Era il lontano 1969 quando Angelo Molinari, reduce da una pluriennale esperienza di barman sulle navi da crociera, aprì la sua creatura: il Lord Nelson Pub. Locale che, anche nell’aspetto, racchiudeva due delle grandi passioni di Angelo: le navi e l’Inghilterra.
Il locale infatti ricorda in tutto e per tutto l’interno di un galeone d’epoca, con grande profusione di mogano e ottone, tendaggi bianchi issati a ricordare le vele, oggetti marinareschi un po’ ovunque, ma l’atmosfera e certi particolari portano la mente all’interno di un classico pub inglese nella sua accezione più elegante e confortevole.
Il Nelson, come viene da tutti chiamato in zona, nasce come american bar e punto di ristoro, ma negli anni si è trasformato sempre più in locale ricercato, raggiungendo nel 1978 una delle prime stelle Michelin della Liguria e aggiungendo, nel 1981, la bella veranda sul mare che ha migliorato non poco il suo fascino senza tempo.
Oggi Angelo non c’è più e la conduzione del locale è affidata alla moglie Ruth, alla figlia Helena e al figlio Alex, sommelier di fama e competenza internazionale.
Il locale continua anche oggi ad offrire un servizio a tutto tondo: american bar, dove poter sorseggiare un ottimo cocktail, un grande distillato o un bicchiere di Champagne e, sfruttando la sinergia con la cucina, fermarsi per uno spuntino veloce a pranzo; ristorante vero e proprio, la cui cucina, da qualche anno, è stata affidata nelle mani di un duo di giovani chef con esperienza alla corte dei fratelli Alajmo: Ivan Maniago e Greta Merciari, che hanno in poco tempo dato un’impronta nuova e brillante a questo pezzo di storia della gastronomia ligure.
La cucina del Nelson conserva una doppia anima: quella tradizionale, legata al ricettario classico e quella, secondo noi ben più interessante, moderatamente creativa, dove la coppia di chef interpreta con buona mano e personalità quello che offre il mercato e la stagione.
Quindi grande spazio al pesce, naturalmente, ma anche le verdure e la carne sono ben rappresentate nel menù.
Le preparazioni sono leggere, ben caratterizzate nei sapori, le cotture precise e rispettose della materia prima, sapiente sia l’uso delle spezie che delle erbe aromatiche, mentre abbiamo riscontrato qualche imperfezione nell’uso del sale.
Il servizio è svolto con leggiadria e senza affanni da Lorenzo Brescia e Franco Zero, abituati da sempre ad assecondare i capricci di una clientela piuttosto esigente.
La carta dei vini è un tomo imponente con un numero impressionante di referenze proposte a prezzi anche piuttosto interessanti se non fosse che, purtroppo, sono più le etichette segnate con asterisco e quindi non disponibili che quelle effettivamente presenti in cantina.
Un locale sicuramente da provare e da tenere d’occhio che, continuando per questa strada, potrebbe regalare più di una soddisfazione al sonnacchioso mondo gastronomico del Tigullio.
Il benvenuto della cucina: crocchetta di patate e panissaLa panissa vercellese racchiude tutte i sapori della tradizione contadina piemontese: il riso, i fagioli freschi e salame della duja, un tipico salume che viene lasciato stagionare in un recipiente di terracotta riempito di strutto. Da non confondere con l’omonima ricetta ligure, è un piatto a base di riso tipico del Piemonte e di alcune zone della Lombardia, anche se... Leggi alle erbe.
Il pane.
Frittelle di baccalà e salsa al cavolfiore acidulata, ottima per dare un tocco di freschezza.
Zuppetta di mare, latte di cocco e pistacchi: il piatto migliore della serata, ottima materia prima, interessante l’utilizzo del latte di cocco, perfetto il bilanciamento di spezie ed erbe aromatiche.
La carne cruda sulla “ciappa” di ardesia: una classica tartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di fassona
Il Fassone è una razza bovina piemontese, molto pregiata. In Piemonte il fassone era profondamente legato alla vita e alle tradizioni contadine di molte comunità piemontesi grazie alla triplice attitudine della razza, in grado di fornire latte, carne e forza lavoro. La carne di questa razza di bovino è tenera e magra, certamente rinomata. Leggi, ben realizzata e con l’ottima intuizione della salsa all’uovo leggermente affumicata messa a parte in modo da poterla utilizzare a piacimento.
“Mandilli” di farina di castagne al pesto: le lasagne sono fin troppo sottili e di conseguenza in cottura perdono facilmente la giusta consistenza, il pesto ci è sembrato solo discreto.
Spaghettone aglio, olio, peperoncino e corallo: ottima la pasta e perfetta la cottura, interessante l’uso del corallo e della cappasanta stessa per dare un tocco di originalità, peccato il sale in eccesso.
Totani ripieni.
L’infuso di rombo servito a parte nella teiera.
Rombo in infuso di pesce, porri brasati, cime di rapa, erbe e tartufo nero: grande la qualità del rombo, perfetta la cottura, interessante l’uso degli scarti del rombo stesso per ottenere un saporito infuso.
Vitello tonnato, capperi, nocciole e bottargaLa bottarga è un alimento costituito dall'ovario del pesce, le cui uova vengono salate ed essiccate con procedimenti tradizionali. Viene ricavata dalle uova di tonno o di muggine. I due prodotti differiscono sia nel colore che nel gusto (più deciso quella di tonno). La bottarga di tonno ha un colore che varia dal rosa chiaro a quello scuro, mentre quella... Leggi: ottima versione di questo classico senza tempo, eterea la salsa, convincente l’uso della bottarga che apporta sapidità e lunghezza al piatto.
Una riuscita versione delle tipiche schiumette liguri.
Zuppetta fredda d’autunno: gelatina di caco, mela, melograno e granita alle mandorle.
Piccola pasticceria.
Un gin tonic per finire.
1 Comments
Diavolo ! esiste ancora.. era un mito alla fine degli anni 80, anche per il prezzo: si superavano facilmente le centomila lire a testa 🙂