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Il Chiaretto della Valtènesi

Vino
Recensito da Adriana Blanc

L’oro rosa del Lago di Garda

Il Lago di Garda potrebbe definirsi il locus amoenus per eccellenza. La bellezza sconfinata delle sue coste ha irretito gli avventori di ogni tempo, divenendo persino una tappa obbligata del celebre Grand Tour ottocentesco, che qui richiamava illustri personaggi del calibro di Lord Byron e Goethe. Un’attitudine che perdura ancora oggi, con accenti perlopiù di variegata estrazione nordica che sono andati a sostituire i romantici letterati inglesi, ma dove tutto il resto è rimasto immutato. I bei paesini affacciati sul lago sono sempre più valorizzati e circondati da ordinate colline verdeggianti che promettono riparo nelle torride giornate estive. Anche la proposta gastronomica è in costante crescita qualitativa. A fianco del prevaricante turismo teutonico si è sviluppata infatti una vera e propria nicchia di turisti gourmet, che vengono qui per quelli che sono ormai considerati dei luoghi di culto, come il ristorante Lido 84 di Riccardo Camanini.

Storia del Valtènesi

In particolare spolvero è, poi, il settore enologico sulla sponda lombarda: dalla tradizione antica, ma dal sapore freschissimo. Il vino infatti è lo stesso nettare rosato con cui già Lord Byron e poi D’Annunzio brindavano in calici di cristallo al bien vivre; riproposto oggi in una veste estremamente simile, solo leggermente scolorita per adattarla ai canoni estetici attuali. Si tratta del Valtènesi, sottozona e ideale apice qualitativo della Denominazione di Origine Controllata Riviera del Garda Classico.

Il procedimento produttivo di quel “claretto” diffuso sul territorio fin dal 1500, venne codificato nel 1896 ad opera del senatore veneziano Pompeo Molmenti, che ne amplificò la fama portandolo a diventare una referenza di successo nei salotti e nei locali milanesi del primo ‘900. Il Chiaretto Valtènesi era ottenuto a seguito della vinificazione in rosa del vitigno autoctono più prezioso del territorio, il Groppello, le cui bucce rimanevano a contatto con il mosto per poche ore nel processo di “vinificazione con svinatura per alzata di cappello”.

Nasceva così il “vino di una notte”, nettare dal tradizionale colore rosato intenso che nel tempo è sfumato verso tonalità sempre più tenui ed eleganti, la cui tradizione è oggi tramandata dai 96 soci del Consorzio Valtènesi, attraverso poco più di 800 ettari vitati e circa 2 milioni di bottiglie prodotte annualmente.

Il vitigno e il territorio

Operativa dalla vendemmia 2017, la nuova Doc Riviera del Garda Classico nasce da un patto di territorio sottoscritto dal 90% dei produttori per sostituire le denominazioni precedentemente in vigore. Un accordo finalizzato ad unificare le denominazioni Riviera del Garda Bresciano e Garda Classico (sottozona della Doc Garda) in una nuova, unica denominazione a nome Riviera del Garda Classico, con il riconoscimento della sottozona Valtènesi come ideale apice qualitativo.

Vinificato in rosso o nella sua vocata veste rosata, il Valtènesi si produce in un’area più centrale e prevalentemente collinare della Riviera, tradizionalmente votata alla coltivazione del Groppello, vitigno che si coltiva e vinifica esclusivamente nella sponda occidentale del lago. Questo deve essere presente (nei biotipi Gentile e Mocasina, S. Stefano) per un minimo del 30% e può essere integrato da Marzemino, Barbera e Sangiovese per un massimo del 70% (o ancora da altri vitigni a bacca nera non aromatici per un massimo del 25%).

Nella Valtènesi non si produce solo vino, ma si coltivano anche olivi, agrumi e capperi. A testimonianza della particolare vocazione di questo territorio rivolto al sorgere del sole e del suo particolare quadro microclimatico, che conserva le caratteristiche di un Mediterraneo “slittato” di 1000 chilometri ai piedi delle Alpi. Caratteristiche uniche che, unite ai sottosuoli di matrice eterogenea, danno luogo a vini dalle sfumature variegate, ma di qualità sempre elevata e costante. Il risultato è un vino atto ad appagare i sensi. Prima alla vista, con sfumature che vanno dal petalo di rosa ai riflessi aranciati di un tramonto; poi al naso, con sentori floreali e fruttati sottili ed eleganti; quindi al palato, con la grande freschezza a ravvivare il sorso e una piacevole sapidità a renderlo memorabile.

Alcuni assaggi

Valtènesi Preafète 2021 – Podere dei Folli

Un’azienda giunta oggi alla quarta generazione quella che dà vita a questo vino di grandissima eleganza e piacevolezza. Lo splendido color rosa tenue dai riflessi ramati è un invito all’assaggio. I sentori sono sottili, con fragolina di bosco, pompelmo rosa e fiori di acacia che introducono un sorso setoso e rinfrescante, rinvigorito da un piacevole tono sapido sullo sfondo.

Valtènesi Rosé Doc “Micaela” 2021 – Conti Thun

Color buccia di cipolla alla vista, fruttato e floreale al palato. Petali di rosa e frutti di bosco contraddistinguono il sorso che pervade il palato: fresco, intenso, sapido e persistente. Un vino decisamente gastronomico, ideale da abbinare alle più svariate portate.

Valtènesi “Setamora” 2019 – Turina

Un discorso a parte bisogna fare per questo vino, riserva che affina per circa due mesi in legno e poi altri sei in acciaio prima di essere imbottigliato e immesso sul mercato. Il colore ricorda il rosa pesca, mentre il naso lascia trapelare note decisamente più dolci, come il pompelmo candito e la menta. Al palato è vibrante, fresco e sapido, di piacevolissima beva.

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