Passione Gourmet Atelier Moessmer - Passione Gourmet

Atelier Moessmer

Ristorante
via Walter Von Der Vogelweide 17, Brunico (BZ)
Chef Norbert Niederkofler
Recensito da Claudio Persichella

Valutazione

18/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • In una location di indubbio fascino una grande cucina dove moderno e classico si intrecciano felicemente.

Difetti

  • Ricarichi dei vini un po’ alti.
Visitato il 10-2024

Atelier del gusto, ma non solo

Mangiare in un bellissimo ristorante aperto da poco più di un anno nei locali adiacenti la storica fabbrica tessile Moessmer di Brunico assaporando realmente, quasi addentandola, la filosofia ispirata alla sublimazione della montagna? Si può. Il ristorante è Atelier Moessmer, lo chef Norbert Niederkofler e la filosofia è l’ormai notaCook the mountain”: solo territorio, solo stagionalità e assolutamente niente sprechi. Manca una quarta regola, non scritta, di questo codice deontologico e cioè preservazione ed esaltazione del gusto attraverso ogni tipo di tecnica, fuoco in primis, e anche questo dettame qui viene pienamente rispettato. Sia che ci si accomodi nell’elegante salone oppure in veranda o che ci si segga al bancone che circonda la brulicante open kitchen situata in una luminosa e fascinosa sala l’esperienza sarà di gran livello favorendo la conoscenza di materie prime dalla qualità assoluta. Qui funghi, radici, erbe, frutti, germogli hanno pieno diritto di cittadinanza e fungono da substrato sui cui poggia tutto il caleidoscopio gustativo di una cucina moderna e raffinatamente classica al contempo. Il menù è unico con l’aggiunta di tre piatti signature (Tartare di coregone, Gnocchi di rapa rossa e la Tarte Tatin) per chi volesse completare il viaggio con un tuffo in un passato mai desueto.

Il territorio? Bien sur

Conoscere il territorio? Ecco l’eccellente e gustosa Insalata estiva, un vero e proprio piatto in cui mela, acetosa, verbena, melissa e quant’altro si amalgamano felicemente con sapori amplificati da una salsa gazpacho e dall’acidità di poche, sapienti gocce di ribes rosso. Da sottolineare poi le lumache dapprima brasate e poi mantecate con opportuno daikon e rafano per addomesticarne la rustica grassezza e servite su pesto di rucola per una nota amara che di giustezza completa il piatto. Da manuale il Maiale cotto sulle braci con agone e pesto di verdure con una sontuosa salsa fatta con gli scarti e aromatizzata ai semi di senape e mela con squisito dressing di miso, ceci e lenticchie. Mentre risulta un filo troppo eccessivo nel côté lipidico il Risotto cotto in brodo di latticello e mantecato con burro acido, formaggella e crema di capra la cui componente casearia non riesce a essere pienamente slanciata da fieno greco, jiaogulan e acetosella. Ottimi i programmatici amuse  bouche serviti nella sala aperitivi mentre “l’illegale” burro di montagna del casaro Di Stefano di Riscone servito con eccellente pane a buon diritto guadagna lo status di portata tout court. Lo chef Niederkofler è tornato e con una squadra di giovani, bravissimi ed entusiasti professionisti in cucina (capitanati dal bravo Mauro Siega) saprà senz’altro scrivere altre pagine di rilevanza nazionale nell’affascinante libro del fine dining.

IL PIATTO MIGLIORE: Maiale cotto sulle braci con agone e pesto di verdure.

La Galleria Fotografica:

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *