Passione Gourmet Poderi Fiorini - Passione Gourmet

Poderi Fiorini

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

Cent’anni dedicati al vino

Continuiamo il nostro viaggio intorno al Lambrusco sulle colline tra Modena e Bologna, tenendo d’occhio la pianura, dove risiede la storia del vino, iniziata nel 1919 con Poderi Fiorini.

Fra Gargallo di Carpi e Ganaceto di Modena, con Ugo iniziava il cammino della famiglia Fiorini, poi seguito dal figlio Giuseppe che, scherzando, andava dicendo di essere nato in una botte; di generazione in generazione, la quarta è rappresentata da Alberto e la moglie Cristina, attivi in vigna e nell’accoglienza. Infine siamo alla quinta generazione, quella di Matteo Fiorini che completa lo staff sotto la guida enologica di Enzo Mattarei e Marco Gozzi. Dalla pianura alla collina, la famiglia individua appena sopra a Savignano sul Panaro la Torre dei Nanni, antico baluardo difensivo di avvistamento risalente all’anno 1.000 e questo luogo nel 2011 diviene il sito della nuova cantina interrata, realizzata con criteri di eco-sostenibilità a basso impatto ambientale.

Sono 12 ettari di viti su terreni limosi di origine alluvionale, poco sotto i 200 metri s.l.m., con esposizione prevalentemente a sud-est; le varietà coltivate sono Pignoletto, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Barbera, Sangiovese, Riesling e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Savignano sul Panaro fra l’altro è l’unico paese della provincia di Modena con la presenza di 3 DOP. Questa tenuta si somma alle altre della famiglia Fiorini, fra Sozzigalli e Le Ghiarelle, mantenendo presso i 5 ettari della sede storica di Ganaceto la coltivazione del Lambrusco di Sorbara – uno dei vini più rappresentativi della cantina – per un totale di 30 ettari e una produzione intorno alle 180.000 bottiglie annue, in biologico dalla vendemmia 2020.

Dal podere Le Ghiarelle, ove la famiglia Fiorini ha recuperato uno storico vigneto a piede franco, nel letto del fiume Panaro, con terreni ghiaiosi che hanno consentito alle vigne di resistere all’aggressione della Fillossera, agli inizi del secolo scorso, viene il vino omonimo composto da un blend di Lambrusco di Sorbara, Lambrusco di Fiorano e Barbera. Con le varietà dei vini dei Colli Bolognesi di Savignano, il numero di etichette della cantina si è ulteriormente accresciuto, la scelta è davvero amplia.

Un secolo di ricerca per i rifermentati

L’interesse si concentra sullo spumante Zero, metodo classico costituito all’85% da uve Chardonnay e 25% di Grechetto Gentile la cui fermentazione è svolta in legno. Il 2017, 11,5% Vol. è stato sboccato a novembre 2020 e si presenta di colore giallo paglierino intenso, dorato, all’olfatto è piacevolmente intenso, con note di mela golden e miele di eucalipto, a tratti finemente agrumato e con una delicata suadente esoticità. Al palato trasmette la schiettezza di un’annata calda, con complessità e note di tostatura dei lieviti, chiudendo fresco e abbastanza persistente. Può essere sicuramente interessante con un piatto di tortelli di zucca mantovani, preparati con mostarda e scorza di limone.

La degustazione entra nel vivo con il rifermentato in bottiglia di casa Fiorini, Vigna del Padre, da bottiglie magnum delle annate 2019, 2009 e persino il 2008 e 2004. Precedentemente chiamato Vigna del Caso, questo Sorbara 100% è davvero un ottimo Lambrusco, con il suo caratterizzante colore rosa tenue, tonalità su tonalità, a seconda delle annate; le precedenti, in verità erano una cuvée di Sorbara e Salamino, nel 2009 persino in prevalenza. Partendo dal 2019, la prima cosa in evidenza è l’etichetta, un dettaglio che riprende un documento storico della cantina per festeggiare i 100 anni di Poderi Fiorini. 

Un secolo, dal 1919, trascorso nella vinificazione di famiglia che Alberto Fiorini mostra con orgoglio attraverso la galleria di citazioni e fotografie dell’ingresso alla nuova cantina immersa nel sottosuolo, prima di arrivare allo shop e alla stanza delle barrique. È quasi un rituale passare attraverso questo corridoio, come del resto è un rito approcciarsi a una verticale di lambrusco. Il mondo dei rifermentati in bottiglia, con i criteri di rigore e pulizia della vinificazione contemporanea concede a questo vitigno un aspetto nuovo e impensabile, fino ad alcuni anni fa.

Il 2019, 11,5% Vol. esplicita tutte le caratteristiche del Sorbara, con l’eleganza dell’ampio bouquet lievemente agrumato, poi carico di frutti rossi come il lampone, veicolati dalle fini bollicine. Il palato si riempie, con vigore e freschezza in equilibrio, mai scontato e a tratti con echi balsamici, infine di buona persistenza. Il 2009 è un salto nel passato, testimoniato da un quadro sensoriale più austero e persistente. Il 2008 è ancora diverso, per così dire più carnoso, quasi a dimostrare che il Lambrusco maturo può raccontarci tanto, spaziando sempre di più nel dettaglio della presenza dei lieviti, fra croccantezza e note di tabacco da fiuto. Infine il 2004, difficile a credersi, se ne sta ancora lì, vibrante, con l’aggiunta di note di prugna ed evanescenze di frutta candita. Poi è un piacere aspettare, quindi ripassare i calici all’olfatto e sentire come ogni annata abbia voglia di pulsare, di vivere e trasformarsi ancora, liberata da tanti anni trascorsi in bottiglia. 

Se il 2019 è certamente da portate in tavola per abbinarvi i piacevoli salumi emiliani, meglio se di lunga stagionatura come un importante Prosciutto di Parma o un Culatello di Zibello, le annate all’indietro meritano la ricerca della meditazione pura. 

Sulle colline emiliane è davvero raro trovare una cantina nascosta sottoterra, quasi a rappresentare la volontà di celare sapientemente la presenza dell’uomo sul territorio. Del resto, sulla collina di Torre dei Nanni si devono vedere solo gli edifici storici e le vigne, nel pieno rispetto del territorio, il criterio guida dei Poderi Fiorini.

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