Grandi Champagne all’insegna del Pinot Noir
Ci troviamo nella parte più a sud della denominazione, in quella regione della Champagne meno conosciuta che è la Côte des Bar, nel dipartimento dell’Aube. Una terra che nelle cartine ufficiali viene solitamente collocata a parte, quasi a voler evidenziare il distanziamento da Épernay e la sua famosa “Avenue de Champagne”, l’iconico viale ove svettano le imponenti sedi delle più grandi maison, una sorta di Rodeo Drive del Metodo Champenoise. Una distanza da cui la Côte des Bar, a ben vedere, ha tutto da guadagnare.
È proprio questa lontananza dallo sfavillante epicentro della denominazione, infatti, ad aver permesso alla Côte des Bar di preservare la sua autenticità; autenticità fatta di antiche case, costruite con la pietra calcarea prelevata nei vigneti circostanti, che oggi danno vita a piccoli borghi da cartolina. O ancora ai boschi di conifere che svettano sugli “envers” e che proteggono dalle masse di aria fredda proveniente da nord i pendii situati dirimpetto, gli “endroit”, dove si coltiva l’uva. Tuttavia, a rendere veramente singolare questa regione, è lo stretto intreccio che essa vive con la vicina Borgogna, alla quale, nel corso dei secoli, è stata ‘annessa e disannessa’ più e più volte, facendo sì che in questa zona si abbracciassero le tradizioni di entrambe le regioni.
Tutto ciò è particolarmente evidente nel comune di Les Riceys, un pittoresco villaggio adagiato sul fiume Laignes, che oggi possiede la più importante superficie viticola di tutta la Champagne, con 866 ettari di terreno coltivati a vigna. La dualità tra Borgogna e Champagne, qui, è visibile ancora oggi.
A Les Riceys, infatti, le case hanno tinaie con due ingressi, poiché all’epoca della loro costruzione, uno si trovava lato Champagne e l’altro lato Borgogna e, a seconda dell’anno, il vino veniva fatto uscire da una porta o dall’altra, in base alle offerte ricevute dalle due provincie. Fu solo nel 1927 che i vini bianchi dell’Aube vennero definitivamente integrati nella denominazione Champagne, ma i vigneti di Les Riceys mantennero comunque vivo il loro attaccamento alla Borgogna e in particolare al Pinot noir, del quale storicamente si servirono per la produzione del famoso Rosé des Riceys, un vino che leggenda vuole sia stato apprezzato e reso enormemente famoso da Re Luigi XIV.
Domaine Alexandre Bonnet – Les Riceys
Uno dei principali interpreti di questo territorio è il Domaine di 47 ettari Alexandre Bonnet a Les Riceys, facente parte del Gruppo Lanson BCC assieme ad altre iconiche referenze, come quella di Philipponat. Un nome che servendosi del termine “domaine”, tradizionalmente appartenente alla Borgogna, vuole mostrare come qui si prenda il meglio da entrambe le regioni. Sotto la guida del presidente Arnaud Fabre l’obiettivo tracciato per il futuro aziendale è stato infatti chiaro fin da subito: concentrarsi sul territorio, sulle vigne di proprietà e le uve che queste producono, perseguendo la migliore qualità possibile.
A differenza di molte Maison di Champagne, dove il vino viene fatto prima in cantina, qui non si cerca uno stile della Maison, ma la migliore espressione del terroir di Les Riceys, secondo un approccio che ricorda più la parcellizzazione borgognotta. L’Enologo Didier Mêlé e lo Chef de Cave Irvin Charpentier lavorano per produrre vini che riflettano appieno il terroir, in primo luogo preservandolo e adottando pratiche sostenibili, come la rinuncia a erbicidi e insetticidi, la piantagione di frutteti e la creazione di maggesi fioriti per le api. Dopodiché adottando metodi di vinificazione a basso intervento, con un uso limitatissimo – e da ultimo pressoché assente – di solfiti.
