Local

VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
Una cucina che parte dal territorio per aprirsi al mondo.
Il servizio di charme.
DIFETTI
Acustica migliorabile a locale pieno.

Un delicato passaggio di testimone

In attività dal 2015 nel Sestiere Castello a pochi passi da piazza San Marco verso dell’Arsenale, il ristorante Local, nel 2021, una volta superato quello che la città di Venezia ha vissuto come il periodo più duro nella propria storia recente, si è trovato a dover affrontare un passaggio di testimone nella conduzione gastronomica. In uscita Matteo Tagliapietra, originario di Burano e autore di una delle più riuscite interpretazioni della cucina veneziana contemporanea, che lo ha portato alla meritata conquista della stella Michelin. Alle prese con un’eredità così ingombrante, c’è oggi uno Chef campano con importanti esperienze internazionali: Salvatore Sodano.

Venezia-Napoli, con un pizzico di Oriente

La cucina di Sodano si sviluppa sull’asse Venezia-Napoli, ma con netta prevalenza della città che lo ospita rispetto a quella che gli ha dato i natali, nel rispetto del nome e della mission del ristorante. Con l’incedere dei piatti emergono anche contaminazioni orientali, la passione dello Chef per la botanica e l’applicazione di tecniche originali che sottendono studi approfonditi. Lo dimostra un piatto vegetale intenso, profondo nei sapori e perfettamente equilibrato: l’Indivia condita con kimchi di indivia, Worcester sauce e crema di tofu. Il robusto utilizzo dell’aglio tende invece a farlo prevalere sugli altri sentori nei due primi piatti proposti, limitandone la complessità aromatica. Il primo, Spaghetti, vongole, ricci di mare e salicornia fermentata (nello specifico “latto-fermentazione” di cui sono responsabili esclusivamente batteri lattici) mantiene caratteristiche di immediatezza e godibilità anche al palato. Il secondo, il “Risone di gò”, è una rivisitazione del tradizionale risotto di gò (o ghiozzo, pesce simbolo della laguna di Venezia), che vede il riso sostituito da una pasta con forma e consistenza simili, il risone appunto, cotto in brodo di gò e accompagnato da una salsa simile alla maionese ottenuta dall’estrazione in olio-cottura della cartilagine del pesce con una tecnica ispirata al basco “pil pil”; il piatto viene finito con polvere di alghe e clorofilla di prezzemolo. La sapidità decisa, derivata dall’estrazione della salsa e dalla mantecatura della pasta, rende l’assaggio più impegnativo e meno confortevole del precedente. Si torna su un piano di eleganza, sia nei sapori, sia nella particolare texture, con la Ricciola frollata 15 giorni, cotta a bassa temperatura, rifinita alla piastra e accompagnata da una spuma di agrumi e radicchio di Treviso. Il Petto d’anatra (caggiagione di barena per eccellenza), chiude la parte salata: cottura perfetta e abbinamento con caco-mela, cavolo nero e salsa “mole” messicana. Fuori menù, ad anticipare il pre-dessert, un piatto di passaggio tra salato e dolce: Cipolla, rapa bianca e spuma di tarassaco; proprio nella realizzazione della spuma, oltre che nell’equilibrio complessivo di un piatto non dolce ma a tendenza dolce, trova conferma l’abilità del cuoco nel trattare gli elementi vegetali. La sequenza del menù da nove portate evidenzia quindi una cucina matura, ricca di spunti, che oscilla tra forza e finezza facendo centro in entrambi i campi.

Un apprezzamento particolare va all’eleganza semplice e moderna degli ambienti, nel cui arredo si nota l’inconfondibile tocco dell’artigiano del legno Remo Pasquini, e, soprattutto, al servizio di sala: una brigata non particolarmente numerosa prende luce dal savoir faire cristallino di Benedetta Fullin e Manuel Trevisan, capaci di creare un’atmosfera ospitale, amichevole e rilassata con tutti i clienti, compresi i numerosi stranieri, grazie all’inglese fluente di entrambi. Particolarmente accurato il servizio dei vini: le scelte, sia dell’ampia carta sia dei wine-pairing dei due menù, sono decisamente personali e vengono dettagliatamente spiegate ai clienti.

La Galleria Fotografica:

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Davide Scapin Giordani

Classe 1970, figlio d'arte, da sempre legato all'ambiente dell'hôtellerie, incontra la cucina d'autore in tenera età scortando il padre, gastronomo appassionato, in giro per la Francia. All'amore per le grandi tavole, a metà degli anni 90 unisce quello per i grandi vini: diventa Sommelier Professionista AIS e intraprende una marcia serrata che lo porterà ad esplorare le principali zone vinicole italiane e d'oltralpe e a conoscerne i più celebrati vigneron. Collabora con l'Espresso nella duplice veste di autore della Guida dei Ristoranti e di quella dei Vini.

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VALUTAZIONE

Cucina Moderna

16/20

PREGI
Una cucina che parte dal territorio per aprirsi al mondo.
Il servizio di charme.
DIFETTI
Acustica migliorabile a locale pieno.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menu degustazione da 7 portate a 110€ e da 9 portate a 150€

Menu disponibile solo a pranzo da 4 portate a 70€

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