intento dove molti han fallito: il gusto inteso come il piacere di conoscere nell’interrogarsi. E benché tavolta sia difficile ricordare i dettagli di piatti in cui si condensano gastronomia e arte concettuale, concentrata in titoli evocativi che inducono, se non al fraintendimento, all’incongruenza, nella cucina di Gipponi no! L’opera di Monk all’ingresso di Dina ci dice che non esiste il momento giusto per fare le cose, tuttavia qui, estemporaneo non significa inesperto. Alberto Gipponi con la sua brigata di ragazzi, giovanissimi ma preparati, ha appena iniziato la sua corsa: scatta, parte, anticipa. Una scossa dietro l’altra. L’idea dietro ogni piatto si aggancia al suo trascorso lasciando un’eredità di stimoli e spunti gustativi che Gipponi riesce a far emergere nel suo rapporto tra piatto, cuoco, cliente e quotidianità.
Un flusso di coscienza gastronomico
Il Casoncello crudo ma cotto in omaggio a Marchesi rimanda nella forma alla pasta ripiena tipica del bresciano, per racchiudere un ripieno di molluschi, pesce e zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi di raccordo all’iconico raviolo aperto. In un boccone la cucina di Gualtiero Marchesi pulita e lineare, in alternanza alla memoria gustativa infantile della pasta cruda, appena fatta e rubata dalla spianatoia riferimento, questo, a un altro grande della cucina contemporanea, Massimo Bottura.
Oppure, il piatto Al visitatore, dove una magistrale quanto strana cottura della seppia accompagnata da kimtchi e purea di dattero è servita su versi dannunziani incisi sul piatto sul tema dell’ipocrisia. Introspezione sull’individuo e, al contempo, ricerca di consistenze inaspettate?
Tutto e di più: esempi come questi sono ricorrenti nella cucina di Dina ma non sono né sfoggio né presunzione: è la naturale concezione di come la cucina possa essere anche sintesi di cultura artistica, letterale o figurativa. Conoscenza ma anche palato, intuizione che è anche concretezza, come la golosa sogliola accompagnata dalla salsa di carcasse di pollo. Un piatto in evoluzione a ogni boccone dove la lisca al termine addirittura invoglia all’assaggio, su suggerimento dello chef, facendo virare il tutto su sentori iodati che richiamano l’ostrica.
Ma la ricerca di Dina si articola anche sulla percezione sensoriale. È il caso dell’animellaGhiandola corrispondente al timo umano presente in agnelli e vitelli che scompare con l’avanzare degli anni. Rientra tra le frattaglie bianche, si presenta come una massa spugnosa e va consumata fresca, altrimenti fermenta. La parte commestibile, di forma allungata, si definisce noce e, previa cottura, va immersa in acqua, ricambiandola ogni volta che assume un colore rosato, al fine di... Leggi, salsa Borscht, crema di spinaci, Grana Padano e indivia. Piatto apparentemente semplice dal lato gustativo ma che servito pressoché al buio e, in cuffia, il sottofondo di un battito cardiaco, lo fa sconfinare dalla sua dimensione gastronomica amplificando il focus sui sensi e la percezione, totalmente nuova.
Gipponi, rispetto a molti dei suoi colleghi, non avrà forse la storicità delle gesta passate da esibire come mostrine e, difatti, su ogni tavolo mette un quaderno dove ciascuno potrà scrivere le proprie considerazioni, o le critiche, sull’esperienza.
Una cosa, però, è certa: la storia di Dina è ancora lunga, e noi non vediamo l’ora di potervela raccontare nuovamente.
La Galleria Fotografica:
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Una lumaca all’improvviso: brodo di alga kombu
E' un'alga molto usata nella cucina orientale (e non solo) per insaporire e addolcire in modo naturale, per ammorbidire altri cibi o semplicemente come una qualsiasi altra verdura. Con questo nome viene commercializzata un'ampia gamma di alghe brune, appartenenti al gruppo delle laminarie, che crescono in abbondanza appena sotto la superficie dell'acqua. Il termine kombu può riferirsi ad almeno due... Leggi, prezzemolo, lumaca, porcini e Grana Padano.
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- Amaro: polvere di radici, tarassaco, cialda di patate e crema di Pamigiano 48 mesi. A parte la polvere di caffè
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Tutto ci passa attraverso e ci cambia: crema di cozze, crema di pomodori confit piccante, aria di limone, erbe aromatiche, pane croccante e tartare
La bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di fungo
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Deja vu: fusilloni con menta, limone, miele, soia, wasabi
Eutrema japonicum, conosciuta comunemente come wasabi o anche con il nome di ravanello giapponese, è una pianta di origine giapponese appartenente alla famiglia delle Brassicacee (o Crocifere). La pianta cresce spontaneamente in vicinanza dei fiumi in zone fredde del Giappone, come per esempio in montagna o nelle valli in quota. Dal rizoma di Eutrema japonicum si ottiene una pasta di... Leggi. Piatto in omaggio a Luigi Taglienti
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Fegato di fassona
Il Fassone è una razza bovina piemontese, molto pregiata. In Piemonte il fassone era profondamente legato alla vita e alle tradizioni contadine di molte comunità piemontesi grazie alla triplice attitudine della razza, in grado di fornire latte, carne e forza lavoro. La carne di questa razza di bovino è tenera e magra, certamente rinomata. Leggi, salsa bordolese
Salsa tradizionale della cucina francese a base di vino rosso di Bordeaux, midollo di bue, alloro, timo, prezzemolo, sale e pepe. La salsa bordolese è utilizzata, soprattutto, per condire le carni alla griglia. Salsa originaria della regione di Bordeaux, è conosciuta anche come sauce marchand de vin. Leggi, estratto di mela, cipolla croccante e noci.
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Riso, bergamotto
Il bergamotto è un agrume coltivato quasi esclusivamente in Italia, in particolare nella provincia di Reggio Calabria. Ha forma sferica o a pera ed è di colore giallo. Il frutto viene raccolto tra novembre e marzo. Non è commestibile (il gusto acidulo della polpa è assai sgradevole), ma è molto ricercato per la sua aromaticità. Se ne ricava un olio... Leggi e limone
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- Ma che cavolo: spuma di cavolfiore, vaniglia, crumble al cioccolato salato, gelato al miele di corbezzolo, limone amaro
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Il mitico soufflè
Preparazione di cucina classica francese, sia dolce che salata, dalla caratteristica forma gonfia e allungata per la presenza di albumi d’uovo presenti all’interno. La cottura del soufflé in forno avviene lentamente, generalmente a bagnomaria: è un processo molto delicato ed a cui bisogna prestare molta attenzione. Ogni soufflé è costituito da due componenti di base: una crema (solitamente burro, farina... Leggi alla bava di lumaca. Spaziale
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L’ottima piccola pasticceria: cozza in scapece
Frittura di un alimento (pesci o verdure) con successiva aromatizzazione all’aceto e menta fresca. La scapece è molto diffusa in tutta l’Italia meridionale. Leggi con crema di arancia bruciata, dattero senapato e gemma di abete