Eâ davvero difficile non provare simpatia per un progetto come questo: un bistrotBistrot o Bistrò. Piccolo locale tradizionale francese che offre un servizio simile all'osteria italiana. La crescita esponenziale di locali di avanguardia in formato Bistrot (negli anni 2000), prima in Francia come risposta all'alta cucina da Hotellerie e poi in tutta Europa, ha segnato un vero e proprio 'movimento' gastronomico associabile al termine "Bistronomia", da cui deriva l'aggettivo 'Bistronomico' (usato dagli... Leggi, aperto a tutte le ore del giorno, pensato e realizzato da giovani educati ed entusiasti.
Una chef spagnola con trascorsi importanti (Torreblanca e i Roca, mica male) nonostante i soli 23 anni e due soci italiani appassionati e pronti a portare il loro contributo a questo interessante vento di cambiamento della ristorazione romana.
In una logica multifunzionale che sembra moda irrinunciabile di questi tempi, per cui oltre al pranzo e cena si può passare da Marzapane anche per colazione e tÊ delle cinque.
Gli spazi, molto contenuti rispetto ad altre recenti aperture della capitale, sono stati elegantemente ristrutturati in forma di osteria contemporanea e sebbene non originalissimi sono sicuramente accoglienti.
Di sera, lâofferta, oltre alla carta, prevede due menĂš prezzati in maniera davvero meritevole e la voglia di fare conoscenza con la cucina nel modo piĂš ampio possibile ci ha spinti sullâopzione estesa.
Il risultato è stato una cena sicuramente con piĂš alti che bassi (questi ultimi legati anche alla necessitĂ di registrare una macchina appena avviata) ma dalla quale si capiscono due cose: la chef ha una mano molto felice nelle cotture, elegante, ma deve lavorare un poâ in sottrazione per guadagnare in equilibrio ed in efficacia espressiva dei piatti. Alcuni guizzi, su tutti il carpaccio di ombrina con âpolvereâ di olio al rosmarino, fichi secchi e prosciutto croccante, fanno capire che la stoffa câè, Alba può senzâaltro crescere ancora.
Al momento dei dolci, si sceglie direttamente tra l’offerta di monoporzioni in bella mostra, realizzate da Giuseppe Amato, pasticciere della Pergola e proposti anche allâasporto: bellissimi e buoni (piĂš la setteveli del tiramisĂš, per la veritĂ ), ma ci piacerebbe che a chiudere una cena con delle ambizioni non banali, ci fossero dolci espressi.
Pani di Roscioli che non necessitano altre lodi e carta dei vini tutta italiana, non ampia ma abbastanza interessante (va però stigmatizzata lâassenza di bollicine) da cui abbiamo scelto un Friulano âle vigne del ribelâ di Picech, fedele alla tipologia e piĂš beverino delle attese.
Lâapparecchiatura spartano-chic (ma la maneggevolezza delle posate lascia a desiderare)
Il gradevole benvenuto con baccalĂ , agretti e cipolla di tropea
Ricotta, fave fresche, cipolla di Tropea in agrodolce, alici di Cetara e briciole di pane. Qui, purtroppo la sapiditĂ delle alici fa perdere il controllo.
Lâottimo carpaccio dâombrina con polvere di rosmarino, fichi secchi e prosciutto croccante. Davvero notevole lo spettro gustativo proposto e divertenti i mutevoli equilibri che il piatto trova a seconda delle combinazioni degli ingredienti.
Gustosi i capellini (âchitarraâ nel menĂš) con totanetti, pomodoro e scalogno, pane croccante al picadillo, semplici ma non grevi.
Raviolo di carciofo alla romana con fonduta di pecorino, chips, confettura dâarancio e pepite di fegato grasso. Pasta ripiena di ottima fattura, equilibrio difficile ma quasi riuscito, peccato per lâinutile fleur de sel sul foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzataâ. Ă uno dei prodotti piĂš famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi
Le crucifere. Interessante variazione di verdure cotte (soprattutto) e crude, un poâ modaiola.
Bagnacauda, capesante con tartufo e tortino di patate. Il piatto meno riuscito, bagnacauda salatissima e prevaricante.
Rombo con variazione dâarancia, finocchio e olive disidratate della Sabina. Molto meglio, rombo cucinato alla perfezione e piacevoli contrappunti. Gioverebbe al piatto una maggiore quantitĂ dellâelemento principale rispetto agli accompagnamenti.
Il Friulano di Picech
La setteveli
Il tiramisĂš
La mousse al lampone con cioccolato
La cucina a vista
Il banco dolci
7 Comments
Ho visto dei 14 molto piĂš meritevoli a mio parere, per gli errori descritti non lo vedo quel voto.
Ci sono buone idee, c’è un ottima mano. Ci sono stati errori abbastanza veniali e mai tecnici.
E piatti che possono valere anche 15,5. Il voto, come sempre è una scelta, che riteniamo presa in coerenza con altri locali visitati e valutati in maniera analoga.
A mio parere trovo questa recensione troppo penalizzante per un ristorante aperto da due mesi e che risulta essere una delle piÚ belle realtà che oggi Roma può offrire! una mano meravigliosa materia prima di altissimo livello e margini di crescita molto importanti. Ditemi un posto migliore in rapporto qualità -prezzo. Punteggio sbagliatissimo!
Un punto sopra ci sono Glowig, Acquolina, ImĂ go e Glass.
Una considerazione specifica: per PG il voto prescinde dalla sede del ristorante, perchĂŠ recensiamo con lo stesso parametro ristoranti in Italia e nel mondo.
Questo buon ristorante lo abbiamo valutato (meno di quanto vuole Andrea, piĂš di quanto ritiene Mr R) a prescindere dal fatto che sia “una delle piĂš belle realtĂ che oggi Roma può offrire” e il voto che nel tempo avrĂ prescinderĂ dal fatto che sia il migliore o il peggiore della cittĂ dov’è.
Non ho ancora provato il locale, del quale peraltro parlano tutti abbastanza bene. Però mi sembra che il 14 per un locale aperto da appena due mesi (anzi proprio perchÊ aperto da cosÏ poco) sia un voto alto e lusinghiero, altro che penalizzante. Soprattutto se sostenuto da una scheda molto elogiativa e che fa intravedere grandi potenzialità .
Gli eccessi di entusiasmo (o di delusione) li può avere il cliente dopo la sua singola cena, non la critica, che deve invece cercare di essere equilibrata. E soprattutto deve saper mettere ogni locale nella sua giusta posizione in rapporto a decine o centinaia di altri locali visitati.
E poi dipende cosa premia il voto. Il rapporto qualitĂ /prezzo o il valore assoluto della cucina? Ambiente, servizio e cucina o solo cucina? Ogni “editore” ha la sua linea e si uniforma a quella. Parlando in generale, e non del caso specifico, il fatto che un locale costi molto poco non comporta necessariamente che sia piĂš buono di uno che costa di piĂš. Anzi magari è proprio il fatto che costi poco a generare troppo facili entusiasmi. Che peraltro possono essere controproducenti per un giovane, facendolo sentire giĂ “arrivato”
Detto questo non vedo l’ora di provare Marzapane, perchĂŠ sembra davvero un bel progetto
e’ una straordinaria realtĂ , sicuramente migliorabile. Il voto puo’ sembrare penalizzante, ma Alba non potra’ fare altro che migliorare (e alcuni piatti sono , secondo me, ancora work in progress) e sono convinto che alla prossima tornata il recensore o chi per lui alzerĂ notevolmente l’asticella del voto. Sempre se riuscirĂ a trovare posto đ