Valutazione
Pregi
- Una cucina d’autore, nella sua declinazione più semplice, a un prezzo alla portata di tutti.
- All’orario dell’aperitivo si possono ordinare le mezze porzioni.
- Una selezione di cocktail pensata e ben eseguita.
Difetti
- Non si può prenotare.
- Le sedute sono un po’ scomode.
Anikò: un poliedrico chiosco gourmet
A Senigallia, ormai piccola capitale dell’Italia centrale gourmet, nella gradevole piazza Saffi Anikò si erge come un parallelepipedo di design, caratterizzato dal felice connubio marinario di legno, vetro, e acciaio, e da bianchi tavoli e sedute all’aperto. Tra le creature dell’istrionico chef Moreno Cedroni, Anikò (che in dialetto locale si traduce letteralmente con “tutte le cose”) costituisce sicuramente la linea prêt-à–porter rispetto alla haute-couture della Madonnina del Pescatore e dello stiloso Clandestino, in cui vengono sperimentate le creazioni della casa madre.
La formula vincente, anche se difficilmente categorizzabile, ci ha indotto a considerare questo delizioso chiosco nel novero delle trattorie, benché d’autore, e dal taglio squisitamente contemporaneo. E difatti, durante la bella stagione si registra il tutto esaurito, ogni sera. Merito della poliedricità dell’offerta: efficace per un aperitivo, per una cena informale, per un cocktail su uno sgabello al bancone così come per l’asporto di un paio di panini, con salse in accompagnamento, da consumare in spiaggia. “Ogni momento è quello giusto” diremmo, facendo il verso a un celebre spot.
Antesignano dello street food di qualità
In questi anni, quindici ne sono trascorsi dalla prima volta, da Anikò abbiamo incontrato avventori di tutti i tipi: giovani e, all’apparenza, poco avvezzi a tavole come quella di Cedroni, così come panciuti e navigati gourmet che, accomodatisi magari per un aperitivo, stazionavano per ore trasformando la “visita” in una cena, di assaggio in assaggio. La proposta era, ed è ancora oggi, calibrata attorno all’idea di servire un eccellente – e originale – street food gourmet, quando ancora nessuno lo chiamava così, come accadeva con l’iconico happy toast (salmone, provola, zucchine), panino gourmet ante litteram. Oggi, l’offerta di questa eaterie ha saputo diversificarsi ulteriormente, e nessuno dei nostri assaggi, nemmeno stavolta, ci ha deluso.
Se il tatakiCon tataky si intende una tecnica di preparazione del pesce o della carne tipica della cucina giapponese, in cui la carne o il pesce vengono scottati rapidamente su una padella rovente, marinati in aceto, affettati e ricoperti spesso di gomasio o sesamo.... Leggi e la bresaola di tonno, con la loro delicata freschezza, costituiscono un’ottima partenza, il prosieguo ideale si troverà nel ghiotto hot dog di gamberi, con salsa barbeque a regalare la sapidità, e nel panino con tonno bianco tataki e mousse di parmigiano. Piatto del viaggio, il polpo fritto leggero e dalla gommosità suadente; robusto ma ben eseguito il fish e chips a base di spigola con salsa rinfrescante al mandarino.
Ma qui regalano soddisfazione anche i dolci: noi abbiamo optato per un’originale cassata all’italiana e una mousse al cioccolato con sale e olio.
Il servizio giovane e accogliente completa il quadro per un paio d’ore di puro godimento, in quel di Senigallia.
[…] in questi anni alla Madonnina del Pescatore, qui al Clandestino, e persino in veste smart da Anikò: raccontare il nuovo, indagando la multidimensionalità dell’ingrediente stesso. Così i grandi […]