Passione Gourmet Zind Humbrecht - Passione Gourmet

Zind Humbrecht

Vino
Recensito da Orazio Vagnozzi

I grandi vini d’Alsazia di Zind Humbrecht

È una delle leggendarie maison d’Alsazia, una regione capace di esprimere alcuni dei più grandi vini bianchi al mondo, che all’anagrafe rispondono agli altisonanti accenti del Riesling, del Pinot Gris e del Gewürztraminer. Ma Zind Humbrecht – Humbrècht se pronunciato alla frencese – corrisponde anche una storia famigliare e, come tale, a una saga contadina che fa vino, in quel di Turckheim, sin dal 1620. 

Come spesso accade in queste storie, è però la storia più recente a segnare il corso di Zind Humbrecht. Arriviamo così al 1959 quando Léonard Humbrecht sposa Genevieve Zind e la tenuta viene battezzata col nome di entrambi, secondo un’usanza che tanta fortuna ha determinato per il vino francese. Sarà poi la lungimiranza del giovane Leonard, che è uno che il vino lo conosce bene e non solo per ragioni di famiglia ma anche perché lo studia per due anni alla scuola di enologia, con stage in Loira e trascorsi Borgogna, a fargli fare scelte controcorrente, o quantomeno contro-intuitive, per l’epoca, a cominciare dagli investimenti. Si rende infatti presto conto che l’azienda, che allora contava soli sei ettari, doveva essere ingrandita. Parimenti, si convince che le uve non vanno vendute alla cooperativa ma vanno tutte vinificate in proprio, secondo un principio che privilegia la qualità al posto della quantità, cosa che realizza concretamente scegliendo terreni vocati e riducendo le rese. 

L’approccio parcellare

E lo fa sfidando il parere di tutti. Quelli erano, infatti, anni in cui si privilegiavano terreni dalle alte capacità produttive. Lui, per contro, capisce anzitempo che per fare vini all’altezza dei suoi desiderata bisognava tornare verso terreni di collina, abbandonati perché troppo ripidi e troppo difficili da lavorare. Terreni, tra l’altro, con caratteristiche anche molto diverse tra loro. Oggi sappiamo, infatti, che l’Alsazia è una terra caratterizzata da una grande disomogeneità geologica: caratteristica, questa, che si traduce in complessità, in vini figli di almeno 800 tipi diversi di suolo sparsi nei quasi 16.000 ettari vitati. Calcare, argilla, scisto e gesso abitano e agitano la composizione di una delle zone di produzione più settentrionali di Francia, che grazie alla protezione naturale dei monti Vosgi vanta anche le precipitazioni più scarse del paese. 

Così Leonard acquista, a prezzi molto concorrenziali per l’epoca, appezzamenti oggi leggendari che rispondono ai nomi di Clos Saint Urbain, nel Grand Cru di Rangen, a Thann; il Clos Windsbull, a Hunawihr, e il Clos Jebsal, a Turckheim: roccia vulcanica il primo, suolo calcareo di conchiglia il secondo, suolo marno-calcareo il terzo. Un’evidenza così lapalissiana da indicargli anche la strada, separata, di vinificazione, indicando in etichetta il nome del vigneto di provenienza, secondo una pratica topografica introdotta in Alsazia proprio da Leonard e oggi seguita, inutile dirlo, da tutti i vigneron, a tutte le latitudini. Con lui l’azienda di famiglia si dota anche di una circuito per il controllo delle temperature di fermentazione nelle botti tradizionali di rovere, così come della tecnologia della pressa pneumatica Bucher che permette loro di estrarre solo la parte nobile dell’uva.

La biodinamica e il rigore di Olivier Humbrecht

Non pago, come ogni imprenditore capisce anzitempo che i mercati bisogna andarseli a cercare, anche all’estero. Interessante notare, a questo proposito, che un personaggio simile ha il potere di determinare il futuro non solo individuale ma anche collettivo. Così l’azienda di Turkheim, a pochi chilometri da Colmar, possiede oggi oltre 40 ettari di vigneto su dieci diversi terroir distribuiti in sei comuni, la maggior parte dei quali su parcelle considerate Grand Cru estremamente diversificati per composizione dei suoli, esposizioni e micro-clima.

Quanto al presente, a Leonard è succeduto il figlio Olivier, figura di primissimo piano nel panorama vitivinicolo francese. Nel 1989, infatti, Olivier Humbrecht diventa il primo Master of Wine di Francia. Inoltre, è uno dei primi a credere nell’agricoltura e nelle pratiche di vinificazione biodinamica, tanto da diventarne un vero e proprio paladino e ambasciatore. Oggi Olivier è anche il presidente di Biodyvin, associazione di oltre 200 produttori di tutta Europa interamente dediti alla biodinamica, secondo un protocollo che lui stesso ha contribuito a modificare istituendo parametri particolarmente stringenti quali il lavoro strettamente manuale e il ricorso, ove necessario, alla trazione animale per preservare il più possibile il materiale vegetale e il terreno, altrimenti soggetto a compattazione. 

In cantina, solo i grappoli migliori, quelli dal frutto più equilibrato e più concentrato affrontano la fermentazione, sempre spontanea, e la vinificazione, necessariamente lenta. Il vino viene fatto maturare sui lieviti per sei mesi e imbottigliato uno o due anni dopo, ma sempre e solo quando si rivelano pronti da bere. Le rese, peraltro, si sono abbassate ulteriormente con l’avvento di Olivier, che impone una media di circa 35 ettolitri per ettaro, una proporzione, questa, che consente di produrre vini con aromi e struttura intensi.

Quanto ai vitigni coinvolti, sono quelli della trasizione, principalmente Riesling, Pinot Gris e Gewürztraminer, declinati in versione sia secca sia dolce, da Vendanges tardives e Sélections de Grains Nobles. Tutti e tre i vitigni si esprimono bene nei famosissimi terreni di Clos Saint Urbain, nel Grand Cru di Rangen de Than, e  Clos Windsbull nei mitici terreni di Hunawihr, mentre straordinari Pinot Gris sortiscono dal cru di Clos Jebsal, a Turkheim. Il principiuo è quello di realizzare vini di terroir, che si caratterizzano per armonia, finezza, energia e grande equilibrio tra maturità del frutto e acidità, e una sapidità stentorea, per la quale non sarebbe inappropriato usare la parola che ciascuno di noi cerca di pronunciare meno possibile, ma che qui è d’obbligo: mineralità.

* I vini di Zind Humbrecht sono importati in Italia da Sarzi Amadé.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *