Casa Iozzia

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

14/20

PREGI
La riuscita unione fra Tuscia e Sicilia.
Finalmente il personale di sala non teme confronti con la cucina.
DIFETTI
Avremmo apprezzato una maggiore audacia.

Tuscia, terra di mare

Ci troviamo nella splendida Tuscia, a pochi chilometri da Roma. Immersi nella campagna, troviamo Casa Iozzia. Genuinamente accolti nella sala principale, siamo subito rapiti dal bellissimo camino che rimanda, nome omen, alla piacevole atmosfera delle case di campagna. Dimentichiamo country o shabby chic, l’atmosfera è elegante, sobria, curata, sicuramente confortevole. Questi tratti li ritroviamo nei piatti. Siamo nella Tuscia, è vero, ma troviamo la Sicilia, binomio territoriale portato avanti con molta gentilezza, con contrasti ridotti al minimo e un Mediterraneo che si avvicina all’entroterra laziale senza attriti, naturalmente. Questa decisione, se pur apprezzata nel suo sfuggire al cliché, impedisce però alla Trinacria di manifestarsi in tutte le sue forme.

Piuttosto, lo Chef Lorenzo Iozzia ci presenta la cucina di casa sua accompagnata dalle eccellenze locali: non arrangia un semplice connubio con la terra che lo ospita ma sincretizza le sue due nature con la stessa confidenza e sapienza che alberga in entrambe. Posto, quindi, che avremmo preferito una maggiore audacia negli accostamenti – ci è mancato l’agrodolce e la contaminazione arabeggiante che rende magnifica l’isola – la Sicilia è sicuramente presente, viva e immediatamente riconoscibile, ma ammantata da un velo di eleganza che rischia di nasconderla.

Destinazione Lentini

Non a caso le preparazioni che più ci hanno colpito sono quelle dove le contaminazioni si fanno più evidenti, non accennate, ma presenti e persistenti. Ottimo il Maialino di mare, ovvero la tartare di pesce spada e testa di maiale, due ingredienti così lontani ma così armonici, istituendo un abbinamento vincente perché equilibrato, anche dalla chips agrumata e dalle barbe di finocchio. Così Vitorchiano diventa, per una portata, provincia di Siracusa. La stessa destinazione è raggiunta, attraverso un altro percorso, nel Raviolo di mare. Qui non è la Tuscia a incontrare la Sicilia, ma il mare di scoglio che incontra l’area salmastra alle porte di Lentini. Fantastica, a questo proposito, la gestione del cefalo, delicato e convincente; più incisiva la triglia di scoglio, senza mai però prevaricare. Nel piatto il ragù di patelle è peraltro un’esplosione di sapori, non oscura mai le due farce, ma ne evidenzia le differenze esaltandole. La riuscita è ineccepibile, siamo a Lentini.

Degna conclusione con Un salto nella campagna siciliana: ci troviamo di fronte a una semplice rivisitazione del cannolo, con utilizzo alternativo delle stesse materie prime, che riesce in maniera sicuramente accattivante.

Menzione a parte merita tutto il personale di sala, ineccepibile e particolarmente apprezzato, soprattutto in un periodo in cui è sempre più complicato trovare un servizio all’altezza della cucina. Ottimo l’abbinamento proposto, con particolare riferimento alla Malvasia finale, una vera perla da scoprire.

IL PIATTO MIGLIORE: I Ripieni in due espressioni del mare.

La Galleria Fotografica:

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Valerio De Cristofaro

Auditor ed esperto di compliance normativa, spazia tra il rigore lavorativo e la convivialità a tavola. Romano di nascita, coglie ogni occasione per togliersi la cravatta ed abbandonare i comfort di città per partire zaino in spalla, alla ricerca di nuovi paesaggi da fotografare e piatti da cui farsi stupire. La tavola, in tutte le sue declinazioni, è la sua passione e la sua curiosità lo porta a sperimentare qualunque pietanza incontri per il mondo, senza però mai abbandonare l'amore sconfinato per le proprie tradizioni.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

14/20

PREGI
La riuscita unione fra Tuscia e Sicilia.
Finalmente il personale di sala non teme confronti con la cucina.
DIFETTI
Avremmo apprezzato una maggiore audacia.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione da 6 portate a 80€, da 8 portate a 100€ e da 10 portate a 120€

Prezzo medio alla carta 70€

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