In linea con questa filosofia, il vitigno principe non può che essere il Pinot noir, storico vitigno locale che occupa il 93% delle vigne, disponibile in una decina di diverse varietà provenienti sia dalla Champagne che dalla Borgogna. Queste sono impiantate in quelle che qui si chiamano le “Contrée”, parcelle che differiscono l’una dall’altra per orientamento, pendenza, esposizione e così via, i cosiddetti “Lieu-dit” della Champagne, o “Climat” della Borgogna. Due i cru di particolare rilievo, “La Forêt”, e “La Géande”. Con la prima che dà vita a quattro diversi vini (Rosé des Riceys, il Coteau Champenois e due champagne, il Rosé de Saignée e il Blanc de Noirs) e la seconda utilizzata come vigna-laboratorio per studiare il comportamento dei sette vitigni storici della Champagne (Pinot Noir, Meunier, Chardonnay, Blanc Vrai, Buret, Arbane, Petit Meslier), proposti in un’omonima cuvée.
Les Riceys e Alexandre Bonnet rappresentano un connubio straordinario tra le tradizioni di Champagne e Borgogna. Con radici che affondano nella storia e un occhio rivolto al futuro, l’azienda continua a produrre Champagne di alta qualità che riflettono il terroir unico di Les Riceys. In un mondo dove la tradizione e l’innovazione si incontrano, Alexandre Bonnet dimostra che è possibile abbracciare entrambi, creando vini che sono veri capolavori di eccellenza e identità.
La Degustazione
Il terroir di Les Riceys gode di una struttura geologica molto particolare nella Champagne, formatasi nel Kimmeridgiano, all’epoca del Giurassico superiore, e per questo è molto simile alla zona dello Chablis, in Borgogna. Il sottosuolo è essenzialmente di tipo calcareo-marnoso o calcareo-argilloso, con ripidi pendii ed esposizioni molto diverse che drenano naturalmente il terreno. Il clima è semi-continentale fatto di inverni freddi ed estati calde, con precipitazioni moderate. Condizioni che agiscono favorevolmente sull’eleganza del vino, sulla generosità del frutto e sulla formazione degli aromi, dati evidenti in ogni calice degustato.
Champagne Les Riceys Rosé
Si tratta di un “rosé d’assemblage”, Extra-Brut, da Pinot Nero in purezza, che si contraddistingue per la grandissima piacevolezza di beva. Al naso spiccano il ribes, le spezie, in particolare il pepe nero, e un cenno di scorza d’arancia sanguinella. Un vino vivace, delicatamente tannico e decisamente gastronomico.
Champagne Vigne Des Riceys “La Forêt” Rosé de Saignée
Un “rosé de macération” Extra-Brut, da Pinot Nero in purezza, proveniente dalla Contrée “La Forêt”. Un’etichetta importante che, al naso, denota un vino più complesso e intenso rispetto al precedente. Anche qui ritroviamo i frutti di bosco, la scorza d’arancia e il pepe nero, sentori ai quali si aggiungono la ciliegia e la curcuma. La grande freschezza ne fa presagire l’immenso potenziale di invecchiamento, quello stappato oggi è, in effetti, ancora un bambino.
Champagne Vigne Des Riceys Blanc de Noirs
Il vino bandiera del Domaine, espressione delle uve di Pinot Nero provenienti dalle migliori Contrée. Al naso ritroviamo il ribes nero, poi la prugna gialla, il caprifoglio, la crosta di pane, note agrumate e balsamiche. Una bella complessità che al palato è esaltata dalla sapidità e dalla verticalità di questo vino.
Champagne Les Riceys Blanc de Blancs
Un assemblaggio di Blanc Vrai (Pinot Bianco) e Chardonnay nel quale ritroviamo la grande piacevolezza di beva che contraddistingue le etichette di questa azienda. Il naso vira verso note più esotiche, con un bel mango in evidenza che si aggiunge ai sentori più tipici di prugna gialla, erbe di campo, tiglio e mandorla. Anch’esso nettamente sapido, con un bel finale lungo.
Champagne Vigne Des Riceys “La Géande” 7 Cépages
Cuvée dei sette vitigni storici della regione: Pinot Noir, Chardonnay, Meunier, Pinot Blanc, Pinot Gris, Arbane et Petit Meslier. Al naso è un tripudio di dolci note di miele, marzapane, pasticceria e tabacco con intense incursioni mentolate e floreali che ne ampliano il ventaglio gusto-olfattivo. Il più sapido tra tutti i vini in degustazione, di grande eleganza, freschezza e lunghezza.
* I vini del Domaine Alexandre Bonnet sono distribuiti da Sarzi-Amadè