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Questa recensione aggiorna la precedente valutazione che trovate qui
Recensione ristorante.
Molti in Langa lo considerano un pugno nell’occhio.
Indubbiamente il Boscareto Resort di proprietà dei Batasiolo, dell’omonima azienda vinicola, che si erge su uno dei più bei bric, se non il più bello, di Serralunga d’Alba, non passa inosservato. Stile ultramoderno, di rottura con le tradizionali cascine che dominano il paesaggio, e vista mozzafiato. Affascina, ma comprendiamo possa non piacere.
L’investimento economico è stato importante anche sotto il profilo della ristorazione, affidata alle mani sapienti di alcuni membri della brigata di uno dei miti di Langa, Antica Corona Reale da Renzo a Cervere. A dispetto dell’avveneristica location, quindi, la proposta culinaria è di stampo tradizionale, ingentilita quanto basta, ma fortemente langarola. Un ragazzone cinese, Chen Shiqin, sovrintende le ultramoderne cucine a vista (oramai un must). La folta schiera di cuochi lavora con grande calma, nonostante nelle sale adiacenti vi siano ben due banchetti.
La qualità della cucina non pare risentirne, leggermente in affanno, invece, il servizio, fors’anche perchè il maitre, Davide Ostorero, vero fuoriclasse nel suo ruolo e le cui doti abbiamo già avuto modo di testare in altri lidi, non avendo il dono dell’ubiquità, con i ricevimenti in corso, non riesce a sovrintendere in egual misura tutti i commis.
La carta dei vini, ma non potrebbe essere altrimenti nel cuore di una delle più vocate zone vitivinicole d’Italia, è di grande spessore, dai ricarichi accettabili e diretta da un campioncino come Matteo Toso, prodigo di consigli. Sorseggiamo un già pronto, grazie alla calda annata, Barolo Cannubi 2007 di Chiara Boschis, e, fiduciosi, selezioniamo dall’ampia carta.
L’apertura, gentile omaggio della cucina, è appannaggio della sola materia prima, strepitosa. Jamon bellota 5 jota, da non smettere mai di mangiarne. Ecco, riflettiamo, meglio un grande prodotto, nudo e crudo, come amuse bouche, piuttosto che, come spesso accade, degli appetizer insignificanti, o all’insegna del famolo strano, sol perché l’assaggino iniziale è “d’obbligo”. Il menu degustazione prosegue senza intoppi, ma, parimenti, senza picchi elevatissimi. Tutto buono, o molto buono, comunque. Didascalica la terrina di foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata”. È uno dei prodotti più famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi con pan brioche d’ordinanza. Grande la qualità del fegato, di soave consistenza, ma ci saremmo aspettati un colpo d’ala, che non c’è stato. Certo, le carni sono squisite, come il coniglio con crema di zucca e scorzonera a dare il giusto contrasto, o il ganascino con polenta bianca, dove la lenta e prolungata cottura della carne regala una suadente morbidezza. Gusto deciso anche per il capponePollo maschio castrato per far sì che raggiunga maggior peso, rendendo la carne più tenera e grassa. Il cappone è un esemplare idoneo per brodi e bolliti tradizionali.... Leggi con purea di patate, castagne e porcini, magistrale per cottura. Le carni sono grandi, è vero, ma le preparazioni ittiche (e ciò lo abbiamo appurato anche in un’altra, recente, visita) non riescono a reggere il confronto. Non particolarmente felice la salatura dello scampone crudo su crema di mandorle; si vola in Sicilia, ma portatevi l’acqua a bordo. Questo passo falso non pregiudica la nostra opinione positiva sul locale, anche grazie ai notevoli gnocchi di patate con ragù d’oca e porcini. Autunno inoltrato fuori e dentro il piatto. La semplicità ai massimi livelli. Il reparto dolce è curato anche se non particolarmente stimolante. Le danze si aprono con la centrata composizione di marroni, arance e miele e proseguono con la piramide glacee alla malaga e spuma di cioccolato. La piccola pasticceria (cioccolatini assortiti, gelatina di mango e passion fruit, macaronE' un dolce francese a base di meringhe colorate, ottenuto da una miscela di albume d'uovo, un pizzico di sale, farina di mandorle, e zucchero a velo. Il macaron è comunemente farcito con crema ganache, marmellata o creme a base d’uovo.... Leggi al cioccolato e meringhe alla panna) chiude il pasto con piacevolezza. Ricerca assoluta della qualità e mano sicura ai fornelli regalano un’esperienza considerevole, di grande stampo classico, anche se leggermente in calo rispetto ai promettenti inizi. Manca il guizzo, l’estro, la creatività. Riteniamo sia una scelta voluta, nel solco della tradizione, nonostante sia evidente che in cucina ci siano i margini per osare. Il La Rei è ancora tra le migliori tavole langarole, ma piccoli campanelli d’allarme iniziano a suonare.
tavolo con pani e grissini
jamon bellota 5 jota
Barolo cannubi 2007 chiara boschis
terrina di foie gras e pan brioche
coniglio con crema di zucca e scorzonera
scampo con crema di mandorle
gnocchi di patate con ragù d’oca e porcini
ganascino con verdure e polenta bianca
cappone, purea di patate, castagne, porcini e tartufo bianco
marroni, arance, miele
piramide glacee alla malaga e spuma di cioccolato
piccola pasticceria
sala
Pregio: panorama spettacolare
Difetto: quello scampo grida vendetta..
Il Boscareto Resort
Ristorante La Rei
12050 Serralunga d’Alba (CN)
Strada Roddino, 21
Tel. +39 0173.613036 – 613601
Fax +39 0173.613041
E-mail : info@ilboscaretoresort.it
Prezzo: menu degustazione 85 euro, alla carta 90 euro
Chiusura: lunedì, martedì e mercoledì a pranzo
Ferie: variabili a Febbraio
Visitato nel mese di Novembre 2011
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Fabio Fiorillo
Pur concordando in linea di massima col recensore, trovo la valutazione eccessivamente generosa. La mia prova dello scorso agosto aveva decisamente deluso le mie aspettative, soprattutto in ragione del punteggio altissimo da voi attribuito nella precedente visita. La mia esperienza mi rimanda a una cucina da grande albergo, certo non posso dire di aver mangiato male( anche se le patate al forno di accompagnamento alla carne alla griglia avrebbero trovato una più giusta collocazione in uno dei tanti nutrifici dei dintorni) ma da tutto l'insieme ( cucina + servizio) traspariva un senso di assoluta normalità. Abitando buona parte dell'anno in zona ho dovuto a malincuore constatare che le vox populi sul ristorante erano purtroppo giustificate. Senza un cambio di registro,considerando anche la concorrenza in zona per la Rei la vedo veramente dura.
Concordo con i commenti di Colville. Ho avuto l' impressione di grandi protagonisti in gioco, ma poca voglia di eccellere. Servizio non all'altezza della cucina. Sicuramente in zona c'e' chi mostra un maggiore dedizione al cliente.
...Ecco, riflettiamo, meglio un grande prodotto, nudo e crudo, come amuse bouche, piuttosto che, come spesso accade, degli appetizer insignificanti, o all’insegna del famolo strano, sol perché l’assaggino iniziale è “d’obbligo”.... cacchio se sono d' accordo! piuttosto di 2-3 stronzate una cosa semplice e buona\ ben fatta!