L’Orangerie by Di Pinto

VALUTAZIONE

Cucina Classica

15/20

PREGI
Location bellissima all’interno di un Relais di grande eleganza.
Una cucina che non delude unendo tradizioni langarole e suggestioni napoletane.
DIFETTI
Qualche bollicina in più in carta non guasterebbe.

Lì dove l’Alta Langa parla napoletano

Roberto Di Pinto raddoppia. Non contento del successo di critica e di pubblico ottenuto dal suo Sine a Milano, eccolo prendere anche le redini della cucina di questo esclusivo resort immerso nel cuore dell’Alta Langa. “Le Due Matote Maison” è un luogo incantevole, nato dal recupero di un vecchio casale del 1600, trasformato, dopo una lunga ristrutturazione conservativa, in un luogo di ospitalità di lusso che si candida a diventare un punto di riferimento assoluto per la zona. Inevitabilmente, splendido è anche il ristorante L’Orangerie.

La vista sulle colline circostanti è impareggiabile, per il resto è tutto un trionfo di sobrio buon gusto, tra pianoforte a coda, sedie in ferro battuto dotate di soffici cuscini, piante di agrumi e una bellissima cucina a vista, dove Di Pinto è coadiuvato dal bravo Luca La Peccerella che ha fatto parte della sua brigata al Bulgari per diversi anni. La versione langarola della cucina di Di Pinto propone alcuni grandi classici del cuoco campano a cui si aggiungono nuove preparazioni nate con l’obiettivo di fondere gli ingredienti e la cucina tradizionale delle Langhe con la sua anima partenopea. E così, a L’Orangerie, il Vitello tonnato finisce adagiato su una eccellente pizza fritta e il Soffritto napoletano su un biscotto al Castelmagno, mentre i Plin sono ripieni di genovese.

Spirito ludico e ottima tecnica per una cucina fuori dai soliti schemi di Langa

Ma, come si accennava, in carta non manca qualche signature dish dello Chef come la Parmigiana Espressionista, un velo di carbone vegetale che racchiude le melanzane fritte dove il vero protagonista del piatto è il miso di pomodoro; la Tartare di anatra affumicata, midollo, mallo di noce e amaranto, servita separando la parte del petto da quella della coscia in modo da permettere di apprezzarne separatamente, viene valorizzata dal Gin Lemon vaporizzato; ormai celebre, tra i dessert, il Tiè Amuleto Napoletano in cui un semifreddo alla pastiera è presentato sotto forma di cornetto portafortuna della tradizione partenopea. In conclusione non si può non citare la Quaglia, millefoglie di patata, spugnole ed emulsione di Barolo in cui il volatile è farcito, come se non bastasse, con salsiccia di Bra e tartufo. Piatto golosissimo, di scuola classica, un capolavoro di ruffianità a cui bisogna riconoscere una esecuzione perfetta. La sala è diretta splendidamente dal giovane talento di Sabrina Fumagalli, che amministra anche la cantina de L’Orangerie, già adeguata al contesto seppur ancora in espansione.

Una nuova apertura, insomma, che ci ha favorevolmente impressionato e che, riteniamo, possa diventare in breve tempo un punto di riferimento per quanti, in zona, vogliano qualcosa di diverso dalla classica cucina di Langa ed intendano provare una cucina originale, divertente e golosa, oltre che tecnicamente ben eseguita.

IL PIATTO MIGLIORE: Quaglia, millefoglie di patata, spugnole ed emulsione di Barolo.

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Giovanni Gagliardi

Avvocato gourmet napoletano emigrato a Milano. Seguace del Buono in ogni sua espressione, della stagionalità, del rispetto delle tradizioni e del contesto culturale e territoriale in cui ogni cucina anche d'avanguardia deve esprimersi. Adora le innovazioni purchè siano emozionanti, e l'Alta cucina, ma solo se la A è maiuscola, convinto che per andare oltre la tradizione un cuoco necessiti di tanto talento.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

15/20

PREGI
Location bellissima all’interno di un Relais di grande eleganza.
Una cucina che non delude unendo tradizioni langarole e suggestioni napoletane.
DIFETTI
Qualche bollicina in più in carta non guasterebbe.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione a 70€ e a 100€

Prezzo medio alla carta 90€

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Nessuna visita precedente trovata.

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