Valutazione
Pregi
- Sapiente cucina di mare.
- Carta dei vini abruzzese enciclopedica e con ricarichi onesti.
Difetti
- Il servizio a tratti può risultare troppo sbrigativo.
Se son rose, a Roseto fioriranno
Ben nove sono le persone che ogni mattina hanno l’ambizioso compito di pulire le casse di pesce (sarebbe meglio definirli forzieri considerando il loro prezioso contenuto) che giungono nella cucina della Vecchia Marina dai mercati di Giulianova e Civitanova Marche a capofitto sull’Adriatico.
Gennaro d’Ignazio è il comandante della ciurma che ha reso questa insegna ristorativa abruzzese una delle ammiraglie del saper cucinare – sapientemente – il mare a Roseto degli Abruzzi. L’etimologia della città ci aiuta a scovare il parallelismo per questo nostro resoconto. Roseto, all’epoca chiamata Rosburgo ossia “montagna delle rose”, era uno dei luoghi maggiormente vocati alla coltivazione di piante, tra cui ovviamente anche la rosa. Delle specie e tonalità variopinte, azzardiamo che ne sia fiorita e lo fa tutt’ora, una davvero speciale. È quella del talento carismatico di Gennaro d’Ignazio e di tutta la sua famiglia. Cuoco autodidatta dei fornelli, con dedizione assoluta per la cultura materica dell’ingrediente. Con l’umiltà dei grandi, ha saputo apprendere lungo il suo percorso, affinando con meticolosa attenzione le tecniche di cottura più idonee per ogni tipo di pesce o mollusco, acquisendo la mitologica “marcia in più” che solo alcuni possono vantare.
Senza mai sfiorire
L’oscurità della notte tra le concitate aste del pesce, lascia il posto alla grande festa che ogni piatto suscita ad ogni servizio. Una cucina quella della Vecchia Marina, scevra da manierismi superflui. Anticamente Roseto trovava nella sua cucina di terra il suo cosiddetto lato nobile. Oggi il paradigma della Vecchia Marina che ha volto il proprio sguardo verso il mare, è stata in grado di capovolgere la credenza portando sul palco, da protagonista, l’offerta ittica del luogo. Sontuose sono le padelle da condividere con il Guazzetto di vongole e sogliole, non di meno i Totanetti alla brace che nella loro disarmante semplicità, esibiscono il valore tecnico con cui sono ineccepibilmente cucinati. La tangibile concretezza è riassunta principalmente in due piatti su cui vogliamo soffermarci dopo la nostra visita. Il Tagliolino di semola, vongole e seppioline coniuga il formato quadrato, tipico della chitarra locale con la sezione altrettanto quadrata della seppiolina tagliata e appena saltata. Il sapido condimento dall’acqua delle vongole è il filo di collegamento tra la dolcezza della pasta e quella del mollusco. L’altro must si estrinseca con gli Scampi all’arrabbiata, dove la pezzatura possente del crostaceo trova inaspettato abbinamento con una delle aromatiche solitamente principe nel mondo di terra, il rosmarino. La piccantezza del peperoncino verde, unita alla sferzata aromatica data dal rosmarino si plasmano golosi, sulla turgida carne dello scampo appena scottato. Obbligo indulgere sulla testa dello scampo e sull’intingolo servito.
La cucina della Vecchia Marina rispecchia in ogni dettaglio la sincerità e la passione del suo artefice. Essa è autentica ode all’Adriatico, tributo alla generosità che questo mare sa offrire lungo tutta la dorsale costiera su cui si dipana. Appagamento è quanto si può percepire nei tanti tavoli che affollano il dehors estivo. Pochi metri fuori dall’ingresso, le spiagge di Roseto ricordano tra le file serrate di ombrelloni, come il mare sia giusto a qualche passo dalla battigia. La Vecchia Marina, fortunatamente non sfiorirà dopo l’agone estivo, bensì sarà in grado di raccontare ancora, ciò che il mare saprà offrirgli nelle sue altre stagioni, forse meno glamour di quella estiva. Un’affascinante rosa nel Roseto degli Abruzzi.
IL PIATTO MIGLIORE: Scampi all’arrabbiata della Vecchia Marina.