Passione Gourmet Le Chateaubriand, Chef Inaki Aizpitarte, Parigi - Passione Gourmet

Le Chateaubriand

Ristorante
Avenue Parmentier 129, Parigi
Chef Inaki Aizpitarte
Recensito da Matteo Valerio

Valutazione

17/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Una delle migliori cucine di assemblaggio che si possa trovare in circolazione.
  • Il dinamismo del servizio di sala, attento e preparatissimo.
  • Una cucina che sorprende e non stanca.

Difetti

  • Non è facilissimo riuscire a trovare un posto a sedere.
Visitato il 07-2018

Genio con poca sregolatezza e tanta organizzazione

Fine servizio, XI arrondissement parigino. Inaki è fuori sul marciapiede, appoggiato a uno scooter, con una sigaretta in una mano e un calice di vino bianco nell’altra. È una serata di inizio estate e lo chef sembra godersi la vita. Ci saluta con un “ciao” tanto spontaneo da risultarci estraneo, mentre ci incamminiamo sotto i lampioni di Avenue Parmentier, allontanandoci da quel fantastico luogo di perdizione che è Le Chateubriand.

Ci piace cominciare da qui il nostro racconto. Di Inaki Aizpitarte si è già detto tutto. Genio e sregolatezza ai fornelli, con la fisionomia dell’artista tormentato e l’atteggiamento da poeta maledetto che si applica in cucina, risultando uno dei migliori chef della capitale parigina. Una cucina espressa, che segue la proposta del mercato e la stagionalità, che non vuole piacere a tutti, ma che riesce ciecamente a entusiasmare molti. Come può uno chef praticamente autodidatta, con a disposizione una cucina troppo piccola per essere vera, riuscire a danzare con leggerezza sull’alternanza dei sapori, in una successione di dolcezze, acidità, temperature e consistenze, tanto precisa da risultare degna di un menu da ristorante vero? La risposta sta nell’organizzazione. È riuscito a raggiungere il traguardo dell’inaspettato, dando vita a una cucina di assemblaggio, precucinata per la maggior parte, che riesce a colpire le papille gustative con esuberanza e gentilezza, senza farsi mancare un pizzico di sfrontatezza. Inaki Aizpitarte è un talento cristallino, capace di tanto sulle montagne russe su cui ha scelto di lavorare, ma in grado, senza dubbio, di gestire la brigata di un hotel di lusso qualche arrondissement più a sud. Il contrario, in questo ipotetico scambio di cucine e brigate, non sarebbe affatto scontato.

Una cucina di assemblaggio fatta per essere ricordata

Il gioco psicologico tanto attraente quanto irritante è quello che ci riporta bambini, quando in un qualsiasi negozio di giocattoli, venivamo rapiti dalla bellezza di una costruzione di Lego mastodontica, compravamo la scatola e, una volta a casa, cercavamo di ricostruire la meraviglia impressa nella nostra memoria, puntualmente senza riuscirci. Ecco, Inaki Aizpitarte, se non avesse fatto il cuoco e altri mille lavori, potrebbe essere l’addetto alla costruzione di Lego da allestimento nei negozi di giocattoli.

La sequenza Riso, salicornia e tartufo (senza riso), un classico da queste parti, rappresenta la sublimazione della filosofia di cucina dello chef e la dimostrazione di quanto appena scritto, con la crema di salicornia a scaldare i piccoli chicchi composti dalla pianta marina, mentre il tartufo supporta il peso iodato con un tocco di eleganza, che dona una freschezza inaspettata al complesso. Sgombro e cassis gioca sul contrasto dell’acidità colorata delle bacche di cassis, accolte dalla grassezza di un pesce appena tiepido, splendido nella sua integrità. Nasello, acqua di vongole, zucchine gialle e fiori di sambuco si fa notare per l’audacia del servizio; il pesce crudo si cucina direttamente nel piatto grazie al calore dell’acqua di vongole, che supporta la rincorsa di dolcezze presenti con un estratto di umori marini. Pollo e patate è il colpo di scena, il piatto che non si dimentica, che giustifica e conclama le scelte di un cuoco totale, capace di tutto, fiero di sé stesso e del suo lavoro. Su cui noi vogliamo rischiare qualcosa.

La galleria fotografica:

6 Commenti.

  • Nomenomen29 Ottobre 2018

    Gran parte dei piatti sono gli stessi che mangiai 7anni fa... un po’ di stanca creativa?

  • giovanni passerini29 Ottobre 2018

    La cucina di Inaki non é mai stata cosi' viva. A parte il Tocino de cielo, i piccoli bigné al formaggio e il mini ceviche che si ripetono in ogni menu, il resto cambia ogni settimana. Per me la migliore tavola nel suo genere e una delle migliori in assoluto a Parigi. Provato e riprovato piu' volte, un'intelligenza fuori dal comune.

  • * 1 Anonymous29 Ottobre 2018

    1di quei nomi che subito associ alla cucina di Francia quello di Inaki ''( lui che francese non lo è di nascita ,solo di adozione geografica oramai , è gastronomica O_O ,autodidatta ma forse + semplicemente un predestinato dei fornelli ,genio appunto )'' la sua sola stella *michelin brilla come tante altre doppie a Parigi e non solo ,bravo , grazie dell'articolo Passione Gourmet.

  • Giovanni Passerini30 Ottobre 2018

    Sono pienamente d'accordo. Ti devo solo contraddire sulle sue origini: che io sappia Inaki é Francese, é nato a Hendaye, nei Paesi Baschi.

  • * 1 Anonymous1 Novembre 2018

    Giusta correzione Giovanni la nascita è Besançon Paesi Baschi di Francia''( sono spagnoli i genitori di Inaki)'' .

  • Passione Gourmet10 Ottobre 2023

    […] punta forte sullo stile bistronomico impresso dal cuoco Antonio Altamura; non a caso, allievo di Inaki Aizpitarte e di Giovanni Passerini, rispettivamente padre e portavoce di spicco di questa calligrafia […]

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