Passione Gourmet Galvana Superiore - Passione Gourmet

Galvana Superiore

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

Un’oasi biologica sulle colline di Castelvetro

Arriviamo sulle colline modenesi, saltando le province di Parma e Reggio. Per i conoscitori del Lambrusco, siamo nel cuore dell’Emilia e la provincia di Modena ne rappresenta storicità e tradizione. Fra grandi nomi e piccole eccellenze produttive. Salendo nella prima fascia collinare, a est di Castelvetro incontriamo una micro area felice dal punto di vista vitivinicolo, con alcuni produttori tutti in biologico. Fra questi c’è Galvana Superiore

Siamo poco al di sotto dei 200 metri s.l.m., in luoghi anticamente caratterizzati da foreste. Nel paesaggio contemporaneo sono però rimaste alcune tracce di questi boschi secolari e la vigna coltivata dalla famiglia Leonelli  già dal 1974, si trova proprio al confine di due aree boschive. Non solo. Nel mezzo della Tenuta si trova un piccolo lago naturale, vissuto anche da un’operosa comunità di api e sul versante più orientale, lungo un alveo naturale, si forma un altro lago costeggiato da alberi da frutto.

Un terroir che, visto per la prima volta, non sembra nemmeno l’Emilia ma ricorda, per certi versi, alcune colline tedesche che discendono verso il Reno, di fronte all’Alsazia. Siamo dunque ben al fuori dal comprensorio delle ceramiche di Sassuolo, un territorio ad alto impatto industriale reso noto anche dalla contigua Maranello, sede della Ferrari. E non siamo ancora a Vignola, più a est. È proprio una zona particolare, apparentemente dimenticata e forse questo è stato un bene, anni fa, per preservare un territorio oggi valorizzato anche dal marchio MonteBarello 155 che identifica e protegge il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC ottenuto nelle aree collinari dei comuni di Castelvetro, Marano sul Panaro, Vignola, Maranello, Fiorano Modenese, Prignano sulla Secchia, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Sassuolo. Fino all’obiettivo comune, delle 12 iniziali cantine aderenti, di creare una sotto-zona DOCG. Il nome fa riferimento ad antiche testimonianze cartografiche, luogo archeologico di ritrovamento di insediamenti umani risalenti all’età del bronzo e 155 riporta l’altezza media di questo territorio.  I produttori coinvolti hanno identificato il MonteBarello 155 con una bottiglia diversa dalle classiche del Lambrusco – tappo di sughero non a fungo – e da un’etichetta specifica, uguale per tutti, che nella parte più bassa reca il nome della cantina.

Oltre questa specificità, la cantina Galvana Superiore, certificata BIO dal 2020, tiene da sempre fede ai principi dettati dal fondatore Marino Leonelli che comprò le terre, ora gestite dal figlio Paolo, coadiuvato dal cantiniere Wainer Vandelli e dal laboratorio enologico di Maurizio Polo: tutela ambientale e territoriale apportando nutrienti alla vite con colture interfilari naturali, seguendo la pratica del sovescio e rullatura; vendemmia manuale a basse rese; selezione delle uve in cantina privilegiando i vigneti di quasi 50 anni e utilizzando lieviti autoctoni selezionati, aiutati da un ottimo microclima, vigilmente controllato da una stazione di rilevamento installata proprio all’interno della Tenuta, interconnessa a una rete di centraline dedicate a un’area limitata di alcuni chilometri quadrati. La tenuta è di 14 ettari di cui 13 vitati, per un totale di 20-25.000 bottiglie a seconda delle annate.

Il risultato è una linea costituita da 6 etichette di cui tre Grasparossa in purezza con il già citato MonteBarello 155 e Ca’ Imperatore vinificati con metodo Charmat lungo, poi la versione Ancestrale Lambrusco dell’Emilia IGP; tre con uve Grechetto Gentile di cui La Guardia sempre con metodo Charmat lungo, poi l’Ancestrale Pignoletto DOP e infine il Marino, un metodo classico con aggiunta di uve Chardonnay per circa un 10% che avremo occasione di sentire più avanti, alla fine del suo periodo di sosta sui lieviti che intende superare i 40 mesi.

I due ancestrali di Galvana Superiore

Entrambi ben distinti da una etichetta bianca, essenziale e classica, con il logo della cantina in evidenza; non superano le 3-4.000 bottiglie annue per tipologia e rappresentano la massima cura della lavorazione in cantina di Wainer Vandelli, subentrato dal 2013. 

Il Pignoletto, 12,5% Vol. è la vendemmia del 2019 e si presenta di colore giallo paglierino con evidenti riflessi verdognoli; è un vino fresco, dalla caratteristica nota acido-amarognola tipica del Grechetto Gentile, seppure volutamente mai invadente; all’olfatto libera subito una spiccata vena erbacea, fra cardo e varietà spontanee, poi ingentilita da sentori di fiori bianchi e miele di tiglio con latenti note di tostatura e uva sultanina. Al palato mette in evidenza equilibrio e pienezza, lasciando un finale abbastanza lungo e delicatamente sapido. Un vino che ben si abbina a un risotto agli asparagi.

Il Grasparossa, anch’esso del 2019, 11% Vol. viene declinato nella versione con lieviti, dunque torbido e nella versione sboccata; si presenta di colore rosso porpora scuro, quasi violaceo; all’olfatto appare intenso, vinoso, ricco di sottobosco e note di ciliegia matura, con tonalità scure liberate dalla vivacità dei lieviti; al palato è un vino decisamente secco, schietto e vibrante con l’equilibrio spostato più verso il sapido che il tannico. E un finale corposo, sempre avvolti dalle fini bollicine. Consiglierei l’abbinamento con le classiche tagliatelle al ragù alla bolognese. Con sopra un’abbondante grattugiata di Parmigiano-Reggiano.

È difficile immaginarsi che fra Modena e Bologna, fuori dalla pianura, sulle prime colline il mondo sia diverso da quello dei motori e delle piastrelle, ma tant’è. E’ un lembo di territorio da scoprire. E qui si fa vino; Galvana Superiore ne è certamente un esempio significativo.

1 Commento.

  • Lenzini Giuliano19 Febbraio 2024

    Interessante articolo, a quanto afferma l'autore i vini dovrebbero essere di qualità e con una lavorazione di uve e mosti tradizionale certificato dal marchio biologico.Fate degustazione per enoturisti abbinando i vini al cibo?

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