Gordon Ramsay

Piccione, Gordon Ramsay, Chelsea, Londra

VALUTAZIONE

Cucina Classica

17/20

PREGI
Una tavola di indiscutibile qualità.
DIFETTI
Difficoltoso prenotare.

La tavola ammiraglia di Gordon Ramsay, ovvero un piccolo ristorante nel cuore di Chelsea, Londra

Sembra un paradosso.

Se qualcuno si aspetta che il flagship restaurant del marchio-colosso Gordon Ramsay sia qualcosa di mastodontico o sofisticato, quando mette piede in questi angusti spazi, potrebbe rimanere deluso. La cucina è più grande della sala, il bagno è microscopico, i camerieri rischiano di urtarsi a vicenda e quando ci si siede, le sedie vengono letteralmente incastrate tra il tavolo e il muro.

Ma questa non è una vetrina londinese, bensì una grande tavola, lascito di un grandissimo cuoco scozzese che ha arricchito il panorama gastronomico londinese con questo imperdibile luogo.

Siamo a Chelsea, zona sud est di Londra, a Royal Hospital Road per la precisione, ed è proprio qui che Gordon Ramsay iniziò, da protagonista, la sua carriera che lo ha portato a essere uno dei cuochi televisivi più famosi del globo. In un breve arco di tempo dall’apertura del suo ristorante arrivarono le ambite tre stelle (unico ristorante ala fine degli anni novanta a Londra a potersene fregiare); e presto Ramsey venne catapultato nel tubo catodico con “Boiling Point”, trasmesso da Channel 4, una miniserie foriera (del 1998) degli attuali talent gastronomici.

Urla, turpiloquio, tensione a mille e aria di terrore per i poveri commis che si perdevano la comanda o stracuocevano il foie gras.

A distanza di vent’anni di attività, Ramsay, che ormai vive negli Stati Uniti attratto da ben altri impegni, di tanto in tanto fa capolino in questa piccola bomboniera dove tutto è cominciato per salutare la sua attuale scuderia ed accertarsi che le cose vadano al meglio.

Una macchina ben oliata che percorre, giorno dopo giorno, la stessa strada dell’eccellenza

Non è un caso se questo posto, a prescindere da classifiche, opinioni e riconoscimenti, è sulla cresta dell’onda dall’apertura, registrando sold out in entrambi i servizi del pranzo e della cena.

Dopo l’uscita dell’acclamata Clare Smyth – che ha aperto il suo Core – le redini della cucina sono state affidate al giovane Matt Abé, da dieci anni nella scuderia di Ramsay. Uno che sa sicuramente il fatto suo visto i risultati.

Non si fanno capriole carpiate sulla sedia e non si resta a bocca aperta con preparazioni particolarmente concettuali o ultramoderne. Non crediamo che il fine ultimo di questa tavola sia quello di stupire, semmai quello di coccolare e far passare al cliente qualche ora di gran classe con una cucina classica, raffinata, dosata, alleggerendo il filone della cucina francese, tra materia prima straordinaria e cotture al laser.

I piatti principali sono innegabilmente da 3 stelle, per esecuzione, presentazione ed equilibrio di sapori. Abbiamo mangiato un Piccione magistrale, delle elegantissime Capesante (per gli aficionados, meglio conosciuti come pettini di mare) e una irresistibile Tarte tatin accompagnata da gelato alla vaniglia di rara bontà.

È un ristorante in cui sono state prese le misure per affrontare al meglio gli ultimi tempi in cui è impensabile pensare a eccessi e sprechi. Qui tutto e misurato ed essenziale, pur restando nell’aurea del grande ristorante.

E i prezzi, per Londra e per questa qualità, permetteteci, non sono neanche proibitivi.

Il servizio di sala è ineccepibile e ci fa piacere ritrovare molti connazionali (quasi tutti, maître, sommelier e camerieri, qui sono italiani) che sfoggiano con classe la propria professionalità. Senza aprire polemiche inutili, in questi ultimi tempi si parla tanto di emergenza sala. Vivaddio all’estero non sembra così. Magari poniamoci qualche interrogativo.

La galleria fotografica:

 

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Leonardo Casaleno

Avvocato di professione e appassionato cinefilo, il suo cammino è stato segnato fin dalla giovane età da un sorprendente incontro con una passatina di ceci sulla via di San Vincenzo: un momento che ha acceso in lui un profondo culto per il cibo. Oggi sfugge con entusiasmo alla monotonia quotidiana per andare alla ricerca di tavole tradizionali o innovative che siano, purchè autentiche e capaci di sfamare la sua curiosità gastronomica. Nutre un altro grande amore per i viaggi che si manifesta in modo spontaneo: prenota un ristorante, quindi pianifica l’itinerario.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

17/20

PREGI
Una tavola di indiscutibile qualità.
DIFETTI
Difficoltoso prenotare.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione: 70£ (a pranzo), 120£ (menu vegetariano), 155£ (menu prestige) 185£ (menu d’ispirazione stagionale) (più 12,5% di servizio).

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