Passione Gourmet Taverna 58 - Passione Gourmet

Taverna 58

Trattoria
Corso Manthone’ 46, Pescara
Chef Giuseppe Marro
Recensito da Andrea Mucci

Valutazione

Pregi

  • Ottimo rapporto qualità prezzo.
  • Tracciabilità delle materie prime.
  • Servizio misurato e attento.

Difetti

  • Parcheggio difficoltoso in zona.
Visitato il 11-2023

Una trattoria d’altri tempi nel cuore di Pescara Vecchia

Nel 2020 Gabriele Di Leandro, accogliente e attento maître, nonché proprietario, ha rilevato quest’attività “storica”, aperta 43 anni fa da Giovanni Marrone, antesignano di una movida che ha segnato il cuore della città. Lo ha fatto portandone avanti, con massimo entusiasmo, quei fasti fatti di tradizione e territorio e rappresentando, nel contempo, il sempre più raro elemento di continuità generazionale di settore. Siamo al centro di Corso Manthoné, luogo natio di Gabriele D’Annunzio ed Ennio Flaiano. Protagonista, una buona cucina tipica, diretta e sapida, da gustare in salette raccolte che lasciano presagire, a giudicare anche dalle foto degli avventori e dai cimeli, il clima di convivialità d’un tempo mai passato. Taverna 58 è una sosta di piacere, in una congiunzione tra lo star bene a tavola e il rispetto del territorio, al centro dell’esperienza.

La cucina si esprime con i prodotti del territorio

Dal menù, ove traspare anche graficamente una nuance con rintocco rétro, se vogliamo tipico delle trattorie, la delicata Frittatina sublime al palato parla di un piatto di per sé apparentemente semplicistico ma preparato con ricetta perpetrata dal libro segreto di Gabriele D’Annunzio; uova di giornata per la “Sainte” Omelette preferita dal poeta, servita su piastra in pietra lavica ollare, accompagnata da ortaggi crudi e cotti posti in superficie assieme ad una fetta di caprino scottata; l’ingrediente per l’allungo sapido e piacione. Discorso a sé meritano le Ciammariche alle erbette di Giovanni, lumache di terra della vicina Città Sant’Angelo, rosolate al forno con battuto di erbette officinali dell’Abbazia di Santa Maria di Propezzano (TE). In sostanza una metafora delle escargot à la Bourguignonne. Un antipasto ben fatto e con una profondità degna di nota. Si badi bene, stiamo parlando in entrambi i casi di piatti presenti in carta dagli anni ’80. La continuazione non abbassa le aspettative, con qualche impiattamento migliorabile, specie se si sceglie un doppio assaggio di primi. 

La Ma’kaira alla “Trappetara”, pasta di semola di grano duro con aggiunta di sfarinata di orzo mondo che ne eleva le qualità nutrizionali, condita con battuto di erbette fresche, olive aromatizzate e per l’appunto, olio “buono”, a riprova della qualità delle materie prime locali utilizzate, enucleate nel menù alla voce “i nostri fornitori di fiducia”. Idealmente più contemporanea la Crespella con goccia d’oro d’Abruzzo, ripiena con indivia, pecorino e zafferano, ingrediente che ne connota il nome e la rende particolarmente gustosa e piacevolmente croccante. Tra i secondi, il Reale di vitellino mostra una buona succulenza e notevole morbidezza, segno anche di cottura efficace della carne, accompagnata da delicate patate arrostite e verdure di giornata.

Immancabile in chiusura un assaggio di dolci, irresistibili e di buona varietà. Il Parrozzo pescarese morbido, alias il dolce del vate; a base di farina di mandorle e con forma semisferica presenta una copertura di fine cioccolato fondente. Il sapore equilibrato è dato dalla presenza di ingredienti piacevolmente in contrasto: morbido e dolce l’impasto e sottile ma dura e amarognola la copertura di cioccolato fondente. L’altrettanto epica Torta 58, un pan di spagna bagnato con caffè espresso, farcito con crema chantilly e rifinito in superficie con fine cioccolato. Dessert tanto diversi tra loro quanto golosi, sopra le righe. La proposta enoica di Taverna 58 gioca per lo più in casa, con buona selezione di vini regionali, anche alla mescita e in prevalenza rossi, che, con la loro morbidezza, ben si sposano con la struttura delle varie proposte del menù. Un paio di valori aggiunti da non sottovalutare sono senz’altro l’apertura giornaliera anche a pranzo con menù a 18€ in continua rotazione e il servizio di sala, misurato e sempre sorridente, proprio come un tempo mai andato.

IL PIATTO MIGLIORE: Ciammariche alle erbette di Giovanni.

La Galleria Fotografica:

1 Commento.

  • Francesca3 Febbraio 2024

    Un luogo e una cucina immortali!

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