Passione Gourmet Visione - Passione Gourmet

Visione

Ristorante
strada Nicolini Basso 34, Tre Stelle (CN)
Chef Emanuele Bellomo
Recensito da Gianpietro Miolato

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Grande precisione tecnica.
  • L'ambiente.

Difetti

  • Non semplice da raggiungere.
  • Qualche lungaggine nel servizio con la sala piena.
  • L'illuminazione dei tavoli è migliorabile.
Visitato il 09-2024

Visione: tra ospitalità e conferma della tradizione

Le Langhe sono una parte dello Stivale tra le più note e rinomate. Si parla di tradizione secolare, anche grazie alle ingerenze d’Oltralpe che nei secoli si sono susseguite a connaturare invenzioni e sfumature della cucina piemontese. In tutto questo, però, non va dimenticata la specificità propria del territorio, con primizie innanzitutto in ambito enologico tra le quali i rinomati Barolo, Barbaresco e Roero. Partendo da ciò si sviluppa la cucina di Emanuele Bellomo, cuoco sito in quel di Tre Stelle, frazione di Barbaresco dove appunto Visione è locato, il quale è abile a proporre un pasteggiamento solido e tradizionale, preciso al millimetro in cotture e preparazioni, dove la tecnica si mette a servizio della ricerca dell’eccellenza nella realizzazioni dei piatti più emblematici di questo territorio. A ciò contribuisce Luca Orilia, owner dell’intero complesso di Visione, nel quale, oltre alla cucina di cui sopra, si può esperire un’ospitalità che parte dalla visita in cantina fino a giungere alla possibilità di provare un aperitivo presso gli ottimi locali con vista non meno che suggestiva sulle colline antistanti.

Una solida certezza

Per ciò che riguarda il menù le proposte sono due, da cinque e sette portate. Nella scelta di Certezza, già dal nome si comprende quanto la storia langarola venga valorizzata e servita con grande classe, senza per questo sacrificare cariche di gusto rotonde e precise, con innesti e sperimentazioni che non stravolgono il noto ma lo accentuano portandolo a un livello superiore. Si parte quindi dagli squisiti Plin con anatra e fondo bruno vero e proprio concentrato di consistenza nell’ottima farcitura a cui si unisce una sapidità tendente all’umami, ma non allappante o eccessiva, che permette di apprezzare la sfoglia dell’agnolotto, solida ma non eccedente in termini di masticazione. Un gran piatto. Facendo un passo indietro, possiamo ritrovare le stesse qualità in Fassona battuta al coltello, con angostura, salsa di soia e tuorlo d’uovo, altra grande portata, anche sotto il simpatico aspetto della presentazione, dove abbiamo esperito un gioco dai rimandi sapidi, ematici e amaricanti figlio dell’esperienza culinaria di Bellomo, con grande precisione della temperatura di servizio delle carni. Ma con Coniglio, bagnacauda, peperoni e gelato di senape di Digione il menù è passato a un livello successivo: rotondità, sapidità, dolcezza e lunghezza finale dalle nuances piccanti si sono alternati in un altro grande classico qui proposto al massimo della sua carica espressiva. Sul versante dolci si è pescato dalle note realtà aventi la nocciola piemontese come base esecutiva, proponendo un Soffice con Nocciole e Zabaione nel quale l’assenza di elementi caseari non ha inficiato sulla resa finale. Possiamo dirci soddisfatti di quanto provato, riconoscendo a questa interessante realtà le potenzialità per raggiungere obiettivi importanti da qui a breve tempo.

IL PIATTO MIGLIORE: Coniglio, bagnacauda, peperoni e gelato di senape di Digione.

LA GALLERIA FOTOGRAFICA:

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