Passione Gourmet Villa Maiella, Angela Tinari, Guardiagriele, Giovanni Gagliardi

Villa Maiella

Ristorante
Località Villa Maiella 30, Guardiagrele
Chef Angela Tinari
Recensito da Presidente

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Oscar per il rapporto qualità/prezzo.

Difetti

  • Onestamente non ne abbiamo trovati.
Visitato il 08-2013

520

Meraviglioso Abruzzo, terra marittima e montana, di mestieri antichi, di allevatori, pastori, contadini, pescatori che hanno saputo e tuttora sanno trarre il meglio da un territorio ricco ma certo non facile.
Terra di buona cucina. Una cucina dai sapori forti, decisi, tradizionalmente priva di particolari contrasti, poco incline al compromesso.
Qui, in un meraviglioso paesaggio, alle pendici della Maiella, ha sede il bel ristorante della famiglia Tinari.
Villa Maiella, dotato anche di 14 deliziose camere per la notte non è solo una delle migliori mete gastronomiche della regione ma, riteniamo, una delle grandi tavole della cucina tradizionale italiana.
Merito di un’accoglienza sempre attenta e cordiale, di una cantina interessante impreziosita da una non comune selezione di distillati e vini da dessert, ma soprattutto della chef Angela Tinari e della qualità della sua cucina, che consente quella che potremmo definire l’esperienza definitiva fra i sapori più autentici della cucina abruzzese.
E qui, un capitolo a parte meritano le straordinarie materie prime, quasi tutte di produzione locale, a cominciare dagli straordinari maiali neri che i Tinari allevano in proprio. Per non parlare del recupero di coltivazioni ormai quasi dimenticate come il farro spezzato (o farricello) di Caprafico o di salumi di assoluta eccellenza come la splendida ventricina di Vasto. E poi il tartufo, di cui l’Abruzzo è la regione italiana con la maggiore produzione. Insomma, semplicemente il meglio dei giacimenti gastronomici locali che la mano felice della chef trasforma in maniera impeccabile.
La carta delle pietanze permette di scegliere tra i piatti della tradizione duri e puri, eseguiti alla perfezione come le classicissime pallotte cace e ove, gli spaghetti alla chitarra e l’agnello alla brace, e preparazioni più originali in cui fa capolino una moderata creatività.
Notevoli le paste fatte in casa: tagliatelline di farro, straccetti, le immancabili chitarrine, le zuppe arricchite da uno dei tartufi estivi più intensi che ci sia mai capitato di assaggiare. E le carni di una qualità ormai difficile da trovare. Provare per credere, il coniglio in porchetta la cui carne, di straordinaria consistenza e sapore, faticava non poco a staccarsi dall’osso, o l’eccellente tartara di vitellone, migliore della grande maggioranza di quelle (e non sono poche) che ci sia mai capitato di provare.
Non deludono i dolci, anch’essi nel solco della tradizione, che si rivelano buoni e anche assai curati nella presentazione.
Si può non amare un ristorante bello, dove si mangia benissimo, si beve altrettanto bene, dove il servizio è attento e faccia sentire a casa, a fronte di un conto che non supera i 50 Euro (vini esclusi ovviamente)? No, secondo noi non si può!
Ad Majora.

Crema di carote con burrata e crostini di pane.
520
Sembra burro ma l’apparenza inganna. E’ lardo di maiale aromatizzato alle erbe: i maiali sono allevati dalla casa, il lardo è preparato proprio come il burro con mantecatura a freddo, ma senza latte. Fantastico.
520
Zuppa di farro spezzato di Caprafico con tartufo estivo: piatto tendenzialmente dolce, di ottima persistenza gustativa. Eccellente la qualità del tartufo.
520
Tartara di vitellone all’erba limoncina ed extravergine.
520
Straccetti di sfoglia grezza al ragù di Ventricina dell’Alto Vastese: grassezza, una punta di dolce, sapidità, aromaticità. Piatto volutamente “gnorante” a cominciare dal formato di pasta. E poi la ventricina di Vasto, salume aromaticamente complesso e di grande piccantezza (a differenza della più diffusa ventricina teramana).
520
Tagliatelline di farro e semola di grano duro con zucchine e pomodoro fresco.
520
Pallotte cace e ove: tradition oblige.
520
Coscio di coniglio in porchetta con verdura di campo e pizza di granturco.
520
Semifreddo al parrozzo: il parozzo è un dolce tipico della zona a base di cioccolato e mandorle il cui nome deriva da “pan rozzo”. Qui è felicemente rivisitato in forma di semifreddo.
520
Tortino tiepido di sfoglia e mele con salsa alla cannella.
520

3 Commenti.

  • cacciatore9901 Novembre 2013

    Concordo con la recensione, da dire che recentemente sono stati confermati primi alla guida l'Espresso per la miglior cantina. Auguri!!!

  • Alina8 Novembre 2013

    Gran bel posto, ci sono stata un paio di anni fá, cena buonissima con colazione al mattino incredibile. ( cornetti e marmellate da urlo )

  • Passione Gourmet9 Gennaio 2024

    […] pedemontano. In questo gioiellino del panorama gastronomico italiano, rispetto alla nostra ultima visita, tanto è cambiato, sale annesse, riviste negli spazi e nella luminosità. Arcangelo Tinari e […]

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *