Recensione ristorante.
“UNA FABBRICA, UN TRENO, UN’OSTERIA”
“Un’osteria che racconta la storia economica, sociale, politica di un luogo, dall’arrivo del treno a vapore all’età post-industriale. E una rinascita che significa volontà di conservare, rinnovandola, la memoria del passato.”
Questo passaggio è tratto dall’intervento che Carlo Simoni, direttore de L’Atlante bresciano, ha scritto per Una fabbrica un treno un’ osteria, pubblicazione realizzata in occasione del centenario dell’Osteria della Villetta. Da qui parte la nostra avventura in un locale storico, ormai ultra-centenario, riconosciuto e rinomato in tutta Italia. E noi abbiamo fatto proprio come un tempo i commessi viaggiatori si comportavano. Mica si infilavano in quegli orribili autogrill ingoiando un rustichella e trangugiando coca-cola. Non sia Mai !
Lavoriamo pure noi quelle 10-14 ore al giorno però, a pranzo che pranzo sia, perdinci ! Da onorarsi sempre e comunque e, ove non si può, da saltare a piedi uniti. Punto.
Dicevamo osteria/trattoria la Villetta. Concessioni alla modernità poche, a dire il vero, e anche inaspettate. Si, ci sono i tavoli per le coppiette che tubano ma, all’entrata, la sala principale è attrezzata con tavoloni da 6/8/10 posti. E quindi si pranza e si cena assieme ad altri, forestieri o indigeni, con cui si socializza, anche grazie ad un buon calice di franciacorta.
I Tavoli, così come il bancone (e così come la madia nell’angolo) sono probabilmente quelle di inizio ‘900. La cucina no invero, un pochino alleggerita ed ammodernata anche se, in tutta sincerità, ci aspettavamo qualche sapore più verace e qualche rinvenimento nel forno a microonde in meno.
Magari anche qui, chi lo sa, si usa l’abbattitore, il sottovuoto ed il suddetto. E’ che non ce lo aspettiamo, dai racconti, da quello che si legge di questo posto. Ce lo aspettiamo più puro, intonso, immacolato. Certo, i ritmi frenetici di oggigiorno impongono qualche scorciatoia, qualche veloce strada alternativa. Ma se questo porta ad avere in tavola dei rognoncini con cui poter giocare a ping pong beh, preferiamo aspettare qualche minuto in più, nessun problema.
Buona la polpettina di baccalà e il coregone ripassato in padella ed ottimo l’orzo con erbette, salsiccia e formaggio fuso. Soltanto buone le polpette di verze e “nature” accompagnate dalla guancia in salsa verde. Discreta la peperonata, dei rognoni già detto, passabile la torta di pere e amaretti. Insomma, si sarà capito, tanta storia, un luogo incantevole, dei padroni di casa cordiali e gentili ma … alla fine, ci saremmo aspettati di più. Molto di più.
Coregone.
Orzo alle erbette.
Polpette di verze e “nature” accompagnate dalla guancia in salsa verde.
Peperonata.
Torta di pere ed amaretti.
il pregio : Una trasposizione filologicamente fedele della trattoria di paese.
il difetto : Alcune preparazioni … troppo “espresse”
Osteria della Villetta
Via Marconi, 104 – Calci
Palazzolo sull’Oglio (Bs)
Tel. ( +39 ) 030 7401899
Chiuso : Domenica e Lunedì
Orario: mezzogiorno e sera
Prezzi: 30-32 euro vini esclusi
Coperti : 50
Visitato nel mese di Novembre 2009
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Alberto Cauzzi
8 Comments
Ciao, sai che sono i locali che mi interessano di più.Trovo che sia assai più difficile proporre il “semplice” rendendolo nuovo ed appetibile, invece di affrontare preparazioni di “fantasia” con un budget(conto al cliente) pro- materia prima, ben più alto. Effettivamente sembrerebbe ancora in fase di approntamento, questa cucina di tutti i giorni e proprio perchè è di tutti i giorni è assai più difficile delle altre e meritevole di maggiori attenzioni. Complimenti per questo impegno costante nel cercare di farci conoscere queste realtà.
LAMAX61°
Come può coincidere la profonda tradizione con lo strumento ” microonde” ?. Ogni strumento non ha colpa , l’utilizzo pone la questione.
L’uso è una cosa. L’abuso (tutti i piatti pre-perati e poi passati al microonde) è un’altra.
Non credo ci sia nulla di male se vengono utilizzate le tecniche moderne per preparare un piatto antico, tradizionale. Francamente la polenta, fatta sul fuoco del camino, con la fuliggine che ci cade dentro ed i lapilli pure, non è il massimo.
Giusto per fare un esempio.
Ciao
LAMAX61°
C’è un posticino a Lecco che non può usare fornelli, tutte le preparazioni sono al micoonde eppure la qualità, nella sua semplicità, è apprezzabile.
Sarò forse influenzato dal fatto di trovare i salumi di Parisi e i vini di Arpepe o Pacalet ma quando ci vado mi trovo bene.
L’osteria della villetta è un luogo delizioso dove anche la cucina non tradisce mai……o quasi, a leggere la recensione.
Il tutto a prezzi onestissimi.
Maurizio Rossi, oste di quarta generazione e titolare dell’osteria, è molto sensibile a tutte le realtà produttive locali, a cominciare dai piccoli produttori di franciacorta.
Fra l’altro è una delle osterie italiane che ha aderito al progetto “Terra madre” di slow food.
Anch’io non sono contrario all’uso della strumentazione moderna. Il problema è quando altera il prodotto perchè maldestramente usato. Ad esempio esagerando con la velocità di rigenerazione. La torta, arrivata al tavolo bollente, si è rinsecchita dopo un minuto. I rognoni son diventati estremamente gommonsi dopo poco tempo. Insomma, per rispondere a Max e Fabri, se ben usato nulla (o meglio poco) in contrario, altrimenti …
@Maurizio : Nulla da togliere alla ricerca attenta del sig. Rossi, ma se poi il risultato per i semplici avventori non è sempre pari ai racconti …
@Fabrizio che posto a Lecco? dicci di più!!!
Antica Osteria Del Torchio – Lecco
Leo, il proprietario, è un grande intenditore di vini, ottimo conoscitore di Borgogna. Formaggi del Boscasso e Salumi di Parisi/Spagnoli … la cucina non so